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Feder Anisap: ecco le nostre idee per la sanità di domani

di Mauro Potestio

22 FEB - Gentile Direttore,
in qualità di presidente di Feder Anisap (Federazione Nazionale delle Associazioni Regionali o Interregionali delle Istituzioni Sanitarie Ambulatoriali Private), vorrei portare all’attenzione dei rappresentanti politici e dell’opinione pubblica, in occasione delle prossime elezioni politiche che si terranno il 4 marzo 2018, alcuni temi di grande importanza e attualità in ambito sanitario non solo per i professionisti del settore ma anche per una maggiore tutela dei pazienti.

La mancanza di un piano strategico e di finanziamenti adeguati, nonché alcuni provvedimenti approvati dal precedente Governo, particolarmente pesanti, hanno determinato su tutto il territorio nazionale, anche se in misura diversa da Regione a Regione, una maggiore difficoltà di accesso alle prestazioni con un conseguente allungamento delle liste d'attesa sia per quanto riguarda la specialistica ambulatoriale sia per i ricoveri. A titolo d’esempio, basti pensare che tali lunghe liste d’attesa, un tempo prerogativa prevalentemente del servizio pubblico, negli ultimi due anni si sono ormai estese anche al settore privato.

Contemporaneamente, in tutte le Regioni nelle quali è stato applicato il decreto Balduzzi (decreto- legge 13 settembre 2012, n. 158, recante "Disposizioni urgenti per promuovere lo sviluppo del Paese mediante un più alto livello di tutela della salute"), che ha ridotto le tariffe per le prestazioni, si è assistito a un notevole aumento del numero di apparecchiature obsolete e delle conseguenti difficoltà per quanto riguarda la manutenzione di quelle esistenti.

Senza essere catastrofico, ritengo che a lungo termine il protrarsi o, peggio, l’aggravarsi di questa situazione andrà sicuramente a incidere non solo sull’accesso alle prestazioni ma anche, purtroppo, sulla qualità delle stesse.

Sostenere che l'universalità dell'assistenza sanitaria possa essere assicurata senza mettere in atto un aumento dei finanziamenti dedicati al Ssn è semplicemente una banale utopia. Investire sulle nuove tecnologie, i farmaci innovativi e la formazione professionale di tutto il personale del sistema sanitario non possono essere sostenute continuando a mantenere le attuali risorse sanitarie. C’è un gap enorme tra i livelli di finanziamento programmati e quelli effettivamente erogati.

Se confrontiamo il rapporto italiano tra spesa sanitaria pubblica del Ssn e Pil con quello della Germania e degli altri Paesi europei, è facile rendersi conto che continuando a percorrere questa strada ci ritroveremo presto a un progressivo e costante peggioramento dell'assistenza sanitaria rispetto a quella attuale, così invidiata dal resto d’Europa e del mondo.

Infine, al solo scopo di fare propaganda e imputare la proposta alla desolante situazione economica in cui versa il Paese negli ultimi anni, c’è chi propone l'abolizione dei ticket e dei superticket. Nel caso in cui questa ipotesi fosse approvata rimarrebbe scoperto il 20% del costo delle prestazioni; tuttavia per continuare a garantire lo stesso numero di prestazioni, dovrebbe essere il finanziamento pubblico a doverlo coprire. Evidentemente, un gatto che si morde la coda.

C’è anche chi sostiene che le risorse necessarie si potrebbero recuperare combattendo la corruzione e invocando una diversa gestione dell'Aifa nei rapporti con le industrie farmaceutiche. Ma anche a questo proposito sono più portato a pensare che si tratti di un’utopia: come è possibile anche solo sperare che da queste azioni si possa recuperare le risorse finanziare per mantenere l'universalità dell'assistenza sanitaria, l'abolizione dei ticket ed eliminare la presenza dei convenzionamenti con le strutture private?

Attualmente, l'assistenza integrativa e le forme di assicurazione privata non incidono quasi per nulla sul costo delle prestazioni erogate finanziate dal Ssn: facilitare l'estensione dell'assistenza integrativa, favorire le forme assicurative private e regolamentarle affinché finanzino prestazioni che oggi sono pagate dal Ssn potrà contribuire in maniera incisiva alla sostenibilità del finanziamento pubblico.

Da ultimo mi preme molto affrontare il tema dei controlli. Sia le strutture pubbliche che quelle private sono sottoposte a controlli frequenti ma, in prevalenza, unicamente di tipo burocratico. Pressoché assenti, invece, i controlli sulla qualità delle prestazioni e la loro appropriatezza. Credo fermamente che regolamentare questi controlli porterebbe non solo a una diminuzione di prestazioni inutili concentrandosi, invece, su quelle di maggiore utilità (con un’evidente riduzione dei costi) ma anche a una maggiore tutela dei pazienti evitando di sottoporli a numerose prestazioni a causa di quelle precedenti non ben eseguite.

Con questa lettera vorrei dunque sottolineare che chiunque adotti provvedimenti che comportino una riduzione irrazionale della retribuzione delle prestazioni sia nel pubblico che nel privato otterrà un duplice risultato: da una parte, il peggioramento della qualità delle prestazioni e, dall’altra, un incremento del deficit delle strutture pubbliche che dovranno esser ripianate con ulteriori risorse pubbliche.

Ritengo dunque opportuno chiedere ai rappresentanti politici che governeranno il Paese che venga posta la giusta attenzione e sensibilità ai temi importanti della Sanità (finanziamenti, ticket e assistenza sanitaria).

Mauro Potestio
presidente Feder Anisap

 

22 febbraio 2018
© Riproduzione riservata

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