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La delibera dell’Emilia Romagna sulle bandanti. Diteci che è uno scherzo…

di Antonio De Palma

11 LUG - Gentile Direttore,
se ne parlava ormai da mesi, ma il Nursing Up ha voluto lasciare decantare la questione perché siamo rimasti increduli di fronte ad una prima lettura della delibera in oggetto, la n. 220 del 24 Febbraio 2014. Per noi semplicemente non poteva essere reale, ed invece non c’è stato alcun errore né di stesura e né di interpretazione…
 
Di cosa si tratta? Per il Nursing Up di un salto indietro di 1000 anni, di una follia, di un pericolosissimo precedente nella storia delle nostre travagliate autonomie territoriali, talvolta capaci di generare veri e propri mostri giuridici .
 
Con questa delibera, che come sindacato contestiamo fortemente, la Regione Emilia Romagna si prepara ad attivare corsi di formazione e di addestramento per assistere a casa i pazienti con malattie croniche, rare o con necessità assistenziali complesse.
 
Si tratta di veri e propri corsi che saranno tenuti da infermieri e medici e che possono venire organizzati dalle aziende sanitarie dell’Emilia Romagna e dalle strutture di hospice accreditate.
 
Ai partecipanti verrà rilasciato un vero e proprio attestato in virtù del quale si e’ idonei ad effettuare i trattamenti domiciliari.
 
Nello spirito della Regione, che in questo ha facoltà normativa, salve le nostre ampie e giustificatissime riserve sulla tipologia di prestazioni delle quali si parla, molte delle quali di storica ed acclarata competenza infermieristica, si crede di portare un vantaggio per la salute e per la qualità di vita dei pazienti.
 
Per il Nursing Up, ripetiamo è follia !
 
Chi si farebbe assistere per una causa legale, magari penale, da un vostro parente che va da un avvocato e impara la professione in 15 ore? Chi si farebbe realizzare il modello 730 da chi di professione fa l’imbianchino ma che per 15 ore va da un commercialista ad imparare la professione?
 
Con questa legge regionale a nostro parere anziché implementare  il diritto alla salute del cittadino, viene fuorviato il concetto stesso di tale importante principio costituzionale.
 
Vediamo, a titolo esemplificativo, cosa , in base alla delibera regionale, cosa saranno chiamati ad imparare i parenti dei pazienti e gli assistenti domiciliari in 15 ore di teoria e pratica:
- somministrazione di farmaci in via endovenosa o intramuscolare
- alla dialisi peritoneale
- utilizzo dei cateteri e del sondino nasogastrico
- pratiche che riguardano l’apparato cardiocircolatorio e respiratorio ecc..ecc..
 
Cosa si vuol dire, che dopo 15 ore di corso gli interessati potranno avere le conoscenze necessarie per essere in grado di monitorare il posizionamento di un sondino naso gastrico e/o seguire la somministrazione di importanti pratiche iniettive?
 
Noi non vogliamo crederci e solleviamo ogni riserva possibile…
 
Si tratta di un paradosso assurdo, da un lato ci sono decine di migliaia di infermieri professionalmente formati con corsi universitari disoccupati e dall’altra il bisogno dei cittadini di avere le cure a domicilio e come si risolve il problema? Lasciando inoccupati professionisti preparati e mettendo il paziente nelle mani di parenti o di improvvisati “fac totum”, anch’essi vittime del sistema perché in pieno diritto di pretendere che i propri cari siano seguiti da chi ha le competenze per farlo.
 
Per il nostro sindacato il problema va affrontato implementando un sistema di assistenza domiciliare che abbia il proprio perno nell’implementazione dell’infermiere di famiglia, figura che farebbe risparmiare il Sistema Sanitario Nazionale e non sprecare risorse.
 
Troppo comodo per la Regione Emilia Romagna giustificare l’intervento normativo con la necessità di rispondere alle esigenze dei pazienti e delle loro famiglie: in realtà, così si scarica proprio sulle famiglie un problema e non si garantisce il diritto alla salute sancito dalla Costituzione Italiana.
 
Ci batteremo in ogni dove ci sarà dato contro questo assurdo provvedimento, e per dimostrare, proprio alla luce di quanto sta accadendo, la convenienza economica e sociale della creazione di una rete capillare di infermieri di famiglia, figura che, in sinergia con gli altri soggetti del sistema sanitario nazionale, farà fare un salto di qualità al nostro Paese nella garanzia al diritto alla salute.
 
Antonio De Palma
Presidente Nursing Up


11 luglio 2014
© Riproduzione riservata

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