Gli Stati generali nel vivo del dibattito?
di Maria Luisa Agneni
08 LUG -
Gentile direttore,
il secondo appuntamento al Consiglio Nazionale della FNOMCeO dedicato agli Stati Generali si è svolto il 4 e 5 luglio dove sono state affrontate le tematiche della seconda macroarea “Il medico e la società” e della quarta macroarea “Il medico e la scienza” delle 100 tesi per discutere il medico del futuro. Assidua è stata la partecipazione dei Presidenti degli Ordini Provinciali o dei loro delegati, di esperti e di prestigiosi discussant.
E’ stato un segnale di grande coerenza e determinazione organizzare così le premesse per un “cambio di passo”, annunciato e confermato dal Presidente Anelli sin dal suo primo Consiglio Nazionale del 13 gennaio e in quello del 24 marzo 2018. Prima di allora infatti ci si era limitati a discutere teoricamente o segnalare al mondo politico e alla società il disagio della professione con iniziative che non hanno portato alcun frutto; del resto che sarebbero state sterili era facilmente intuibile perché non supportate da una lucida e completa analisi della crisi del medico che è anche, ovviamente, della medicina.
Invece oggi il “cambio di passo“ è stato e sarà motivato e anticipato da un approfondito e completo studio sul perché siamo giunti all’ attuale situazione per favorirne il dibattito che si sta svolgendo in questi mesi.
Qui non si tratta di apportare maquillage e illusori correttivi che contribuirebbero a mettere ancora più in pericolo la stabilità e il senso dell’essere e di fare il medico ma di ripensare insieme la figura del medico e di conseguenza la medicina per ritrovare un ruolo congruo ai cambiamenti della società in rapida evoluzione che cambia le proprie concezioni di vita e del mondo e che chiede soprattutto qualità di vita e vitalità.
Il tutto senza rinunciare al metodo che ha accresciuto le conoscenze attuali ma ampliandolo e rendendolo più funzionale e attuale e cioè complessificandolo. La società civile corre più veloce delle norme , dei legislatori ,delle istituzioni, e del medico e chiede al medico risposte che sempre più spesso - e non solo per carenza di formazione ma soprattutto per forma mentis - non è in grado di dare, abituato come sempre a considerare degno di attenzione solo quello che si può misurare.
Le conoscenze che riguardano le malattie e soprattutto il malato che correlano con spiegazioni non controllabili “scientificamente” sono private del loro valore. Ma è un pregiudizio pericoloso che ci sta costando troppo.
Con la conseguenza che il malato non essendo studiato nella sua complessità psicofisica e nella sua complessità di contesto si sente smarrito e non riconosciuto perdendo la fiducia in chi dovrebbe curarlo all’interno di una sana relazione.
I condizionamenti economici e la medicina amministrata non devono essere più considerati i soli motivi (che pure esistono) dello scollamento fra quello che la società ci chiede e quello che siamo in grado di offrire ma c’è molto altro e le 100 tesi per ripensare il medico del futuro stanno provocando efficacemente il dibattito e il confronto fra medici di varie età rappresentanti delle più diverse categorie . L’inizio delle due giornate è stato caratterizzato dall’intervento tutt’altro che rassicurante del Presidente ENPAM Oliveti sulle pesanti ricadute che i cambiamenti delle tipologie di lavoro avranno sul welfare e che l’Intelligenza Artificiale sta avendo e avrà sulla nostra professione. L’Intelligenza Artificiale non è identificabile con il robot come si è portati a pensare ma lo rende una macchina che impara.
L’esperienza nel Regno Unito della app Babylon Health, che ha stipulato una convenzione con l’NHS per Londra e che offre “consulenze” a distanza su sintomi dichiarati da pazienti on line ed elaborati da un algoritmo ,organizzando visite specialistiche e prenotando analisi, ha lasciato i presenti molto perplessi per non dire raggelati.
Se questo sarà il futuro, e se saremo in grado di ben utilizzare l’I.A.-aggiungo io ottimisticamente- forse potremo a parità di produttività lavorare meno ore e dedicarci ad un ozio creativo che aprirà la possibilità ad altre tipologie di lavoro generando e favorendo nuove attività.
Si sono aperti 5 tavoli di lavoro sulla Relazione, sul Dialogo e Linguaggio,sul Consenso Informato,sulla Clinica e Cultura, sul Medico e la Tecnologia che hanno offerto ai numerosi partecipanti di ragionare ed immaginare se e come necessari cambiamenti in merito potranno contribuire a ridefinire il medico e la medicina del futuro.
La sintesi finale di ciascun tavolo di lavoro è stata offerta a tutti in plenaria ed è stata l’espressione di un forte e appassionato lavoro.
Infatti il comprensibile orgoglio, e le perplessità iniziali hanno lasciato il posto ad un’ autentica e sentita partecipazione che ha parlato anche attraverso accesi ed utili contrasti da dove è emersa la necessità di nuove consapevolezze(tra cui l’indispensabilità del cambio di passo) fino al quel momento sopita da rassicuranti ma deboli certezze.
Gradatamente l’interesse è aumentato e la voglia di partecipare anche. Forse è mancata l’autocritica ma in futuro sarebbe molto utile mettere a fuoco anche quello che di nostro ha contribuito alla crisi evitando possibilmente di attribuirne la responsabilità solo e ancora una volta, per alleggerire le responsabilità , al declino culturale e civile della società che coinvolge inesorabilmente anche la professione medica.
“Il coraggio, uno, se non ce l’ha mica se lo può dare“ dice Don Abbondio ma il presidente Anelli ha dimostrato di averne moltissimo sia scegliendo come catalizzatrice la competenza trainante del prof Cavicchi ,sia offrendo a tutti noi e soprattutto ai medici del futuro un’opportunità unica e lungimirante che fa leva sui valori fondanti della medicina e dell’essere medico favorendone l’apertura mentale e la creatività ,sia dando uno scossone alle tiepide e pigre consuetudini.
Il coraggio desta sorpresa e ammirazione e impone rispetto.
Maria Luisa Agneni
Specialista Ambulatoriale ASL Roma1
08 luglio 2019
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