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Salme per la formazione in Medicina. Servono norme nuove per promuoverne l’uso e la donazione

di F. Cappello, W. Mazzucco

23 AGO - Gentile Direttore,
vorremmo sottoporre all’attenzione Sua ed ai lettori di questo prestigioso quotidiano, questo nostro breve contributo alla discussione sull’utilizzo delle salme per la formazione pre- e post-lauream in Medicina. Fin dalla costituzione delle prime Scuole (ex Facoltà) di Medicina in Italia e nel Mondo, uno degli insegnamenti cardine su cui poggia il core curriculum degli studi medici è rappresentato dall’Anatomia Umana.

È risaputo che tale insegnamento è stato rifondato in Italia, nel XVI secolo, grazie al lavoro di famosi anatomisti quali Vesalio, Ingrassia, Eustachio, Falloppio, etc., che furono in grado di mettere in discussione e, quindi, superare i vecchi e in buona parte errati insegnamenti di Aristotele e Galeno, tramandati nei dodici secoli precedenti come dogmi incorruttibili. Furono in grado di fare ciò grazie alla reintroduzione in Italia, dopo i “secoli bui”, della pratica della dissezione anatomica, avallata dalla Chiesa, e che per prima si tenne a Bologna ad opera di Mondino da Liuzzi e, successivamente, a Padova, dove venne creato il famoso “teatro anatomico”, ancora esistente. Non a caso, ai tempi, l’Italia era ai vertici mondiali per la genesi della cultura medica e scientifica ed illustri studiosi la frequentavano per addestrarsi alla pratica medica.

Ancora oggi, a distanza di secoli, gli anatomisti italiani vengono visti con grande rispetto dai loro omologhi stranieri, grazie all’eredità culturale che portano in dote e nonostante da decenni le dissezioni siano un privilegio che solo pochissimi atenei possono permettersi, a causa di tutta una serie di circostanze che ne hanno determinato l’abbandono, costringendo gli studenti di medicina ed i medici, giovani e non, a recarsi all’estero per formarsi o aggiornarsi sulla pratica anatomica e, soprattutto, alla pratica chirurgica, attraverso la frequenza di dispendiosi corsi sui cadaveri.

Le principali ragioni che hanno determinato questo abbandono della pratica anatomica e della formazione su cadavere in Italia sono fondamentalmente riconducibili ai seguenti ordini di fattori:

1.    regolamentazioni poco chiare e poco pubblicizzate circa la possibilità e la modalità di donare la propria salma alla scienza;

2.    il definanziamento dell’università, che ha comportato una costrizione di risorse per i dipartimenti, inclusi quelli ove hanno sede le istituzioni anatomiche;

3.    le non sempre agevoli interazioni tra i livelli aziendali sanitari e le discipline mediche di base.

Di contro, recenti studi condotti in Italia, hanno documentato uno specifico bisogno formativo da parte di studenti in medicina e medici in formazione specialistica [Saguto ed al. Survey on the demand of Sicilian physicians for a specific training on human cadavers and animals. Euromediterranean Biomedical Journal 2018,13 (3),9–14].

Per invertire questo scenario, con l’obiettivo di reintrodurre la dissezione nelle Scuole di medicina, da svolgersi in sale settorie moderne ed a norma (possibilmente senza utilizzo di formalina, ma con la catena del freddo, ed in locali adeguatamente attrezzati) e al fine di migliorare sensibilmente la formazione medica, inclusa quella specialistica, vorremmo suggerire lo sviluppo di progetti pilota di “aggregazioni interdipartimentali” tra esperti della materia che - con un approccio multidisciplinare - affrontino la tematica della dissezione anatomica da più prospettive, inclusa quella giurisprudenziale, e ne avviino la reintroduzione anche attraverso la diffusione della cultura della donazione dei corpi (ai sensi delle attuali, seppur carenti, normative).

L’idea è anche quella di esitare proposte al Legislatore da convertirsi in disegni di legge e di redigere manuali di buone prassi per l’utilizzo delle salme a scopo di didattica e ricerca.

Confidiamo che questo contributo possa stimolare in seno alla comunità medica il dibattito su questo argomento.

Francesco Cappello
Medico Anatomista

Walter Mazzucco
Medico di Sanità Pubblica

23 agosto 2018
© Riproduzione riservata

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