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I Podologi Aip al Ministero della Salute: “Garantire cure adeguate, anche quelle podaliche”

di Associazione italiana podologi

07 MAR - Gentile direttore,
è di ieri, mercoledì 6 marzo, l’incontro che i rappresentanti dell’Associazione Italiana Podologi (AIP), il Presidente Professor Valerio Ponti ed il Presidente Onorario Professor Mauro Montesi hanno avuto al Ministero della Salute per parlare delle tematiche a loro care da anni, e che vengono sintetizzate nel documento depositato al termine del colloquio, e che si allega.
 
Durante l’incontro sono stati trattai gli argomenti: la figura professionale del Podologo che ancora oggi purtroppo si tende a confondere con quella del pedicure o dell’estetista, nonostante la legge ne ha esplicitamente compreso l’attività tra le professioni sanitarie; la questione delle patologie podaliche nei bambini e negli anziani, il 70% degli anziani soffre di patologie podaliche ed in particolare gran parte degli anziani è alle prese con le complicazioni del diabete ossia il piede diabetico.
 
Quello che l’AIP ha auspicato, anche, durante l’incontro è che in un futuro quanto più prossimo possano essere raggiunti i seguenti traguardi:
 
-avvio ed approvazione in tempi rapidi della proposta di legge AC. 596 a firma dell’Onorevole Mandelli (FI) “Norme in materia di podologia e istituzione della laurea magistrale in podoiatria”, così da adeguare il profilo professionale del Podologo a quello dei Paesi europei, in particolare Spagna ed Inghilterra;
 
- l’esigenza che venga prevista, sia a livello nazionale che regionale, l’assistenza podologica, soprattutto per anziani e bambini, nell’ambito di un necessario programma di prevenzione delle patologie del piede. Infatti, cure non appropriate determinano patologie invalidanti che possono portare l’anziano ad una mobilità ridotta o perfino compromessa, mentre, la mancanza di screening per i bambini nelle scuole elementari fa sì che non si possano prevenire future e più gravi patologie del piede. Al fine di prevenire patologie del piede nei bambini dovrebbero essere, anche, poste le condizioni per una maggiore integrazione tra il pediatra ed il podologo;
 
- l’inserimento dell’assistenza podologica nei LEA, al fine di ridurre le amputazioni derivanti dalle complicanze del diabete. Le complicanze del diabete, grave patologia ritenuta dalla comunità scientifica internazionale come “la pandemia del futuro”, che, come noto, causa in Italia oltre 7.000 amputazioni l’anno, con una media di 19 giorni di degenza per ogni paziente, comporta conseguenti notevoli costi a carico del Sistema Sanitario Nazionale e l’esclusione dall’assistenza dei cittadini meno abbienti;
 
-il fatto che, nelle Case della Salute e nelle RSA venga prevista anche la presenza del podologo, favorendo così una deospedalizzazione e notevoli risparmi a carico del Sistema Sanitario Nazionale (SSN), nonché a costo zero gli studi podologici dovrebbero avere sempre maggiore rilievo sul territorio;
 
- di istituire un Tavolo tecnico, che si occupi della podologia e delle tematiche ad essa correlate, nonché dei percorsi terapeutici da adottare;
 
- di promuovere una Comunicazione istituzionale che sia finalizzata ad evitare che la figura del podologo venga ancora oggi confusa con quella del pedicure o dell’estetista. Tale confusione può infatti provocare dei danni irreparabili alle persone, che non ricevendo la cura più adeguata dalla giusta figura professionale, rischiano di avere danni sia a livello di qualità di vita riducendo la loro mobilità che a livello economico, dovendosi poi farsi carico di spese per ulteriori cure che il nostro SSN non copre.
 
Associazione italiana Podologi

07 marzo 2019
© Riproduzione riservata

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