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La classifica Crea delle sanità regionali: quante perplessità se vista dalle Marche

di Claudio Maria Maffei

15 OTT - Gentile Direttore,
è stata presentato qui ieri su QS l’ultimo Rapporto 2020 del CREA Sanità con la valutazione comparativa delle performance regionali in sanità. Un lavoro molto ricco di spunti che presenta alcune criticità che cercherò qui di analizzare.
 
L’obiettivo molto ambizioso del Rapporto è quello di “fornire un contributo scientifico alla definizione delle politiche sanitarie, fornendo una valutazione delle opportunità che, a livello regionale, i cittadini hanno di tutelare la propria salute”, ma inevitabilmente la lettura che se ne fa privilegia la dimensione della classifica e quindi la verifica della posizione nella stessa delle varie Regioni.
 
Del resto la metodologia adottata sia nella analisi dei dati che nella loro rappresentazione grafica privilegia proprio questa dimensione di “classifica” o di “pagella” con la identificazione prima di punteggi sintetici e poi di rappresentazione poi degli stessi in ordine decrescente. Rimando ad una lettura completa ed attenta del Rapporto per una valutazione più analitica dei suoi molti e qualificati contributi e mi limito qui a cercare di verificare la coerenza della classifica che il CREA fa delle sanità regionali rispetto ad una serie di riferimenti. Prenderò qui in esame il caso delle Marche, che è quello che a me interessa di più ed è anche quello che riesco ad analizzare meglio combinando più fonti di informazioni.
 
Ho scelto tre riferimenti per questa valutazione di coerenza: la coerenza rispetto alla percezione che hanno della qualità del Servizio Sanitario Regionale (SSR) i cittadini; la coerenza rispetto alle indicazioni di altri sistemi di valutazione della performance; la coerenza con l’insieme di informazioni desumibili da altre fonti. Il dato di partenza è che nel Rapporto 2020 del CREA le Marche risultano al sesto posto ed entrano nella fascia delle  Regioni con livelli di Performance relativamente elevati.
 
Per quanto riguarda la prima dimensione di coerenza (qualità percepita del SSR) alle recentissime elezioni regionali il centro-sinistra ha perso dopo decenni di governo anche a causa di una gestione criticatissima della sanità, provenienti anche dall’interno del partito più rappresentativo della Giunta. Non a caso davanti alle Marche nella classifica CREA ci sono invece tre Regioni in cui è avvenuto l’opposto: la Giunta che ha governato è stata confermata.
 
Per quanto riguarda la coerenza con gli altri sistemi di valutazione delle performance la prima incoerenza c’è con la classifica CREA del precedente Rapporto CREA del 2019 in cui la sanità delle Marche era al dodicesimo posto. Ma quel sesto posto è incoerente anche con la classifica che emerge dalla ultima griglia LEA disponibile del 2018, classifica in cui le Marche sono al nono posto (classifica in cui mancano le due Province di Bolzano e Trento ai primi due posti nella classifica CREA).  Ma c’è anche incoerenza anche con le valutazioni del Sant’Anna di Pisa sui dati 2019 (gli ultimi disponibili) che per le Marche e la Toscana producono “bersagli” molto diversi e molto migliori per la Toscana che invece nella classifica 2020 CREA ha un punteggio molto simile a quello delle Marche. E infine c’è incoerenza con le risultanze dell’ultimo Rapporto Meridiano Sanità 2019 dello Studio Ambrosetti in cui le Marche sono al dodicesimo posto nell’indice di “Mantenimento dello Stato di Salute”.
 
Per quanto riguarda  infine la coerenza con le altre fonti disponibili mi limito ad accennare a quattro dei  tanti fenomeni totalmente inesplorati dal modello CREA che se analizzati identificano forti e significative criticità della sanità marchigiana: la salute mentale, la spesa per la prevenzione, i saldi di mobilità e i tempi di attesa al Pronto Soccorso. Per la salute mentale lo stesso Ministero documenta nei suoi Rapporti Annuali Salute Mentale (l’ultimo è il Rapporto 2018  cui si aggiungono le Schede regionali) forti criticità nei servizi di salute delle Marche.
 
Per la prevenzione dal già citato ultimo rapporto Meridiano Sanità  la percentuale della spesa sanitaria regionale dedicata alla prevenzione è solo del 3,5% (terz'ultima Regione in Italia). Quanto alla mobilità sanitaria basta guardare il Report GIMBE 2018 con gli ultimi dati disponibili in cui si documenta che le Marche sono la Regione con la nona spesa pro-capite più alta per mobilità passiva. Per i tempi di attesa al Pronto Soccorso dal Report coi dati 2019 del Sant’Anna  di Pisa emerge che tra le 10 realtà regionali o provinciali messe a confronto per la percentuale di pazienti con codice giallo visitati entro 30 minuti le  Marche con il 47,68% sono all’ultimo con la Provincia di Trento al primo posto con 92,98% e per la percentuale di pazienti con codice verde visitati entro un’ora le Marche con il 54,26% sono all’ultimo posto con la Basilicata al primo post con 79,53%.
 
Che significato dare a queste incoerenze, non da poco peraltro? Nel Rapporto CREA 2020 si legge che “il progetto non ha una vocazione “tecnocratica”; in altri termini, non è finalizzato a promuovere l’accountability dei sistemi sanitari regionali, ovvero a misurare il loro grado di raggiungimento degli obiettivi di Sanità pubblica; compito peraltro già svolto da altre iniziative, istituzionali e non.
 
Questo riteniamo spieghi perché i sistemi sanitari regionali che, con la nostra metodologia, risultano offrire il maggior livello di tutela della salute, non sempre coincidono con quelli che “performano” meglio nella cosiddetta “Griglia LEA” (ora Nuovo Sistema di Garanzia), né con quelli individuati quali benchmark per il riparto del Fondo Sanitario”. Ritengo che questa affermazione non basti a giustificare una così evidente difformità tra le valutazioni che emergono dal Rapporto (peraltro, confermo, ricco di spunti) e quello che emerge da una sua verifica attraverso i riferimenti che ho qui utilizzato. Tanto più che l’obiettivo dichiarato, quello di dare un contributo scientifico alle politiche sanitarie, non può  lasciare così tanti coni d’ombra.
 
Claudio Maria Maffei
Coordinatore scientifico di Chronic-on

15 ottobre 2020
© Riproduzione riservata

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