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“L'uso pragmatico della verità” rilanci una nuova politica professionale

di Raffaele Varvara

07 OTT - Gentile Direttore,
il dibattito ospitato dal suo giornale su “L’evidenza scientifica in medicina, l’uso pragmatico della verità” ultimo libro del prof. Cavicchi, evidenzia che stiamo assistendo ad un passaggio epocale da un modo di essere medico ad un altro. Il modello di stampo paternalistico-biomedico-riduzionista sta volgendo al termine, mentre dentro di noi sta nascendo un nuovo modo di essere professionisti. Parlo di noi, riferendomi anche agli infermieri perché la questione medica e la questione infermieristica sono intrecciate a doppio filo.
 
Per dar seguito concreto al pensiero cavicchiano non sono ammesse bacchette magiche o scorciatoie, urge niente meno che un’autentica rivoluzione, su 3 livelli.
 
Un primo livello individuale in cui ciascuno avverte la necessità di un nuovo modo di essere professionista e si mette in ricerca. Il secondo è il livello culturale in cui il singolo professionista si aggrega in associazioni, organizzazioni culturali, testate giornalistiche, per portare la propria lotta individuale su un piano più elevato. In questo livello è fondamentale l'apporto di pensatori come il prof. Cavicchi che "popperianamente" ha falsificato il dogmatismo delle linee guida, dimostrando come esse siano inadeguate a governare la complessità e la singolarità del rapporto di cura. Allo stesso modo le 100 tesi, sono un contributo eccezionale per nutrire la ricerca individuale e per fornire una visione a lunghissimo termine.
 
Ma tutto ciò non basta! Mentre il primo e il secondo livello sono avviati, stenta a scattare il terzo e decisivo livello politico professionale. Qui i bisogni individuali del primo livello e le istanze culturali del secondo livello si trasformano in un programma politico professionale per l'attuazione fattuale del cambiamento. Per una professione in palese crisi di identità urge una leadership che attui un opera di ammodernamento epistemologico/culturale radicale e contemporaneamente porti queste istanze di cambiamento su un piano politico professionale. Ma la politica professionale è ancora vuota di tutto ciò! Nei programmi elettorali delle liste che si presentano alle elezioni per il rinnovo dei Consigli direttivi degli ordini professionali sia dei medici che degli infermieri, non vi è traccia alcuna di questa necessità.
 
C'è da costruire: servono menti lucide, nervi d'acciaio e tanto coraggio!
 
Dott. Raffaele Varvara
Infermiere, Fondatore del movimento politico professionale "Infermieri in Cambiamento"

07 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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