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Il Covid è la nostra Caporetto

di Mirka Cocconcelli

03 NOV - Gentile Direttore,
molti, hanno paragonato questa pandemia a una guerra da combattere ed, in effetti, riconosco una netta similitudine nella malagestio della malattia con la disfatta di Caporetto. Come a Caporetto, oggi serpeggia fra le "truppe sanitarie" un mix di stanchezza, sofferenza, solitudine, angoscia, impotenza che si riverbera sull'assistenza ai malati, covid e non covid e come a Caporetto furono unicamente gli ufficiali di complemento ed i fanti a pagare un tributo in vite umane, mentre l’Alto Comando, inanellò una serie di grossolani errori tattico-strategici-organizzativi che portarono alla disastrosa sconfitta.
 
Esattamente come nella disfatta di Caporetto anche nella gestione dell’emergenza Covid c'è stato uno scaricabarile della vergogna e le colpe maggiori di ordine strategico e tattico non possono che essere attribuite al Comando Supremo, allora imputabile ai Cadorna, Badoglio, Capello (Comandante della Seconda Armata), ora ai vari Conte, Di Maio, Zingaretti, Regioni, Direzioni sanitarie, etcc.. e nessuno, dico nessuno che abbia fatto o faccia una sana autocritica e/o voglia assumersi le responsabilità della malagestio di questa seconda ondata di Sars-Cov 2.
 
Come i fanti di Caporetto erano stremati dalle 11 battaglie dell'Isonzo, il comparto sanitario è stremato dalle "battaglie di marzo/aprile" e più che eroi li paragono a martiri o vittime sacrificali di un sistema che non regge a scelte politiche scellerate.
 
I sanitari che fronteggiano questa seconda ondata non sono minimamente paragonabili a quel personale "fresco" della prima ondata primaverile:".....Stanchezza fisica e mentale,pensiero alle famiglie assoggettate alle restrizioni imposte dalla guerra,incertezza sulla durata della guerra,lentezza nell'avanzata e nel lottare contro un nemico infido,nonostante perdite sempre più ingenti" (tratto da un pamphlet di Prezzolini sulla Grande Guerra).
 
Non ravvisate ancora una netta similitudine fra i soldati di Caporetto ed il personale sanitario alle prese con la pandemia?
Non esisteva ombra di autocritica nei quadri politici e dello Stato Maggiore dell'Esercito allora, come ora e la responsabilità della sconfitta di Caporetto fu imputata unicamente alla vigliaccheria delle truppe in prima linea, mentre sul comportamento dei comandi, un assordante silenzio colpevole.
Sarebbe opportuno che i politici leggessero il romanzo "Addio alle armi" o alcuni scritti di Prezzolini sulla "Voce", per capire come Cadorna (paragonabile a Conte!) scaricò le responsabilità di una bruciante sconfitta unicamente sui militari al fronte, mentre la responsabilità della sconfitta fu legata ad una tattica ed una strategia completamente errata.
 
Cadorna, Badoglio,Capello, alias Conte e tutti gli esponenti di questo Governo furono e sono i principali responsabili della disfatta e se allora mancò il controllo dell'equipaggiamento dei soldati ed il supporto dell'artiglieria, per quanto riguarda oggi, la nostra artiglieria mancante, sono i posti letto deficitari, il personale demotivato, carente e non dotato di adeguati DPI; della serie, la storia si ripete e non si impara mai dagli errori commessi! Come i fanti a Caporetto andavano a morire demotivati e rassegnati, ora la carne da macello è rappresentata dal personale sanitario, morti inutili allora come ora!
 
Questa crisi del sistema sanitario non nasce oggi, oggi si compie e dovrebbe essere una classe politica lungimirante a guidarci verso un progetto che si fonda su un’analisi della situazione, mentre decisori politici non indicano né un percorso, né un fine reale, coerente,chiaro! Vedo solo dei demagoghi e non vedo un’alleanza fra scienza e politica!
 
Mi sono scocciata di sentire pareri, spesso contrastanti e assurdi, dell’OMS, del CTS, dei virologi, immunologi, infettivologi, Regioni, Direzioni sanitarie e tutto il "Circo Barnum” dell'informazione che l’emergenza non la vive in prima persona, ma per sentito dire, tramite deliranti talk show, dove gli stupidi sono sempre strasicuri e si sono pure specializzati in scemenze, mentre gli intelligenti sono tutt'ora pieni di dubbi! Non esistono risposte intelligenti a domande stupide e sarebbe indispensabile una grande coalizione contro questa martellante infodemia.
 
Noi sanitari non siamo macchine programmate per guarire, ma esseri umani empatici che si stancano, si emozionano e che necessitano di supporto morale e, soprattutto di essere rimpiazzati, in quanto esausti da tante "battaglie" ed in quanto "al fronte" ci si ammala e si muore! Altroché la retorica degli eroi!
 
La disfatta di Caporetto fu riscattata quando fu destituito il Gen. Cadorna e fu nominato Capo di Stato Maggiore dell'esercito, il Duca della Vittoria, Armando Diaz e quando furono inviate al fronte truppe fresche ossia i "ragazzi del '99" che il 16 novembre 1917, nella battaglia di Fagarè, combatterono accanto ai Fanti Veterani della Terza armata; quella fu la prima vittoria che pose le basi per la vittoria sul Piave.
 
Siamo in guerra contro la pandemia, bene, in contesti emergenziali, servono soluzioni emergenziali, quindi, è venuto il momento di immettere truppe fresche e motivate anche fra le truppe sanitarie, assumendo personale sanitario specializzato e non, nei vari reparti, al fine di supportare i "Veterani" Ospedalieri e non, che sono allo stremo.
 
I nostri politici, destrorsi, sinistrorsi, di sopra e di sotto, si ricordino che la Storia insegna che ad ogni pandemia segue una carestia, poi sommosse popolari ed infine dittature, se la situazione sfuggisse loro di mano!
 
Questo dramma pandemico che stiamo attraversando non deve tramutarsi nel terrificante "Urlo di Munch", in un pervadente atteggiamento allarmistico, perchè se è vero che l'Italia sopportò la disfatta di Caporetto, è altrettanto vero che Caporetto generò il Piave e si vinse perché dietro a quelle truppe stremate si coalizzò un intero Paese che fece fronte comune, supportando le truppe al fronte!
 
Dr.ssa Mirka Cocconcelli
Chirugo ortopedico
Bologna


03 novembre 2020
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