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Anche gli assistenti sociali del Sunas non hanno firmato il contratto. Ecco perché

di Salvatore Poidomani

27 FEB - Gentile Direttore,
il 24 febbraio scorso, dopo oltre 8 anni di attesa a causa del blocco contrattuale e dopo una maratona durata quasi 30 ore, è stata siglata la pre-intesa del contratto nazionale del comparto sanità. Il testo è stato sottoscritto soltanto da alcune OO.SS. mentre altre, come la CSE (Confederazione indipendente sindacati europei), hanno deciso di non firmare.
 
Il Sindacato unitario nazionale assistenti sociali, (SUNAS), insieme alla Federazione CSE Sanità, di cui è componente, sono stati impegnati in questi mesi in un’azione propositiva e rivendicativa tesa a conseguire la sottoscrizione di un accordo realmente rispondente agli interessi dei lavoratori e per la valorizzazione delle Professioni Sanitarie, Sociali, Tecniche ed Amministrative.
 
Purtroppo, delle nostre proposte è stata recepita soltanto quella dell’indennità di assistenza domiciliare, estesa anche agli assistenti sociali; sulle rimanenti, invece, abbiamo dovuto registrare la scarsa sensibilità della controparte datoriale e il mancato sostegno da parte delle altre Organizzazioni sindacali presenti alla trattativa.
 
Un altro punto qualificante per cui ci siamo battuti e che abbiamo fortemente sostenuto ed ottenuto come SUNAS – come componente della Federazione CSE Sanità – e come Confederazione CSE, è stato quello dell’istituzione dell’area delle professioni socio-sanitarie, che da sempre è stato uno dei nostri cavalli di battaglia, anche se pure in questo caso abbiamo dovuto fare i conti con i tentativi di contrastare il conseguimento di questo importante risultato da parte di molte delle OO.SS. presenti alla trattativa.
 
È stato quindi premiato il nostro impegno, che si era manifestato già in occasione dell’iter di approvazione del DDL Lorenzin, e che ha sempre avuto come obiettivo quello di ottenere un maggiore e legittimo riconoscimento ed un conseguente e adeguato inquadramento giuridico e contrattuale, nonché una chiara definizione delle competenze e delle responsabilità per la figura dell’assistente sociale.
 
Ritornando ai contenuti più generali del nuovo contratto, va evidenziato un altro passaggio rimasto incompiuto, che  è quello riguardante l’ordinamento professionale e il sistema di classificazione professionale, la cui trattazione è stata affidata ad Commissione paritetica per la revisione del suddetto sistema e che avrà il compito di avviare un processo di innovazione “…individuando le soluzioni più idonee  a garantire l’ottimale bilanciamento  delle esigenze organizzative e funzionali delle Aziende ed Enti sanitari con quelle di riconoscimento e valorizzazione della professionalità dei dipendenti..”.
 
In quell’occasione come SUNAS rilanceremo il tema dell’istituzione del Servizio Sociale Professionale e della dirigenza del servizio sociale in sanità. A sostegno di tale proposta riteniamo di poter fare riferimento a due orientamenti normativi:
- la modifica all’articolo 7 commi 1 e 2 della Legge n. 251/00 – avvenuta con l’approvazione dell’art. 2-sexies della Legge 26 maggio 2004, n. 138 e dall’art.1-octies della Legge 3 febbraio 2006, n. 27. In particolare quest’ultimo così recita: “ All'articolo 7, comma 1, della legge 10 agosto 2000, n. 251, nel primo periodo, dopo le parole: «possono istituire il servizio dell'assistenza infermieristica ed ostetrica» sono inserite le seguenti: «e il servizio sociale professionale» e, nel secondo periodo, dopo le parole: «con un appartenente alle professioni di cui all'articolo 1 della presente legge» sono inserite le seguenti: «nonche' con un appartenente al servizio sociale professionale».
- le indicazioni normative derivanti  dalla L. n. 89/2012, cosiddetta Balduzzi, per rispondere cioè all’esigenza di dare completa attuazione all’organizzazione dei servizi territoriali, come previsto dall’art.1, comma 1, e quindi assicurando organicità funzionale alla prevista “integrazione con il sociale” ed al conseguente “sociale a rilevanza sanitaria”.
 
L’impegno del SUNAS, quindi, continuerà, anche dopo la firma del contratto, per la promozione e la tutela delle istanze degli assistenti sociali che operano nel comparto sanità, nell’ambito del quale dovranno sempre più conseguire un significativo avanzamento professionale non solo per rispondere ad un legittimo interesse di categoria ma per poter contribuire alla realizzazione di un sistema socio-sanitario fondato su un modello in grado di garantire reali percorsi di integrazione ed adeguati livelli e standard di efficienza ed efficacia nell’attuazione degli interventi e dei servizi a favore dei cittadini.
 
Dott. Salvatore Poidomani
Segretario Generale SUNAS

27 febbraio 2018
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