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Sicurezza delle cure: se vuoi migliorare, devi misurare

di Filippo Azzali

28 NOV - Gentile Direttore,
il nostro Sistema Sanitario in generale e in particolare le organizzazioni sanitarie, sia pubbliche che private, non possono permettersi di erogare processi di cura di scarsa qualità. I costi della “non qualità” generano non solo costi aggiuntivi, ma due importanti conseguenze negative: una immagine negativa e soprattutto una demotivazione degli operatori, che riducono il loro senso di appartenenza e vivono il loro lavoro sempre più come “dovere” senza passione. Tanto - in questi anni - giustamente si è stato fatto a livello di sistema per mettere al centro dell’attenzione la qualità e generare processi di miglioramento che potessero garantire livelli sempre più efficaci di cura per i pazienti.

Il tema del miglioramento della qualità e della sicurezza del paziente necessita di essere accompagnato da uno strutturato sistema di misurazione. La misurazione infatti è condizione indispensabile per poter implementare processi di miglioramento, non si può migliorare se non si misura. Misurare però non è “appealing” per le nostre organizzazioni, e che la misurazione scivoli in una classifica può anche essere utile, ma occorre una misurazione maggiormente focalizzata.

Lo sforzo di mettere insieme una molteplicità di organizzazioni sanitarie, pubbliche e private, e condividere insieme, in maniera volontaria, delle misure per poter costruire processi di miglioramento è una strada forse difficile da proporre, ma sicuramente molto vantaggiosa. Il Joint Commission Italian Network, è una esperienza presente nel nostro Paese da 7 anni, vuole dare la possibilità alle organizzazioni sanitarie pubbliche e private italiane, di condividere la misurazione e il confronto su indicatori di qualità. Il network ha iniziato con un indicatore che la letteratura negli anni ha identificato in maniera non equivocabile come espressione di una organizzazione attenta alle cure e al paziente: la compliance all’igiene delle mani. I risultati presentati sono il frutto di tre anni di sperimentazione (2017 – 2019) e di condivisione tra le strutture sanitarie del network.

Il progetto sull’Hand Hygiene del Joint Commission Italian NetworkI nasce dal protocollo e dalle linee guida del WHO sui 5 momenti dell’igiene delle mani e ha rilevato in un quadrimestre (settembre – dicembre) ogni anno i comportamenti degli operatori e dei professionisti.

I dati dei primi due anni (la rilevazione del 2019 è ancora in corso) raccontano di un’esperienza accettata e condivisa da 16 organizzazioni sanitarie che si sono impegnate a raccogliere oltre 65.000 rilevazioni. La dimensione della rilevazione ha permesso confronti tra le organizzazioni indispensabile per valutare nuovi campi di miglioramento. Il punto di forza dell’esperienza è da un lato la base volontaria (si rilevano informazioni per confrontarsi con altre organizzazioni e migliorarsi) e dall’altro che le organizzazioni si sono confrontate sulle azioni poste in essere e sui risultati raggiunti.

I dati raccolti presentano una situazione difforme all’interno delle organizzazioni con livelli di compliance diversi ma rappresentano una base di partenza e di confronto per migliorarsi. La possibilità di analizzare i dati in relazione alla figura professionale, all’area clinica di riferimento, al momento (Prima del contatto con il paziente - Prima di una manovra asettica - Dopo il rischio / l’esposizione a un liquido biologico - Dopo il contatto con il paziente - Dopo il contatto con ciò che sta attorno al paziente) dell’igiene fornisce la possibilità all’organizzazione di mettere in atto azioni correttive mirate anche con la possibilità di comparare le proprie performance con quelle delle altre organizzazioni.

Un ulteriore elemento di soddisfazione, relativo al grado di engagement delle organizzazioni all’interno del progetto, è determinato dalla seconda fase in cui si andrà a misurare l’efficacia di ciascuna misura organizzativa sull’obiettivo di incrementare un corretto e sistematico lavaggio delle mani.

Il progetto di miglioramento può essere giudicato di grandissimo interesse, perché fornisce informazioni molto utili per il confronto delle performance con un investimento in proprio di ciascuna organizzazione (non ci sono sponsor o terzi paganti) che testimonia come misurare e confrontarsi siano elementi che “ripagano” gli investimenti di ciascuna organizzazione.




Il 28 novembre alle ore 11.30 con la presentazione dei risultati durante la tavola rotonda “L’igiene delle mani: il progetto di Benchmarking del Joint Commission Italian Network”, all’interno del 14°Forum Risk Management, vogliamo ribadire che i processi di miglioramento non solo generano risultati positivi per i nostri utenti, ma che aumentano la solidità delle organizzazioni rendendole maggiormente capaci di cambiare.

Filippo Azzali
Coordinatore Joint Commission Italian Network


28 novembre 2019
© Riproduzione riservata

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