Comma 566. Perché tanta disinformazione?
di Adriano Bottini
17 MAR -
Gentile direttore,
ho letto con molto stupore la “Lettera al direttore” a firma dei dirigenti medici
Domenico Crea e Maria Ludovica Genna. Oltre ai rilievi, ineccepibili, già mossi dal giurista
Luca Benci - i presupposti giuridici da cui loro signori muovevano le proprie analisi erano destituiti di fondamento - ciò che mi ha più colpito è la disinformazione che, con colpa ovvero con dolo, si vuole ingenerare intorno a questo comma, che lo ricordo, è viva espressione del potere legislativo della nostra Repubblica.
Da taluni tutto sembra essere stato ricondotto semplicemente ad una mera guerra intestina dentro il comparto sanità, da operarsi anche a colpi di discredito, disinformazione e terrorismo mediatico fra categorie professionali. Invero, non dovrebbe essere così: i ruoli, le competenze, le relazioni professionali e le responsabilità individuali e di équipe su compiti, funzioni e obiettivi delle professioni sanitarie non saranno novellati ed implementati tout court, bensì attraverso un nuovo e ridefinito percorso studiorum, più esteso ed articolato, che suggelli l’upgrading dei professionisti de quibus e permetta di tenere il passo con i sistemi sanitari dei paesi esteri più avanzati.
Se non si comprende una volta per tutte questo snodo importante, non si capirà mai il primum movens che ha dato il la a questo comma e che non doveva certo fungere da detonatore. Che poi a taluni la “pillola” possa comunque non andar giù è passabile, perché delle resistenze alle mutazioni dello status quo, da che mondo è mondo, si registrano sempre.
Ma per favore, centriamo il punto una volta per tutte e smettiamola di fare disinformazione: gli utenti, altrimenti, non lo capirebbero.
Dr. Adriano Bottini
Fisioterapista
17 marzo 2015
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