Il mondo del porno e la prevenzione dell’Hiv
di Magherita Errico
23 FEB -
Gentile Direttore,
l’altro ieri a Pozzuoli (Na) si è inaugurata una 3 giorni denominata “Nasex” una fiera del’Eros con star del porno tra cui Malena. In qualità di presidente nazionale di NPS insieme ai componenti di Nps Campania abbiamo per la prima volta partecipato a questo genere di manifestazione per parlare di prevenzione sull’Hiv e lotta allo stigma.
Lo stimolo è nato dal fatto di cronaca relativo alla recente diagnosi di sieropositività ricevuta dall’attore Nacho Vidal, che negli ultimi mesi ha girato film anche con l’ospite Malena e a quanto dichiarato anche dall’attore Rocco Siffredi intervenuto sui media in solidarietà del collega Vidal.
Essere presenti con condom e materiale informativo all’interno di una manifestazione che parla di sesso e che vuole che il sesso sia libero da certe paure è stata certamente una provocazione che abbiamo voluto fortemente, per parlare col pubblico che frequenta questi happening e sentire anche cosa sanno e cosa pensano della prevenzione sull’Hiv, e la percezione che molti cerchino di giocare alla roulette russa non usando precauzioni senza che minimamente il pensiero li sfiori è stata chiara e netta.
Il nostro “artivista” Domenico Salierno ha saputo trarre spunto dalla sua opera “Impermeabile scaduto” per stimolare i confronti con le singole persone che si sono avvicinate al nostro stand, partendo da un semplice concetto riguardante anche il fatto che i preservativi hanno una scadenza da rispettare affinché siano funzionanti, cosa che non tutti sanno o alla quale prestano attenzione.
Le inesattezze scientifiche, per di più discriminanti, dichiarate in alcune interviste di Rocco Siffredi sono talmente grossolane che non ho potuto fare a meno di riprenderle.
Innanzitutto ci auguriamo che Nacho Vidal presto smetta di pensare di essere un uomo finito e che iniziandosi a curare possa riprendere anche la sua attività visto che a breve sarà a breve a carica virale azzerata oltre che a poter fare il regista, come già fa.
Il test del Dna di cui parla Siffredi è la così detta PCR quantitativa e qualitativa che abbiamo anche in Europa, e in Italia, e che le produzioni del cinema porno potrebbero certamente provvedere a fornire ai loro attori perché il nostro sistema sanitario, intendo quello italiano, non prevedono questi esami al primo accesso al test a causa dei costi ancora elevati di questi presidi, costi che dovrebbero coprire le produzioni appunto.
L’affermazione “chi va coi trans rischia la vita” è colma di transfobia e di pregiudizi, e ci chiediamo secondo quale statistica si possa affermare che 8 su 10 sono malati…? Così come è discriminatorio e infondato scientificamente affermare che il ritorno della siflide sia forse attribuibile alla immigrazione.
Tra i messaggi più importanti quindi, a mio avviso, c’è quello che le produzioni della cinematografia del porno hanno una grande responsabilità verso i loro attori.
E’ evidente che Siffredi non sa, pur frequentando l’ambiente americano, che esiste uno strumento preventivo (oltre il condom) che sia chiama PrEP – profilassi pre-esposizione che assolverebbe a tutte le paure degli attori porno, ecco di cosa si dovrebbero informare i produttori e le produzioni del cinema porno per tutelare i loro attori e supportarli in questo percorso di strategie di prevenzione combinate. Ecco qual è il nostro messaggio in questa occasione!
Margherita Errico
Presidente Nps
23 febbraio 2019
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