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Non recarsi dal medico per “risparmiare tempo” non tutela la salute del cittadino

di Massimo Calisi

15 LUG - Gentile direttore,
Una sperimentazione avviata con le farmacie e con in Mmg, dal primo luglio in Lombardia permette ai cittadini del territorio dell'Asst Rhodense di Garbagnate Milanese di “ritirare i farmaci direttamente in farmacia senza recarsi dal medico di famiglia o dallo specialista ospedaliero” per il promemoria della ricetta dematerializzata.
 
Per l'assessore al Welfare della Lombardia, Giulio Gallera, si tratta di "un progetto importante che farà risparmiare tempo prezioso ai cittadini e che va ad aggiungere un altro tassello alla piena attuazione della presa in carico del malato cronico che stiamo mettendo in atto nella nostra Regione”.

Bisogna però fare alcune precisazioni. La prescrizione medica o ricetta medica in Ssn, possibile anche in modalità dematerializzata con promemoria è l’atto medico scritto dal Mmg per il paziente per la consegna dei farmaci dal farmacista. Il parere del Garante della Privacy, nella sua annuale relazione della propria attività presentata il 28 giugno 2016 in Senato, ha ribadito che: “l’unica modalità attualmente legittima affinché il paziente usufruisca del promemoria e possa ritirare i farmaci prescritti con ricetta dematerializzata è la consegna da parte del medico prescrittore del promemoria cartaceo al paziente e la consegna da parte del paziente del promemoria cartaceo alla farmacia”.

Nuove modalità di fruizione del promemoria da parte del paziente potranno essere individuate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze e rese note sul sito del Ministero; attualmente ancora non sono state individuate tali modalità e pertanto l’unica possibilità resta quella della consegna del promemoria cartaceo al paziente.

La consegna della ricetta è spesso coincidente con l’atto medico e con la sua produzione cartacea o dematerializzata. Quando il medico invece ha dei motivi clinici diagnostici per dovere procedere a eventuali consultazioni o studiare in modo più approfondito il caso clinico, può dilazionare nel tempo la prescrizione dopo l’incontro con il paziente.
 
Si pone allora la possibilità di una consegna successiva di tale atto medico scritto perché prodotto successivamente, ma solo e soltanto per quello e non per successivi e futuri atti medici di ricette-promemoria.
 
Per la tutela della salute, per deontologia e per la buona pratica medica, gli incontri medico-paziente per i cronicopatici detti anche follow up necessitano comunque di un contatto di volta in volta l’atto medico.
 
Per la giurisprudenza la produzione di un atto medico (ricetta o certificato) deve seguire necessariamente ad un contatto con l’assistito pure se trattasi di ricette di ripetizione di farmaci per i cronicopatici, possibili anche in multiprescrizione se necessario fino a sei confezioni per ricettazione, per la terapia per alcuni mesi.
 
Ma tali ricette ripetitive nel corso dell’anno e degli anni non possono essere un automatismo senza incontro il medico-paziente. Inoltre incontrare il medico, eseguire una visita o un follow up in più non è perdere tempo ma è sempre guadagnare in salute e prevenzione! I medici di famiglia ai fini dell’attuazione della presa in carico, grazie alla loro capillarità sul territorio, sono l’unico vero riferimento deputato alla tutela della salute della persona sia quando il paziente presenta patologia acuta nella medicina di opportunità o di attesa sia in caso di malattia cronica.

Gli studi dei medici di famiglia, come stabilisce l’accordo collettivo nazionale ACN art 12 comma 2a, forniscono: “(…) un accesso diretto ed illimitato ai suoi utenti, si occupano di tutti i problemi di salute, indipendentemente da età, sesso, e ogni altra caratteristica della persona”.

In conclusione ogni ricettazione, anche dematerializzata compresa quella ripetitiva per affezioni croniche, è un atto medico e la giurisprudenza ha stabilito che ogni atto medico necessita sempre di contatto tra medico e paziente..

Pertanto è fuori norma creare scenari che intendano superare l’atto medico.

Il cittadino sul territorio può essere certo di trovare nello studio del proprio medico di famiglia un punto di riferimento in cui viene garantita la tutela della salute e della privacy e con il suo medico di fiducia può stabilire, concordare e condividere anche le modalità più opportune per svolgere il contatto o ogni altra necessità di follow up.
 
Massimo Calisi
Medico di famiglia
Direzione nazionale Sindacato Medici Italiani (Smi)

15 luglio 2018
© Riproduzione riservata

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