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Cure domiciliari e homecare provider: cosa non va e come rilanciarle 

di Gianluca Cremonesi

01 NOV - Gentile Direttore, 
sono tre gli aggettivi con i quali potrebbe essere definito il sistema delle cure domiciliari in Italia: frammentato, complesso e iniquo. Frammentato perché ogni paziente, specialmente quello complesso, è assistito da un insieme di fornitori diversi, che vengono selezionati attraverso gare d’appalto indette per ogni singolo aspetto dell'assistenza. L’onere dell’integrazione dei diversi servizi ricade quindi interamente sul paziente o sul suo caregiver, cioè chi se ne prende cura. 
 
Complesso, perché le numerose gare d'appalto (una per ogni servizio reso alla stessa persona) indette da centrali d’acquisto diverse tra loro, rendono altamente complessa la gestione delle cure domiciliari e il coordinamento tra i vari aspetti ad esse correlati, anche da parte del Servizio Sanitario Nazionale, con la conseguenza che il modello non è 'cucito' sui bisogni terapeutici del paziente. Iniquo, perché i Lea, livelli essenziali di assistenza, forniscono una cornice di riferimento in termini generici: spetta a Regioni ed enti sanitari territoriali l’implementazione e l’erogazione concreta dei servizi domiciliari. Le diverse tempistiche di applicazione, unite al mancato coordinamento sull’offerta da garantire e alle differenze di budget esistenti tra i diversi enti, hanno generato diseguaglianze per cui a molti cittadini non vengono garantiti adeguati servizi domiciliari e questo in base alla loro area geografica di residenza. 
 
Noi siamo convinti che la soluzione passi per un riconoscimento e una definizione del ruolo degli Homecare Provider,i fornitori di servizi e assistenza domiciliari, che garantiscono terapie che sono salvavita , come l'ossigenoterapia, la ventilazione artificiale e la nutrizione parenterale e per una semplificazione della presa in carico, che per pazienti e caregivers è gravata dal fatto di non avere un interlocutore unico, ma è più difficile proprio per la complessità di attori coinvolti anche per i centri ospedalieri o i medici di medicina generale. 

Anche di questo parleremo il prossimo 5 novembre a Roma, presso la Sala Capranichetta dell’Hotel Nazionale, in un evento dal titolo: “Le cure domiciliari e il ruolo degli Homecare Provider – Integrazione dei servizi, valore per il paziente”. Un approccio realmente integrato, capace di mantenere il paziente fuori dalle strutture per acuti, necessita di una piena collaborazione tra i percorsi assistenziali basati sul coinvolgimento dei medici specialistici e dei medici di medicina generale e i fornitori di servizi e assistenza domiciliari.

I servizi domiciliari erogati dagli Homecare Provider devono essere collocati in una cornice normativa uniforme nell’ambito del Servizio Sanitario Nazionale, superando così l’attuale frammentazione che caratterizza l’ambito domiciliare, sia all’interno di ogni sistema regionale con riferimento all’erogazione stessa dei servizi che a livello nazionale con le differenze tra i diversi sistemi regionali. 

Nonostante l’inserimento nei Livelli essenziali di assistenza delle terapie domiciliari (col DPCM 12 gennaio 2017), infatti, le singole Regioni – alle quali sono demandate le modalità di acquisto delle terapie domiciliari - non sono ad oggi in grado di garantire equità di accesso a tutti i cittadini proprio a causa del decentramento e della flessibilità dell’offerta di servizi resi. Diventa pertanto necessario identificare un modello unitario che sia in grado di portare alla definizione di un quadro regolatorio coerente  che valorizzi le cure domiciliari in tutti i suoi aspetti (sanitari, tecnologici e di servizio). Il nuovo Patto per la Salute, di cui per ora sono state rese note solo delle bozze  ma che contiene anche un nuovo impulso per lo sviluppo dei servizi territoriali e una piena attuazione del Piano Nazionale della Cronicità, potrebbe essere lo strumento per un riconoscimento e una definizione degli Homecare Provider, punti fermi dei servizi per  l'Ssn ma attori ancora non riconosciuti, sebbene siano soggetti esterni sono indispensabili.
 
Ing. Gianluca Cremonesi 
Presidente Assogastecnici - Federchimica 

01 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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