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Sul 5 G prevalgano le evidenze scientifiche

di Lorenzo Bianchi

19 MAG - Gentile Direttore,
in merito alle recenti posizioni nate a seguito della lettera dal titolo “Non è vero che il 5G fa meno male” da voi pubblicata il 4 maggio scorso, l’associazione scientifica di cui ci onoriamo di far parte vorrebbe esprimere il proprio parere. L’Associazione Italiana di Fisica Medica (AIFM), è formata da fisici che, dopo uno specifico percorso di formazione, studiano gli effetti delle radiazioni, ionizzanti e non ionizzanti, sul corpo umano e le loro applicazioni.
 
Siamo quindi ben consapevoli del fatto che i campi a radiofrequenza hanno effetti sia termici che non termici (in caso contrario non potremmo fare indagini con la Risonanza Magnetica). La tutela delle persone dagli effetti delle radiazioni passa dall’esperienza clinica sul campo confrontata, con il consenso scientifico stabilito dalle organizzazioni internazionali a questo deputate come l’ICRP, (che ha sede in Canada) per le ionizzanti, e l’ICNIRP (sede in Germania), per le non ionizzanti.
 
Alcuni di noi seguono da anni le problematiche di pazienti e personale esposto a livelli di campo elettromagnetico non sempre inferiori ai livelli di riferimento ICNIRP, ma senza avere mai avuto dai colleghi medici riscontro di effetti clinici apprezzabili; tali livelli risultano essere, salvo rare eccezioni, ben superiori a quelli misurabili in ambiente esterno, anche dopo la diffusione della telefonia mobile. Per questo motivo ci sentiamo in sintonia con quanto espresso dal Prof. Bella nella lettera pubblicata l’11 maggio scorso: le considerazioni fatte nel blog dedicato all’argomento e le risposte che nel forum diamo a chi ci interpella sono perfettamente allineate.
 
Nonostante l’attività professionale sia incentrata sul paziente, ci capita sempre più spesso di essere coinvolti a eseguire misure di tipo ambientale; l’aumento del carico di lavoro in questa direzione testimonia l’accresciuto interesse e, soprattutto, l’aumento dell’allarmismo che, a volte, può avere conseguenze devastanti nel senso letterale del termine.
 
Siamo preoccupati quando alcuni enti, anche strutturati con un comitato scientifico interno, mettono continuamente in dubbio le competenze consolidate. E anche quando chi ottiene risultati diversi, che nell’ambito della scienza sono ovviamente possibili, presuppone conflitto di interesse in chi rappresenta l’istituzione: in queste condizioni la discussione scientifica diventa molto difficile.
 
L’indipendenza e autorevolezza dell’Istituto Superiore di Sanità non devono certo essere difese da noi, nondimeno ci sentiamo di condividere quanto espresso dal Dott. Polichetti nella replica pubblicata il 7 maggio scorso: la puntualità con cui replica punto per punto ne rivela la profonda conoscenza sia degli aspetti scientifici che di quelli normativi.
 
Durante la fase di emergenza abbiamo tutti apprezzato, anche nei nostri ambienti clinici, l’utilità di connessioni efficienti. Abbiamo visto come in vari paesi esteri, uno per tutti la Corea del Sud, l’impiego massivo delle infrastrutture del 5G abbia portato ad un rapidissimo ed efficiente contenimento della pandemia, certamente favorito anche da una maggiore…disinvoltura nel trattamento dei dati personali e sensibili. Però chi potrebbe negare che i dispositivi wireless non abbiano contribuito a limitare la contaminazione o a recare conforto ai pazienti nei reparti COVID 19.
 
Si pensi ai portatili per esami al torace addirittura oggetto di specifica norma di legge e come attraverso i dispositivi di comunicazione wireless sia stato possibile un contatto umano tra i pazienti isolati ed i propri cari ma anche tra pazienti e MMG e tra i propri cari. Siamo d’accordo sul fatto che una certa ingenua fiducia nell’iperconnettività non sia sana, e le persone vadano preparate rendendole più consapevoli e meno aggredibili.
 
Facciamo un appello alla massima responsabilità in tutti coloro che, a vario titolo, si impegnano nella difesa dell’ambiente e della salute, peraltro intimamente connessi e inscindibili; nello stesso tempo invitiamo i comitati scientifici ad un tavolo di discussione serio, costruttivo, basato sulle evidenze scientifiche pertinenti, le cui conclusioni possano orientare correttamente sia le scelte dei decisori che la pubblica opinione.
 
Lorenzo Bianchi
Per il Gruppo editoriale AIFM NOIR (Not Only Ionizing Radiation)
   


19 maggio 2020
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