Coronavirus. Morti evitabili, quelle degli operatori sanitari?
di Giovanni Leoni
28 MAR - Gentile Direttore,
mentre scrivo queste righe, siamo arrivati a
51 Colleghi deceduti a seguito del Covid-2019 (il dato si riferisce alle ore 19 del 27 marzo). Il giorno prima alla stessa ora eravamo a 41. Non abbiamo dati precisi sulle altre categorie, partiamo da qui.
La maggior parte dei Colleghi sono Medici del Territorio, salgono le perdite anche per gli Odontoiatri, tra gli Ospedalieri compaiono nella lista lugubre Anestesisti, Pneumologi, Infettivologi e non è dato di sapere quanti sono ricoverati in questo momento e le loro condizioni.
Deceduti e ricoverati anche tra gli Operatori e vari livelli, Infermieri e Soccorritori: gente sana per definizione, in origine. Sappiano solo i dati grezzi degli infetti di oggi, e come Operatori Covid + In Italia siamo a 6.414 su 73.780, attorno all’8,7 % del totale, una enormità.
Noi vediamo adesso gli effetti dei comportamenti dei nostri Colleghi di circa 30 giorni fa, Colleghi che hanno continuato a lavorare con procedure e protezioni inefficaci nella pratica in ospedale e sul territorio.
In questa modifica costante delle normativa sui dispositivi di protezione, era ed è vero che le mascherine chirurgiche servono praticamente a poco per i Professionisti e che la maggior parte di Medici, Infermieri, Professioni Sanitarie e Volontari probabilmente si sono ammalati perché non sono stati dotati di Dispositivi di Protezione adeguati nel contatto diretto con pazienti malati.
A questo link potete trovare le indicazioni dei Cdc americani sull’utilizzo dei dispositivi di protezione FFp2, FFp3 maschere e occhiali protettivi. In sintesi si consiglia di ridurre al minimo il numero di persone che devono utilizzare la protezione respiratoria mediante l'uso preferenziale di controlli tecnici, di implementare pratiche che consentano l'uso prolungato e/o il riutilizzo limitato dei respiratori N95 (simili con efficienza alla FFp2 - FFp3) e viene consigliata la priorità all'uso dei respiratori N95 per il personale a più alto rischio di contrarre o riscontrare complicazioni di infezione.
Molte Dirigenze Sanitarie nel Veneto ed in Italia, compresi tanti Assessori Regionali alla Sanità, si sono difesi dicendo che la dotazione di mascherine era prescritta dall’OMS. Ora si attendono le nuove indicazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ma intanto Medici, Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie continuano ad infettarsi ed a morire in una guerra al Coronavirus che si poteva affrontare diversamente. Questi sono i fatti, quante di queste morti potevano essere evitate?
Giovanni Leoni
Segretario CIMO Regione Veneto
28 marzo 2020
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