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Competenze e formazione dei Mmg, ripartiamo da qui

di Enrico Massa

26 NOV - Gentile Direttore,
in questi giorni di grave diffusione Covid19, viene evocata la Medicina Generale come l’anello mancante nella gestione della pandemia.  In una recente intervista Sala, sindaco di Milano, mi ha sorpreso per la chiarezza con cui si è espresso, dicendo “che i MMG non riescono a fare bene il loro mestiere...omissis...la loro figura in Lombardia è stata sempre più marginalizzata  e non sono mai stati coinvolti nei processi di cambiamento. Per questo si sentono avulsi dal sistema”.
 
Credo si debba partire da questo per comprendere il perché, questa importante gamba del SSN, viene ignorata nella progettazione, programmazione e gestione degli interventi sul territorio.

Da 2 settimane è stato fatto l’accordo tra Ministero della salute e sindacati medici per l’esecuzione dei test rapidi da parte dei Medici Medicina Generale.

Scorrendo alcuni siti della Medicina generale si registra però, il disagio organizzativo e di responsabilità dei MMG.

Le indagini per valutare l’operato dei MG (Censis1, Regione Veneto2) hanno evidenziato un buon gradimento in termini di professionalità, disponibilità, qualità di risposta al cittadino. Ciò è il frutto di 35 anni di impegno, formazione autonoma, ricerca specifica, standard professionali che hanno contribuito ad evolvere questa area ritenuta spesso di serie B, come conseguenza di una cultura politica prevalentemente ospedalo-centrica. Di questo l’unica a non essersi accorta è stata la politica.
 
Va quindi tutto bene? Direi di No senza una riflessione seria, e non demagogica, su Competenze, Integrazione nel SSN e SSR, Responsabilità e Formazione.
 
Il sottoscritto appartiene all’epoca in cui si passava direttamente dalla laurea all’acquisizione del numero massimo di pazienti consentiti dall’accordo collettivo nazionale; la maggioranza ha avuto accesso diretto alla MG senza preparazione specifica. Credo che questo sia stata la debolezza della MG comportando una serie di conseguenze professionali:
- la negazione della nostra professionalità, perché  non acquisita all’università, ma sul campo,
- nel rapporto con i medici ospedalieri, divenuto spesso conflittuale,
- nella potestà prescrittiva  (limitazioni  prescrittive nazionali, regionali e locali).
 
Questa cultura ospedalo-centrica ha in qualche modo scotomizzato gli effetti sull’assistenza ai cittadini sino a questa pandemia Covid 19.

Oggi il quadro di riferimento della Medicina Generale è sicuramente migliorato con la Scuola di formazione specifica in MG, ma non ancora a sufficienza se non si fa qualche piccolo passo verso l’Integrazione della MG nel SSN.

Infatti è difficile immaginare che una platea di circa 50.000 medici, spesso isolati professionalmente possano sentire vivi e perseguire gli obiettivi di salute pubblica senza essere coinvolti. Come si può sentire un MMG così esautorato dall’interesse pubblico?
 
Ora si invocano investimenti sul territorio e si fanno accordi contrattuali suppletivi in emergenza che prevedono, in alcuni casi, il cambio dello status giuridico by-passando il tema delle competenze e della responsabilità; prevedono il passaggio da libero professionista a dipendente, da esercente professione sanitaria a pubblico ufficiale. Tutto ciò può avere un significato tampone all’emergenza, ma non rispondere al necessario processo di integrazione dei MMG nel SSN.

E’ indispensabile riprendere in mano il SSN con progetti che individuino “chi fa cosa”. La mancata integrazione, la mancanza di reciproca fiducia tra ospedale e territorio è spesso causa di moltiplicazione delle prestazioni sanitarie, con caduta della responsabilità professionale.

In questa situazione domando se non sia il caso, così come è stata indagata la medicina difensiva, indagare gli effetti di sistema e di qualità dell’assistenza legata alla mancata integrazione dei MG.

Ho lavorato in una Regione, il Veneto, che aveva messo in piedi un sistema di formazione regionale dei MMG su obiettivi di sanità pubblica immediatamente applicabili nell’assistenza territoriale: Assistenza integrata, cronicità ecc, cercando di realizzare comportamenti professionali responsabili nella real-life.
Ciò ha permesso al Veneto di disporre di MMG in grado di supportare il SSR come si è anche visto in questa pandemia.

Purtroppo, tutto ciò è stato interrotto, da alcuni anni, riportando indietro gli orologi di 20 anni.

In conclusione mi sembra che la MG non è l’anello mancante, quello che manca è la visione di sistema ben presente nella legge del 1978 mai sufficientemente applicata. Il nostro Sistema sanitario deve mirare ad unificarsi e non a disgregarsi3; solo così potrà usufruire appieno di tutti i professionisti in campo!

Enrico Massa
Medico in pensione, Regione Veneto


1. Il Medico pilastro del buon servizio sanitario - Report finale 2018-Censis
2. . How does primary care in Veneto compare with England Sally Donovan - Picker Institute Europe - 25th June 2010
3. Starfield B, Shi L, Macinko J. Contribution of Primary Care to Health Systems and Health. The Milbank Quarterly 2005; 83 (3): 457–502.

26 novembre 2020
© Riproduzione riservata

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