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Calabria. Perché Ettore Jorio sarebbe la persona giusta

di Silvano La Bruna

20 NOV - Gentile Direttore,
mi onoro di lavorare da 16 anni in Calabria, terra baciata dagli dei e martoriata dagli uomini. Ho sedimentato una buona conoscenza del “sistema”. Nel 2010, alla lettura dei primi atti regionali per il Piano di Rientro, facile cassandra, deliravo sulle inadempienze del Consiglio, della Giunta della Regione Calabria e del Dipartimento per la Tutela della Salute e sugli effetti dei primi DPGR per la riorganizzazione delle attività sanitarie stilati da elementi esterni alla realtà calabrese, ignoranti dei bisogni di salute e delle modalità di accesso ai luoghi di diagnosi, cura e riabilitazione dei cittadini; elementi esterni peraltro molto scarsamente qualificati per adempiere correttamente al mandato.
 
In più occasioni, anche nell’ufficialità di convegni/congressi scientifici, ho denunciato i mali e l’eziologia dei mali: una classe politica becera ed affaristica, un’immondizia dirigenziale collocata in posti chiave dai politici con l’unghia del mignolo lunga e con difficoltà alla coniugazione dei verbi già nell’indicativo presente, la valorizzazione dell’imprenditoria sanitaria privata a discapito delle strutture sanitarie pubbliche, la rassegnazione dei tanti professionisti sanitari compressi e annichiliti dalla incapacità ed incompetenza della dirigenza della propria amministrazione, quest’ultima utile serva dei soliti politici.
 
Del mio pensiero sullo strumento del commissariamento v’è traccia in un mio precedente articolo pubblicato su queste pagine; oggi, constato il fallimento del Governo statale nel condurre direttamente ed indirettamente il risanamento dei conti economico-finanziari del SSR, la completa assenza della riqualificazione strutturale, tecnologica ed organizzativa delle aziende sanitarie, la fortissima riduzione dell’offerta sanitaria e socio-sanitaria aggravata da ulteriori squilibri territoriali, la forza pressoria crescente dell’imprenditoria privata, i crescenti costi sostenuti dai cittadini e dal SSR per soddisfare il bisogno sanitario ricercato fuori Regione.
 
Inutile disquisire sul debito cumulato dalla Regione: mi piace solo ricordare la felice espressione di un ex Ministro in merito: “in Calabria i bilanci si fanno per trasmissione orale…”
 
La canna ancor oggi fumante della perseverazione distruttiva di princìpi costituzionali esercitata dal Governo con il D.L. 35/2019 e la sua reiterazione attuale è finalmente il compimento di un lungo percorso di sottrazione del diritto alla salute dei cittadini calabresi e del contemporaneo compiacimento del sistema affaristico locale più o meno legale.
 
In tutto questo caravanserraglio abbiamo vissuto le penose vicende degli ultimi tre Commissari ad acta decisioni del Governo che avrebbero fatto finalmente sorridere Buster Keaton.
 
Con le problematiche relative alla pandemia molte persone hanno occupato le piazze delle principali città calabresi e dalle discussioni emerse sono riassumibili alcune proposte per aggredire la soluzione dei problemi locali:
1) in primis, utilizzando i princìpi costituzionali della sussidiarietà e dell’intervento dello Stato, la soluzione del debito complessivo della Regione Calabria perché costruito da una classe politica inetta e corrotta e NON dai cittadini calabresi,
 
2) l’individuazione di persone competenti in diritto, economia ed organizzazione sanitaria per condurre la struttura commissariale il tempo necessario per riorganizzare l’offerta sanitaria (a debito risolto come da primo punto),
 
3) il recupero dell’identità, dell’efficienza e dell’offerta sanitaria del SSR limitando i contratti con l’imprenditoria sanitaria alle sole attività assistenziali non offerte dalle ASP,
 
4) la messa al bando dell’Agenas e degli advisors competenti carnefici dei nulli risultati raggiunti per il loro rispettivo mandato contrattuale,
 
5) la decapitazione dell’immondizia dirigenziale del Dipartimento per la Tutela della Salute e delle Aziende Sanitarie,
 
6) l’attuazione ed il rispetto dei contratti collettivi nazionali di lavoro del personale del SSR, l’attuazione ed il rispetto dei requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi per lo svolgimento delle attività assistenziali.
 
Nel giro di qualche giorno la commedia di Plauto rivissuta nelle dimissioni/nomina dei suddetti Commissari ad acta per il Piano di Rientro si concluderà con la nomina catartica di un nuovo Commissario. Tra i papabili al ruolo prenderei in considerazione il Professor Ettore Jorio che, già alla sola lettura del CV, può essere in grado di perseguire e realizzare gli obiettivi posti alla struttura commissariale: ritengo che l’efficacia delle azioni del prossimo Commissario ad acta sarà strettamente relata a quanto sopra proposto. Credo che il Prof. Jorio, per quanto scritto nelle sue ultime esternazioni anche sulle pagine di questo giornale web, ne sia profondamente consapevole.
 
Diversamente ci manterremo le nostre coliche cerebrali e la convinzione che anche questo Governo rappresenti la perseverante mistificazione di tutti i precedenti Governi circa la soluzione dei problemi di questa martoriata terra

Silvano La Bruna
Fisiatra
Vice Segretario Nazionale SiMMFIR
ASP Cosenza

 

20 novembre 2020
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