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Tutte quelle promesse non mantenute sulle liste d’attesa

di Tania Serri (Anaao Giovani)

07 MAR - Gentile Direttore,
in questo difficile momento storico per la nostra Sanità vorrei porre l'attenzione su un'annosa e mai risolta problematica. “Bisogna abbattere le liste d'attesa” è uno di quegli slogan elettorali che non manca mai. E via col toto-proposte: chi vuole potenziare i laboratori aprendoli anche di domenica, chi vuole diminuire l'intramoenia, chi preferisce incrementare l'attività nel privato accreditato. Promesse sbattute in prima pagina a suon di delibere e conferenze stampa, come a rendere perfetto un sistema che, aimè, purtroppo, almeno per noi medici, perfetto non è.
 
Per anni abbiamo tentato di sopperire a carenze di organico con turni che andavano oltre ogni ragionevole immaginazione effettuando ore in eccesso mal o addirittura non remunerate. Non ci siamo mai sottratti al tentativo di garantire un Servizio ai cittadini valido e veloce, accettando anche prestazioni aggiuntive e, laddove queste non fossero effettuabili, non esimendoci da massacranti turni di lavoro straordinario. Tale orario aggiuntivo, retribuito con il fondo di cui all'articolo 55 del CCNL (8 giugno 2000) andrebbe tuttavia utilizzato per far fronte alla pronta disponibilità e ad esigenze di criticità non programmate.

Altresì l'orario negoziato ex articolo 14, co.1, che richiama espressamente l'articolo 65, co. 6, CCNL 5 dicembre 1996 riguardante l'impegno aggiuntivo finalizzato alla riduzione delle liste d'attesa, si dovrebbe tuttavia e soprattutto porre in un contesto ove il fine primario risulta essere la definizione delle risorse a disposizione delle Aziende. Forse è da sognatori pensare che queste due validissime opzioni siano inserite in un organico effettivamente a regime.
 
Le normative regionali ci dicono che “qualora dall'orario di lavoro programmato...risulti un difetto di orario disponibile rispetto alle attività previste, il dirigente di struttura dovrà richiedere all'azienda l'attuazione degli istituti contrattuali consentiti e, nell'insufficienza di essi, in incremento dell'organico”.
 
La proposta del Ministro di assumere medici ci riconduce alla drammatica realtà: le Aziende non hanno il personale sufficiente. E intanto: in questo sottobosco di promesse cosa succede nei nostri ospedali? Cosa veramente le Aziende stanno facendo per abbattere le liste d'attesa? Forse abusando di preziosi mezzi quali le sedute aggiuntive ed il lavoro straordinario?
 
Forse spremendo i soliti noti con blandi incentivi economici, pagati perlopiù non nei termini dovuti? Sicuramente questi incentivi economici non arricchiscono, come è giusto che sia, i medici ma forse le Aziende si?

Sarà inevitabile la fuga dei medici da questo sistema low cost che potrà favorire solo imprenditori e compagnie assicurative; una fuga dal pubblico che ha sempre garantito certezze di salute per i suoi cittadini per optare al privato puro. Forse gli spunti per una onesta riflessione ci sono tutti.
 
Tania Serri
Anaao Giovani

07 marzo 2016
© Riproduzione riservata

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