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Fermare emorragia dei medici dal servizio 118 della Sicilia

di Antonino Grillo

02 SET - Gentile Direttore,
lo Sami non può restare immobile ed in silenzio nel vedere lentamente ma costantemente morire un servizio così essenziale per la salute dei cittadini.
Anche se ad oggi risulta vano ogni appello fatto alla classe politica e dirigenziale, miope ed irresponsabile (o forse cosciente e consapevole?), questo Sindacato non può permettere lo smantellamento di fatto dell’Emergenza Sanitaria Territoriale, che si regge sicuramente sul parco auto (vetusto e fatiscente) e sul personale paramedico, ma è solo grazie alla presenza dei medici del 118 a bordo su tutte le ambulanze e nei PTE (Punti Territoriale di Emergenza) dislocati sul Territorio che diventa un servizio di assistenza sanitaria  avanzata, capace di garantire la presa in carico del paziente all’interno delle reti per le patologie tempo dipendenti (traumi maggiori, ictus, infarti, shock, ecc).

Nonostante le centinaia di sollecitazioni e le richieste di incontri fatte negli anni a tutti i livelli, e le ripetute promesse mai mantenute di occuparsi e curarsi dei problemi segnalati, di fatto sempre più medici continuano ad abbandonare il servizio di Emergenza-Urgenza sanitaria territoriale 118, per continuare la propria attività in servizi meno gravosi e maggiormente tutelati. Quasi nessun medico sceglie invece il 118 come nuova carriera lavorativa, venendo a mancare il corretto ricambio generazionale, infatti ogni 10 medici che lasciano il servizio solo 2 circa si arruolano nel sistema.

La patologia alla base di questa gravissima emorragia che sta portando alla demedicalizzazione delle ambulanze 118, ora a macchia di leopardo e a breve in maniera definitiva, è sempre la stessa già segnalata: sovraccarico di lavoro di non stretta competenza, contratto di lavoro fermo al 2007; sempre maggiori responsabilità ed incombenze in carico; assenza di rappresentanza ed interlocutorio all’interno del sistema; assenza di coordinamento del servizio periferico; assenza di formazione adeguata del personale; rischi infettivi e di salute sempre maggiori; scarse tutele in caso di malattia ed infortuni, ecc, ecc.

Si aggiungano inoltre i malumori legati ai mancati riconoscimenti promessi per gli “eroi della sanità”, il bonus covid della Regione ed il bonus pedaggio autostradale del CAS, l’ impossibilità a godere di quelle poche ore di riposo previste per senso di responsabilità nei confronti dei colleghi e per non demedicalizzare le ambulanze; il costante utilizzo improprio dei medici del 118 per incapacità (o mancata volontà) politica e dirigenziale di garantire alla cittadinanza una sanità efficiente ed efficace, senza che questa debba rivolgersi al 118 non trovando risposta negli altri servizi; lo smantellamento dei reparti specialistici essenziali negli ospedali periferici (Ortopedia, Urologia, Endoscopia digestiva, Neurologia, Psichiatria, ecc), il che comporta la necessità di trasferimenti costanti dei pazienti dalla provincia verso il centro città, con percorrenze di centinaia di km e tempi di interventi di numerose ore, con maggiori rischi per il paziente e tutto l’equipaggio.

Lo SNAMI è stufo, stufo, ma non può non continuare ancora oggi a fare il proprio lavoro, segnalando alla stampa e per suo tramite alla cittadinanza l’enorme ed imminente rischio di uno smantellamento qualitativo del servizio 118, voluto o non, ma sicuramente legato esclusivamente alle scelte della classe politica e dirigenziale che non ha più avuto a cuore, da oltre 10 anni, il servizio 118, l’utenza che necessita di assistenza in emergenza, ed i medici del 118, “eroi” dimenticati  della Sanità.

Dott. Antonino Grillo
Segreterio Snami Messina


02 settembre 2020
© Riproduzione riservata

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