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Infermieri a disposizione “incondizionata”?

di Emiliano Boi

29 LUG - Gentile direttore,
da qualche tempo è balzata all'attenzione di tutti noi la questione del requisito concorsuale di "incondizionata idoneità sanitaria'" per l'esercizio della professione infermieristica, un tema importante che ha fatto molto discutere. Ma cosa si intende per “essere idonei in maniera incondizionata”? Sia da un punto di vista etimologico che prettamente medico-legale il termine "incondizionato" si riferisce a situazioni prive di condizioni, prive di limiti e di riserve. Qualcuno potrebbe asserire che l'etimologia non sempre spiega i meccanismi, più o meno leciti, che hanno portato all'utilizzo di un determinato termine ma personalmente mi sento di sostenere l'esatto contrario. L'etimologia spiega sempre il vero significato del termine e delle intenzioni.
La legge 251/2000 recita che il professionista sanitario infermiere è autonomo nell'esercizio di funzioni preventive e di educazione sanitaria, ambiti professionali peraltro affini alla medicina del lavoro e preventiva; stando quindi alle funzioni che la legge riconosce alla professione infermieristica, in qualità di Infermiere mi domando come mai la Dirigenza infermieristica ospedaliera, ed a maggior ragione la Federazione Nazionale IPASVI, non abbiano espresso profonda indignazione a seguito dell'introduzione del nuovo concetto di "idoneità incondizionata"?
Parto dal presupposto che il D.lg. 81/2008 e s.m.i. non prevede nessun tipo di "idoneità specifica, tantomeno incondizionata" per l'esercizio delle professioni sanitarie; da ciò è facile comprendere perché, se un medico ha un problema sanitario, non può essere discriminato nei concorsi pubblici.
Allora perché discriminare gli infermieri?
Lo stesso D.lg. 81/2008 e s.m.i. impone dapprima ai datori di lavoro una serie di obblighi e successivamente menziona gli obblighi dei lavoratori che sostanzialmente vertono sul "corretto utilizzo dei DPI". Ma quali sono gli obblighi dei datori di lavoro? Presto detto: tutelare la salute dei lavoratori.
E' da questo banale ragionamento che scaturiscono importanti quesiti, le cui risposte, probabilmente, potrebbero risultare scomode ma sufficienti nel far trovare il cosiddetto bandolo della matassa.
Come mai le Aziente ospedaliere, anziché adempiere agli obblighi di legge e dotarsi di ausilii e DPI che consentano ad ogni lavoratore di poter esercitare la propria professione in sicurezza, preferiscono bandire concorsi nei quali vengono richiesti requisiti di idoneità incondizionata?
La Dirigenza infermieristica quali responsabilità ha nelle inadempienze aziendali rispetto agli obblighi di legge in tema di sicurezza sui luoghi di lavoro?
E' obbligatorio dotarsi di sollevatori meccanici che consentano di tutelare la salute degli esercenti la professione sanitaria infermieristica o tale obbligo e' bypassabile attraverso la pubblicazione di bandi di concorso che consentano di selezionare solamente infermieri privi di ernie discali e possibilmente forzuti come gli "scaricatori di porto"?
In qualità di professionista sanitario non nego che mi aspetto che la Federazione Nazionale IPASVI e tutti i Collegi provinciali, nell'esercizio delle funzioni a loro affidate dallo Stato, si occupino quanto prima della preoccupante tematica e confido nell'interessamento delle Organizzazioni Sindacali di categoria volto alla prevenzione di ulteriori fenomeni discriminatori nell'esercizio della professione sanitaria nonché ad un fattivo contributo nella ricerca di eventuali responsabilità personali ed aziendali per i danni alla "salute" già cagionati agli Infermieri a causa di verosimili inadempienze.
 
Emiliano Boi
Dottore in infermieristica

29 luglio 2013
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