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Basta indugi sulla sanità digitale

di Gregorio Cosentino

15 APR - Gentile Direttore,
nei giorni scorsi ho avuto occasione di essere ascoltato in una audizione informale dalla 12ª Commissione Igiene e sanità del Senato nell'ambito dell'affare assegnato in materia di potenziamento e riqualificazione della medicina territoriale nell'epoca post Covid. Qui di seguito una breve sntesi della mia realzione che ho il piacere di condividere con i suoi lettori.
 
ASSD ha di recente collaborato per la realizzazione di una proposta complessiva di riordino delle cure primarie. Nella proposta, sono stati affrontati diversi punti, tra cui:
1. la riorganizzazione delle cure primarie,
2. il potenziamento delle case della salute o della comunità,
3. l’implementazione della telemedicina, e in senso più ampio della sanità digitale.
 
Tutto questo risulta oggi veramente a portata di mano e più agevole per alcuni motivi fondamentali:
1) la diffusa consapevolezza della esigenza della radicale trasformazione dell’assistenza territoriale,
2) lo straordinario sviluppo della digitalizzazione,
3) la maggiore disponibilità di risorse economiche.
 
Il punto fondamentale della nostra proposta è il rafforzamento del Distretto come area-sistema.
Queste le azioni indispensabili per raggiungere gli obbiettivi preposti:
1) Potenziare la Direzione del Distretto con risorse strutturali e professionali in grado di governare il sistema,
2) Costruire una rete informatica, e puntare alla digitalizzazione del sistema,
3) Garantire la presa in carico,
4) Garantire in ogni punto della rete assistenza medica h24, infermieristica, specialistica e diagnostica di base.
 
Pensiamo che si possano raggiungere ottimi risultati integrando fortemente le attività del distretto con quello delle altre reti assistenziali secondo le seguenti linee di implementazione:
1) Costruire la Rete Territoriale, nella sede del Distretto, che oltre ad integrarsi con le reti di altri territori sia in grado di integrarsi con la rete dell’emergenza-urgenza e con la rete ospedaliera,
2) Modernizzare l’assistenza domiciliare attraverso la costruzione della “Casa Digitale”. Questa consente la gestione integrata dell’assistenza domiciliare, con riduzione della necessità di ricoveri ospedalieri, grazie all’utilizzo anche delle moderne tecnologie digitali e il monitoraggio da remoto.
Sanità digitale
 
Abbiamo fatto riferimento molte volte al digitale. La pandemia, nella sua tragicità, ha favorito anche cambiamenti positivi nella Sanità. Si è finalmente compreso in pieno il valore della Sanità Digitale, intesa come l’applicazione all’area medica e a quella della assistenza socio/sanitaria dell’Information and Communication Tecnology ICT.
 
La Telemedicina, in primis, intesa come una modalità di esecuzione dell’atto sanitario in cui il professionista della salute ed il paziente sono in luoghi differenti, fondamentale per realizzare la medicina di iniziativa, e con al centro il paziente.
 
Il documento diffuso dall’Istituto Superiore Sanità ISS contiene l’accordo Stato Regioni con le “Indicazioni nazionali per l’erogazione di prestazioni in Telemedicina”. E’ un importante passo avanti per passare dal dire al fare, anche se si deve ancora lavorare sui Lea, meglio definire tutte le visite che oltre in presenza possono essere erogate in Televisita e approfondire il tema del Telemonitoraggio.
 
Finalmente la Telemedicina potrà così diventare una realtà anche in Italia, capace di migliorare il processo di prendersi cura del paziente, integrativa ma non sostituiva del contatto tradizionale con il paziente, consentendo di realizzare modelli di assistenza e cura innovativi, grazie ai quali è possibile interagire con i pazienti più fragili, in particolare cronici, direttamente presso il proprio domicilio e per mezzo dei quali il paziente e le famiglie possono avere un ruolo sempre più attivo nel mantenimento/miglioramento della propria condizione di salute e benessere.
 
Ma sanità digitale non vuol dire solo telemedicina, vi cito solo alcuni esempi in cui le professioni sanitarie sono protagoniste dell’innovazione digitale, come per la Radiologia domiciliare, la medicina molecolare e la medicina di precisione, la realizzazione dei POCT Point Of Care Testing per test analitici eseguiti vicino o al punto di cura del paziente.
 
E poi il covid ha evidenziato quanto sia fondamentale avere le informazioni cliniche del paziente condivise tra il personale sanitario che si prende cura del paziente, ecco allora la conferma della importanza di avere un FSE aggiornato con i dati clinici del paziente.
 
Ma per un pieno sviluppo della sanità digitale è importante recuperare e finanziare tante proposte contenute nel rapporto Colao, in particolare per la connettività a banda ultra-larga, per ridurre il divario digitale e rendere il Paese totalmente e universalmente connesso.
 
A fronte di tali potenzialità le professioni sanitarie riconoscono il ritardo persistente del processo di radicamento dei sistemi digitali nei percorsi assistenziali, a causa della carenza di una massa critica sufficiente di investimenti economici e della mancanza di una riprogettazione profonda dei processi organizzativi. E della mancanza di competenze digitali. Senza dimenticare che, come segnalato da tutti gli stakeholders, urge l’aggiornamento delle dotazioni informatiche degli ospedali, degli ambulatori territoriali e dei medici ed operatori del SSN per hardware, software e reti.
 
Ecco allora che il tema della formazione per lo sviluppo delle competenze digitali diventa un tema ineludibile nel contesto più ampio della formazione del personale sanitario. Diventa quindi urgente sviluppare un piano di formazione utilizzando le linee di finanziamento nazionale ed europeo.
 
Gregorio Cosentino
Presidente della Associazione Scientifica Sanità Digitale ASSD 
 

15 aprile 2021
© Riproduzione riservata

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