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Per la medicina generale deve cadere il tabù della dipendenza

di Maria Francesca Falcone

17 APR - Gentile Direttore,
l’esperienza della attuale pandemia rappresenta un’occasione per mettersi in discussione per quanti, a differenza da chi lavora dietro le scrivanie inseguendo la burocrazia, lavorano sul campo e, oggi, in trincea. In agosto scorso, il Segretario della FIMMG paventava i rischi connessi alla “ipotesi del passaggio dalla convenzione alla dipendenza“ per i Medici di Medicina Generale.
 
Allora come adesso, che ci troviamo in piena emergenza pandemica COVID-19, lo stesso “ ha minacciato” il ricorso alla chiusura degli studi medici causa la mancanza di dotazioni necessarie ad esercitare il ruolo di MMG. In risposta alla posizione assunta dal sindacato, avanzavo la proposta di autorizzare l’invio di ricette e certificati on-line, di rimuovere il divieto di scegliere il proprio medico senza confini, facendo al contempo notare il paradosso di dover ricorrere al compenso di un sostituto per ferie, malattia e altra incombenza.
 
Il Medico di Guardia Medica nei fatti si trova a svolgere impropriamente un’attività dell’area Urgenza/Emergenza, pur non ricevendo una adeguata formazione, trovandosi talora mandato allo sbaraglio ed essendo retribuito ad ore, senza avere alcuna tutela, nonché rimanendo a rischio di denunce, minacce, soprusi e quant’altro, per non parlare di violenze di ogni tipo.
 
Già in altre occasioni ho portato all’attenzione dei lettori di QS tutti i limiti di un Servizio Territoriale completamente scollato e distante dal tanto declamato modello integrato con l’Ospedale, ho lamentato come il fenomeno degli “accessi impropri” non si verifichi soltanto nei Pronto Soccorso ma anche negli ambulatori di Guardia Medica e Specialistici, a fronte di liste d’attesa infinite, figlie di circuiti prescrittivi incontrollati ed incontrollabili se non attraverso il sistema TS che se messo in atto, avrebbe permesso di ottimizzare le sempre più limitate risorse appannaggio della Sanità Pubblica, evitando inutili, ripetitivi ed onerosi percorsi diagnostici scollegati tra loro, sfruttando il chip della Tessera Sanitaria Nazionale, avendo a disposizione un unico Software Nazionale condiviso da tutti i Medici d’Italia Ospedalieri, del Territorio, di Case Cura Accreditate che oggi acquisirebbero in tempo reale la storia clinica del paziente.
 
COVID-19 ha messo sotto stress il nostro SSN evidenziandone pregi e difetti, e oggi il virus pandemico ha rivoluzionato il quadro: gli studi dei MMG sono vuoti ed i medici interagiscono coi loro assistiti quasi esclusivamente tramite la via telefonica, si effettuano prescrizioni rigorosamente on-line e mentre gli Uffici ASL, INPS ed INAIL rimangono chiusi, i MMG si ritrovano alle prese con i rinnovi dei piani terapeutici, certificati INPS, INAIL, esenzioni patologia, rinnovo presidi, effettuazione di richieste solo per visite Urgenti o Brevi.
 
In pratica, dopo tanti anni di studio ed una passione infinita per la medicina, ci riscopriamo nel ruolo di burocrati, a nostra insaputa, in attesa di poter esercitare in modalità di TELEASSISTENZA perché i DPI non ci vengono forniti da quella ASP cui ci lega una labile convenzione (vecchia di 40 anni) e che, pertanto, ci percepisce per quello che siamo: corpi estranei, Figli di un Dio minore.
 
Le liste d’attesa risultano d’incanto clamorosamente azzerate, ma nessuno se ne lamenta, l’inappropriatezza è ormai un lontano ricordo. Guardie Mediche? Accessi non pervenuti, i pazienti si recano in ambulatorio solo in casi gravi e previo contatto telefonico, le visite domiciliari sono offlimits, le USCA stentano a decollare per mancanza dei DPI. La paura del contagio prevale su tutto e la Sanità del Territorio concepita ormai diversi decenni fa, si conferma essere un carrozzone vecchio,dispendioso e improduttivo. Il territorio è ricco di Medici ma completamente scollegati tra loro, avulsi da un’organizzazione strutturata, distratti dall’esercizio della funzione di filtro e presa in carico degli assistiti, e totalmente impreparati ad affrontare un’epidemia globale oggi, la normale quotidianità ieri e domani.
 
Ed è anche per queste ragioni che l’onda anomala della pandemia nel nord Italia si è riversata quasi interamente sugli Ospedali, lasciando sul campo e nelle trincee un numero impressionante di morti, e registriamo al contempo il sacrificio di Medici e Infermieri che con spirito volontaristico hanno risposto alla chiamata per tappare le falle del sistema create dalla Politica, nei decenni, e che, per questo, vengono definiti Eroi.
 
Le soluzioni avanzate dai soliti noti si possono sintetizzare nelle solite ricette, fondate sul modello obsoleto ed anacronistico del convenzionamento e dell’ACN, questa volta condito dallo stanziamento di fondi per il ricorso alla teleassistenza ed al telemonitoraggio e per l’acquisto di elettrocardiografi, spirometri, ecografi, in assenza tuttavia di adeguata conoscenza e del possesso delle competenze necessarie per poterli utilizzare al meglio da parte dei MMG, quantomeno nel breve periodo.
 
È giunto il momento di riformare il nostro SSN con coraggio e nessuno può avere più alibi di fronte agli eventi che stiamo vivendo e subendo. E le fondamenta del nuovo SSN non potranno che essere rappresentate dalla riorganizzazione delle Cure Primarie, nonchè dal superamento, in questo ambito, del tabù della dipendenza e dei veti sindacalisti.
 
La politica deve affrancarsi dalle lobbies professionali, se vuole davvero superare lo status quo.
 
Maria Francesca Falcone
MMG e CA
Catania


17 aprile 2020
© Riproduzione riservata

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