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La “sciura Maria” e l’osteopatia

di Gianni Melotti

12 FEB - Gentile Direttore,
ho letto la lettera del collega Pompili e sono rimasto perplesso su alcuni passaggi perché, se è giusto che ognuno possa dire la sua, bisogna comunque attenersi alla realtà dei fatti, altrimenti non ce la raccontiamo giusta. Innanzitutto, contestare chi, come il collega Barbero, aveva sostenuto che la figura dell’osteopata non esiste non è una assurdità. Infatti esiste una cosa che si chiama osteopatia e che, carte alla mano e parola del ministero della Salute, ad oggi, può essere esercitata solo da chi ha una Laurea sanitaria alle spalle. “Ergo”, l’osteopata in sé non esiste e non può considerarsi una contraddizione nemmeno l’esistenza di un registro dei Fisioterapisti che praticano anche l’osteopatia.
 
Se un domani le cosa cambieranno, avremo modo di riparlarne. Intanto, anche quei medici che, secondo un recente sondaggio, pare inviino dei loro pazienti ad un professionista non sanitario, sappiano che stanno commettendo un reato, poi se nessuno glielo contesta, va bene così. Quanto al Collega, che si definisce osteopata già Fisioterapista, immagino che, anche lui, fino a quella data, fatturerà le sue prestazioni, rimborsabili ed esenti iva, ricordandosi del suo bistrattato titolo sanitario.  
 
Dire poi che per i fisioterapisti ci sia stata una sanatoria, confondendola con una riconversione in Laurea dei titoli del pregresso ordinamento, questa sì che è una contraddizione in termini. Infatti chi ha voluto trasformare in Laurea il titolo in suo possesso lo ha potuto fare perché era già abilitante alla professione. Tanto è vero che chi non lo ha fatto ed era in possesso di un titolo ritenuto equipollente, ha continuato a lavorare come prima.
 
Quanto poi dal volersi, il Pompili, dissociarsi dalle affermazioni fatte anche su questa testata dal Barbero, Presidente del “Registro dei Ft- Ost” e dall’Aifi in generale, varrà la pena rammentare che in nessuna parte si troverà un preclusione netta alla creazione di nuove professioni sanitarie.
 
Ci si troverà sempre dinnanzi ad affermazioni che chiedono semplicemente che questo sia fatto nel rispetto delle regole che questo Paese si è dato per individuarle e che sono contenute nell’art. 5 della legge 43/06, comma tre compreso, ed attualmente omesso dal Ddl Lorenzin, per evitare che la definizione delle funzioni caratterizzanti le nuove professioni avvenga evitando parcellizzazioni e sovrapposizioni con le professioni già riconosciute o con le specializzazioni delle stesse, (comma 5).
 
Se poi qualcuno chiede che, di creazione di nuove professioni sanitarie, se ne discuta altrove e non nel Ddl Lorenzin e solo perché questo modo di fare ha impantanato il provvedimento che rischia di andare a sbattere. Si ricorda che questo potrebbe rendere giustizia a quelle professioni sanitarie, regolamentate e non ancora ordinate, che attendono ordini e albi da quando il Parlamento ne ha dato delega al Governo nel lontano 2006! Non per altro.
 
Poi, se la “sciura Maria”, in osteopatia, lavora meglio di un medico perché non ha una Laurea sanitaria pregressa, come lascia intendere il Collega, mi arrendo, ma stiamo parlando d’altro.
 
Gianni Melotti 
Fisioterapista

12 febbraio 2017
© Riproduzione riservata

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