Osteopatia. I nuovi profili professionali devono riferirsi a norme e prassi internazionali
di Federico Claudio Franscini
16 SET -
Gentile direttore,
l'attuazione della legge 3/2018 nel riferimento all'istituzione della nuova professione di osteopata è certamente un obiettivo sostenuto anche dalla nostra associazione di osteopati che svolgono esclusivamente questa attività al termine di studi autorizzati.
E' condivisibile in linea di principio l'
appello pubblicato dal Quotidiano in favore della definizione del profilo professionale degli osteopati italiani, come reso noto da altre rappresentanze della categoria. Da parte nostra, avendo attivamente partecipato all'iter per l'approvazione della legge che identifica l'Osteopatia e la Chiropratica come professioni della Salute, sosteniamo l'istituzione di queste professioni in assoluta coerenza al dettato della stessa norma.
Siamo cioè contrari a soluzioni parziali o troppo "mediate" che inducano a differenze arbitrarie tra queste due professioni per quanto riguarda gli ambiti i esercizio e, soprattutto, la durata della formazione professionale. Detto altrimenti, riteniamo che i nuovi profili professionali debbano opportunamente riferirsi alle norme e alle prassi internazionali, come più volte rese note dalla stessa O.M.S., richiamandosi ad analoghi percorsi legislativi già conclusi in alcuni Paesi europei.
La definizione degli ambiti di competenza assistenziale, inoltre, dovrebbe a nostro avviso procedere di pari passo con la regolamentazione del percorso di studi e con l'identificazione dei requisiti essenziali per la verifica delle competenze degli oltre dodicimila professionisti in attuale esercizio nel nostro Paese. Si dovrebbero evitare provvedimenti unilaterali, parziali, ovvero condizionanti decretazioni successive al punto da produrre atti normativi non del tutto adeguati a garantire la sicurezza degli utenti, la dignità delle professioni e la loro efficacia interdisciplinare sanitaria.
Per tali ragioni riteniamo che il legislatore debba procedere con estrema cautela dedicando all'istruttoria l'approfondimento necessario, senza rincorrere le pur condivisibili istanze delle categorie interessate, le comprensibili perplessità delle altre professioni della salute e soluzioni di compromesso svilenti le potenzialità sanitarie e sociali di queste nuove attività. Citiamo in calce le fonti OMS sugli studi in Osteopatia; un Disciplinare europeo di riferimento per le attività e le competenze professionali; la Deviazione italiana alla norme CEN che definisce l'attuale condizione degli osteopati italiani:
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http://www.univerosteo.it/frontend/iemo/public/file/10-estratto_documento_oms.pdf
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https://www.adoe.it/il-disciplinare-della-formazione-in-osteopatia-core-competence/
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https://www.adoe.it/deviazione-per-litalia-dalla-norma-europea-cen/
Federico Claudio Franscini
Segretario/Tesoriere Associazione degli Osteopati Esclusivi (Adoe)
16 settembre 2020
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