Quotidiano on line
di informazione sanitaria
Venerdì 04 OTTOBRE 2024
Lettere al direttore
segui quotidianosanita.it

Italia, un Paese sempre in ritardo sui tempi

di Ivan Favarin

16 FEB - Gentile Direttore,
Napoleone Bonaparte liquidò così gli Austriaci: “Toujours en retard: d'une année, d'une armée et d'une idée.” Un onesto e disincantato osservatore potrebbe dire oggi la stessa cosa dell’Italia: sempre in ritardo. Ma di decenni. I soldi mancano, e il debito pubblico si aggrava, complici le scelte politiche e le incrostazioni strutturali, il tempo e gli interessi passivi.
 
Le idee non mancano, anzi, siamo un Paese troppo fantasioso, come il vestito di Arlecchino. Troppe iniziative isolate però non danno seguito a nessun progetto di ampio respiro. Avere idee è una cosa, organizzare è ben altro.
 
Le armate oggi non vanno più di moda come sfoggio di potere - non siamo in piazza Rossa a Mosca. Però potremmo pacificamente estendere il concetto di “armata” a tutti gli organi ed enti statali e locali che ci garantiscono i servizi essenziali: sicurezza, istruzione, ricerca, sanità, ecc. 
 
Un’armata di professionisti che brilla - in sanità pubblica soprattutto per un rapporto costi/benefici veramente da primato. Ma saper fare di necessità virtù non è propriamente “essere avanti”. A me in Gran Bretagna all’università ripetevano sino alla nausea: “in un mondo in rapido movimento, stare fermi equivale a restare indietro”.
 
Le posizioni conquistate in sanità non sono baluardi da custodire come monumenti, ma trampolini da sfruttare con slancio. Sono tornato in Italia e mi è sembrato di rientrare in un museo. Guai a spostare un pezzo o ridiscuterne l’utilità, persino per i giovani. Gravi crisi economiche ci attanagliano? In Italia si pensa a “salvare il salvabile”, non a riformare il sistema. Eppure autorevoli voci ci ammoniscono da tempo.
 
Qualcosa si muove, ma quante divisioni nell’armée dei sanitari! Sono stato abituato (sempre in Gran Bretagna) a pensare ai prodotti/servizi partendo alla domanda. All’opposto, difendere a oltranza prerogative professionali e strutture esistenti significa costruire partendo dall’offerta. Servono ancora gli ospedali e i servizi come li abbiamo conosciuti sinora? Gli stessi profili professionali di chi ci lavora non potrebbero forse evolvere diversamente, sin dalla formazione? Chi di noi si confronta davvero con i migliori maestri internazionali e aspira a superarli?
 
Certo è facile cambiare una procedura aziendale, ripensare un percorso diagnostico-terapeutico-assistenziale. Ma tutte le persone e le strutture che li applicano, sono davvero un passo avanti? E cosa stiamo facendo davvero per educare la popolazione alla salute, onde evitare di incrementare il ricorso alle angioplastiche primarie (tanto per citare un disastro annunciato)? È meglio avere una rete cardiologica d’eccellenza o avere un cuore eccellente?
 
La verità è che siamo così compiaciuti e affezionati ai nostri antri muscosi e ai fori cadenti da bearci di buone prestazioni nelle classifiche dei sistemi sanitari senza temere di essere già superati.
 
L’innovazione in Italia è sporadica. Picchi di modernità non bastano a svecchiare un sistema o un edificio. Le statistiche dicono che il SSN deve far fronte alle esigenze di un Paese che invecchia: io rincaro la dose dicendo che siamo vecchi già da giovani, poco propensi a ripensare e rivedere le nostre sicurezze. Viviamo di conquiste del passato, ma senza lo spirito che animò i pionieri di allora. 
 
Qualcosa si è mosso con la crisi del decennio scorso, ma è stato un adeguamento reattivo e non proattivo. Sono state fatte scelte coraggiose come non accadeva da anni, più che altro mirate al contenimento della spesa - non certo paragonabili alla coraggiosa creazione del NHS dalle macerie del  dopoguerra da parte di Beveridge e Churchill. 
 
Per Napoleone un anno di ritardo era un’onta. Con decenni di inerzia e una senescenza programmata, per l’Italia essere “solo” un anno in ritardo sarebbe già una conquista.

Ivan Favarin
Infermiere

16 febbraio 2019
© Riproduzione riservata

Altri articoli in Lettere al direttore

lettere al direttore
ISCRIVITI ALLA NOSTRA NEWS LETTER
Ogni giorno sulla tua mail tutte le notizie di Quotidiano Sanità.

gli speciali
Quotidianosanità.it
Quotidiano online
d'informazione sanitaria.
QS Edizioni srl
P.I. 12298601001

Sede legale:
Via Giacomo Peroni, 400
00131 - Roma

Sede operativa:
Via della Stelletta, 23
00186 - Roma
Direttore responsabile
Luciano Fassari

Direttore editoriale
Francesco Maria Avitto

Tel. (+39) 06.89.27.28.41

info@qsedizioni.it

redazione@qsedizioni.it

Coordinamento Pubblicità
commerciale@qsedizioni.it
    Joint Venture
  • SICS srl
  • Edizioni
    Health Communication
    srl
Copyright 2013 © QS Edizioni srl. Tutti i diritti sono riservati
- P.I. 12298601001
- iscrizione al ROC n. 23387
- iscrizione Tribunale di Roma n. 115/3013 del 22/05/2013

Riproduzione riservata.
Policy privacy