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Infermieri. Prima di parlare di esuberi, parliamo dei reali bisogni di assistenza

di Marcello Bozzi

08 OTT - Gentile direttore,
il funzionamento del Sistema Sanitario si sviluppa in un delicato equilibrio tra  alcune grandi preoccupazioni (DEF – PNE – Costi Standard) che mettono “a rischio” il governo dello stesso sistema e alcune certezze che non fanno altro che aumentare le problematiche e la complessità, in particolare: sicuramente non è migliorata la condizione di salute della popolazione  (i dati demografici, epidemiologici e sociali evidenziano appieno un aumento delle cronicità e delle disabilità); certamente la condizione economica del Paese è abbastanza “delicata”.  E probabilmente il Sistema Sanitario necessita di essere “pesantemente riformato”  (Ivan Cavicchi – il riformista che non c'è – edizioni dedalo – 2013).      
 
E per “riformare” serve un forte sapere programmatorio e il giusto coraggio da parte della politica (nel senso nobile del termine) …di fatto  serve “quel riformista che non c'è”! (o che non ha reso ancora evidente la sua presenza !!!)
 
Le problematiche più rilevanti riguardano:
 
1. la situazione demografica e la situazione epidemiologica. Con unapercentuale di cittadini ricompresa nella fascia di età da 65 a 74 anni che varia, a livello regionale, dall'8,3% al 13%; una percentuale di cittadini ricompresa nella fascia di età > di 75 anni che varia, a livello regionale, dal 7,7% al 13,9%. Tali situazioni generano una domanda differenziata (per specificità e per quantità) nei diversi ambiti territoriali / regionali.
 
2. la riorganizzazione delle strutture del SSN/R
Le strutture residenziali e semiresidenziali, maggiormente interessate dalla risposte socio-sanitarie legate al punto precedente, evidenziano una distribuzione di servizi e di posti letto  (valori %) particolarmente variegata a livello delle singole regioni:
 
                                               valore minimo    valore massimo      valore medio
Ass. Psichiatrica                                 4,8                          72                           12,5
Ass. Anziani                                         3,0                          94                           70,8
Ass. Pazienti Terminali                     0,1                          9,3                          0,6
Ass. Disabilità Psichiche                  1,0                          51,5                       7,0
Ass. Disabilità Fisiche                       1,0                          21,3                       9,1
 
 
3. La riorganizzazione delle strutture e la ri-distribuzione dei posti letto. In questo caso, secondo i dati del ministero della Salute, sievidenzia  un esubero di 14.043 posti letto per acuti e una carenza di 6.600 posti letto di lungodegenza e riabilitazione. La differenza è pari a -7.391 posti letto.
 
É necessario domandarsi: il “recupero” di risorse conseguente alla diminuzione di 7.391 posti letto è reale o virtuale? I “recuperi” di cui sopra , saranno sufficienti a compensare le croniche carenze degli organici delle strutture ospedaliere? Il taglio dei posti letto per acuti, senza una preventiva attivazione di posti letto di lungodegenza e riabilitazione, e di servizi e percorsi alternativi, quali conseguenze negative avrà sulla salute della popolazione?
 
4. Il DEF – il PNE – i Costi Standard. Dobbiamo chiederciquale possibile utilizzo e quali riferimenti in un sistema regionale particolarmente variegato? Piuttosto che parlare di “costi standard”,  non sarebbe preferibile definire gli “standard di risposta” ai bisogni di salute della popolazione?  (Coinvolgimento diretto della Conferenza Stato / Regioni)
 
5. In numero degli Infermieri. E veniamo al punto. Alla fine della giostra c'è un esubero di 30.000 o ne serviranno 50.000? L'analisi dei dati consente di evidenziare  la mancanza e non l'esubero e alcune esperienze di un passato non troppo lontano dovrebbero aver insegnato qualcosa!
 
Il mio articolo integrale, certamente non esaustivo, riporta sufficienti elementi di riflessione e approfondimento.
 
La realtà dei fatti evidenzia delle pesantissime razionalizzazioni (tagli lineari su tutti i fronti, più facilmente inquadrabili nel termine “razionamenti”), con significative ripercussioni nei servizi e, di conseguenza, nella salute della popolazione.
Viene naturale domandarsi: - Con quali “misure”?
 
Gli interventi “sartoriali” si sono realizzati ovunque con l'unico riferimento al vincolo normativo  (lo stesso impegno di spesa dell'anno 2004, cui deve essere sottratto un ulteriore 1,4%), con un interesse quasi esclusivo al rispetto dei conti, senza particolare attenzione alle nuove esigenze della popolazione e ai processi di riorganizzazione
Di contro, il management moderno raccomanda di anteporre le azioni di programmazione e riorganizzazione (che spesso richiedono investimenti) a quelle di razionalizzazione (che generalmente portano al contenimento della spesa).
 
A prescindere dagli approfondimenti del Prof. Spandonaro (su cui sarebbe utile attivare un sereno momento di confronto e dibattito) e dalle considerazioni della Presidente della Federazione Nazionale Collegi IPASVI Dott.ssa Sen. Annalisa Silvestro (la cui auspicata forte posizione risulta essere pervenuta solo in forma “lieve” o comunque in maniera inferiore rispetto alle aspettative), viene naturale il tentativo di un approfondimento “laico” delle diverse situazioni che possono determinare sia una variazione nello stato di salute della popolazione, sia una maggiore/minore necessità di risorse assistenziali, a partire proprio dalle “misure” che, in particolare, riguardano: la situazione demografica; la situazione epidemiologica e il trend dei prossimi anni; le condizioni sociali e le riorganizzazioni del sistema.
 
Marcello Bozzi
Infermiere – AOU Siena

08 ottobre 2013
© Riproduzione riservata

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