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Ddl Lorenzin. Siamo sicuri che istituzionalizzare nuove professioni non tolga garanzie di salute?

di Giampaolo de Sena

11 MAG - Gentile direttore,
è notizia di marzo 2017 che in Canada due insegnanti e tre studenti di una famosa scuola di osteopatia di Montreal, la CEO, sono stati condannati e multati per 256.000 euro per violazioni delle leggi nazionali canadesi per esercizio abusivo di professione medica.

In Canada, come in Italia, gli osteopati stanno spingendo per essere regolamentati come professione sanitaria primaria, affermando che l’osteopatia è una disciplina indipendente che niente ha a che vedere con la medicina, non avendo nella sua cultura la diagnosi medica, la prescrizione di farmaci ed essendo una disciplina che, con la sua pratica, è finalizzata a facilitare i processi di autoguarigione dell’organismo.

Il tribunale di Montreal invece, con questa ultima sentenza, non solo ha negato che queste affermazioni siano sostenibili, ma ha affermato che tali condotte debbano essere sanzionate, ed anche pesantemente, al fine di indurre un effetto deterrente sia verso i singoli che verso la comunità. “To protect the public and have a deterrent effect on individuals and the community”, recita la sentenza.

Cioè l’esercizio delle medicina osteopatica in Canada, secondo questa sentenza, dall’oggi al domani, è stato riconosciuto essere in palese violazione delle leggi in materia sanitaria canadese. La stessa Scuola che agiva indisturbata alla luce del sole, messa sotto la lente della giustizia, improvvisamente si è rivelata essere in esercizio di illegalità.

Ma vediamo come sono andati i fatti. Philippe Druelle, Presidente del Collège d’Etudes Ostéopathiques (CEO) di Montreal, prestigiosa scuola affiliata ad altre scuole di osteopatia sia canadesi che europee, sosteneva a gran voce che l’attività clinica esercitata nella sua scuola e quindi dai suoi insegnanti e studenti, non avesse niente a che fare con la medicina e pertanto fosse assolutamente legittima e praticabile ad ogni senso di legge.

In seguito ad un annuncio di una radio locale sulla attività dell’ambulatorio della Scuola del CEO, il tribunale di Montreal insieme al Collegio dei Medici, evidentemente allarmati da questa situazione, hanno deciso di vederci chiaro e di capire precisamente che tipo di attività clinica venisse realmente svolta presso questa scuola di osteopatia.

Quindi il 13 settembre 2016 una investigatrice privata, presumibilmente sana, venne mandata a chiedere una visita presso gli ambulatori di questa scuola di osteopatia, simulando una serie di sintomi, alcuni anche potenzialmente seri, quali dolore al ginocchio destro, dolore di pancia, disturbi digestivi, vampate da pre-menopausa, e dicendo di non riuscire a smettere di muovere le gambe di notte (restless leg syndrome).

Dopo avere regolarmente pagato le visita privata, alla presenza di un insegnante e di due studenti, la paziente dopo la raccolta della anamnesi, venne sottoposta ad una accurata visita osteopatica, alla colonna ed al capo, all’addome ed agli arti inferiori.

Dagli atti del processo risulta che la conclusione diagnostica sui sintomi lamentati dalla paziente, maturata in seguito ad un accurato esame clinico, era che: “il mesentere del rene destro riduceva la mobilità della base della colonna vertebrale”. Questo problema di mobilità del rene era a sua volta “responsabile di una alterazione del ph del sangue”. Questo ph alterato era la “causa sia della infiammazione del ginocchio” nonché causa del “malallineamento del ginocchio”: “ a misalignment and inflammation caused by the kidney’s control over her body’s pH levels”. Dopo questa prima diagnosi osteopatica, in prima visita, la paziente era stata sottoposta a trattamento manipolativo osteopatico cui seguì il consiglio di fare alcuni esercizi a casa.
Al controllo della settimana seguente alla paziente, nuovamente sottoposta a visita e trattamento osteopatico, venne anche suggerito di considerare la rimozione della spirale e di valutare un eventuale trattamento ormonale.

La diagnosi iniziale, inverosimile ed obbiettivamente insostenibile da un punto di vista medico, insieme ad i due conseguenti trattamenti manipolativi, sono stati sufficienti perché il giudice aprisse una causa con ben 33 capi di imputazione per violazione del codice professionale ed esercizio abusivo di professione medica, e insegnanti e studenti sono stati condannati il mese scorso, 5 marzo 2017, ad una multa di 256.000 euro, con la precisazione da parte del giudice del fine dissuasivo di una sanzione tanto severa.

Non c’è dubbio che apprendere che il ginocchio fa male perché c’è un rene che non funziona bene e sapere poi che il tutto può essere curato attraverso il ripristino della normale mobilità del rene con il solo e sapiente uso delle mani, è qualcosa di fronte alla quale persino Doctor House apparirebbe un pivello e non sorprende che in Italia ci sarebbero sia pazienti, che osteopati, che le stesse istituzioni, fortemente affascinati dalla osteopatia. Non è neanche difficile capire che per arrivare a fare una diagnosi tanto complessa ed architettata come quella testimoniata nella sentenza del giudice canadese, c’è necessità di un enorme numero di ore di studio, di anni ed anni di impegno e dedizione su materie mediche, al costo di enormi sforzi mentali ed economici da parte di giovani che si avviano alla vita professionale e che, come dice il Presidente dell’Ordine dei Medici di Montreal, sono in perfetta buona fede nell’apprendimento di queste metodiche di dubbia scientificità.

Non dovrebbero esserci neanche dubbi che la osteopatia non è una branca di massaggi dolci o la somma di tecniche di terapia manuale per il mal di schiena. La medicina osteopatica è, per definizione, medicina e di conseguenza si occupa di malattie e di ammalati, fa diagnosi e trattamento, ha i tempi di apprendimento della medicina, ma utilizzando principi e logiche tuttavia sconosciuti alla medicina ufficiale.

In questi giorni si stanno discutendo gli emendamenti al DDL Lorenzin che vorrebbero istituzionalizzare questi insegnamenti di medicina alternativa, così da dare garanzie al cittadino sull’effettivo percorso formativo dell’osteopata (o del chiropratico). Ma siamo sicuri che con il riconoscimento non si andrebbe esattamente nella direzione opposta a quella voluta? Siamo sicuri che affidare l’ammalato a queste pratiche alternative, per quanto scrupolosamente applicate e controllate dallo Stato, invece che dare garanzie di salute, non le tolga? Possiamo affermare con certezza che queste antiche medicine alternative siano depositarie di verità ancora sconosciute alla medicina ufficiale?

Senza dubbio la medicina deve andare avanti e senza dubbio il sistema sanitario nazionale italiano può essere migliorato, ma considerando che la classifica 2017 Bloomberg Global Health Index riconosce gli Italiani come il popolo più sano del mondo, che secondo il Ranking of the World’s Health Systems 2016 il Sistema Sanitario Nazionale italiano è il secondo migliore del mondo e che secondo il CIA World Factbook 2014 siamo il terzo paese al mondo per aspettativa di vita, la Sanità Italiana ed il cittadino Italiano, forse, non hanno più necessità di alternative alle professioni già esistenti che, evidentemente, stanno lavorando bene.
 
Giampaolo de Sena
Medico Fisiatra 


11 maggio 2017
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