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Policlinico Federico II di Napoli senza Pronto Soccorso

di Teresa Rea

03 GIU - Gentile Direttore,
diventerà famoso come il Policlinico, unico in Italia, senza pronto soccorso. Un ben triste primato, visto che a breve, l'altro policlinico cittadino, quello della Vanvitelli, entrerà nella rete delle emergenze tempo un mese. Stiamo parlando del Policlinico Federiciano, una delle Università statali più antiche d’Italia, con una lunga, consolidata e autorevole storia in ambito medico scientifico.

Chi è che frena? - Per anni il Policlinico della Federico II è stato bersaglio di aspre e ingiuste critiche, anche di qualche interrogazione parlamentare, perché mai dotato di un servizio di emergenza urgenza. Come se a bocciare l’idea fossero i dirigenti stessi della cittadella universitaria, impegnati, secondo questa favola, a conservare rendite di posizione e privilegi inesistenti. Ora che proprio dai vertici dell’Ateneo, segnatamente dalla Presidente della Scuola di Medicina e Chirurgia, la professoressa Maria Triassi si preme perché ciò avvenga quanto prima, il progetto improvvisamente si arena. Dunque, chi è che frena? A chi dà fastidio un Policlinico universitario forte anche di un efficiente e efficace servizio di pronto soccorso?

Come Presidente degli oltre 22 mila infermieri di Napoli, che qualche parola pure potranno dire in termini di qualità dell’assistenza, formazione e programmazione sanitaria in Campania, ritengo doveroso intervenire sull’argomento. Ci sono un’infinità di motivi validi perché si metta urgentemente mano ai lavori. Io ne individuo alcuni che, come infermieri, riteniamo dirimenti, avendo soprattutto a cuore la migliore offerta di salute al cittadino.

Offerta assistenziale - Tutte le attività sanitarie, dalla formazione di medici e infermieri, fino alla cura e all’assistenza, hanno un solo obiettivo: la salvaguardia del benessere psicofisico del cittadino. Fissato questo parametro di riferimento è facile considerare non solo utile, ma indispensabile che si vada verso l’apertura del Pronto Soccorso presso i due Policlinici Universitari.  Nei mesi invernali e senza contare l’emergenza dovuta al Covid-19 che ha amplificato ogni carenza, succede che i pronto soccorso cittadini, soprattutto quello dell’Ospedale Cardarelli, spesso siano talmente intasati da dover ricorrere a ricoveri anche su barelle e letti tecnici ospitati nei corridoi. Condizioni da terzo mondo. Uno scenario che denuncia la grave carenza dei servizi di emergenza nell’area urbana di Napoli. In questo contesto, medici e infermieri sono sottoposti a carichi di lavoro insopportabili.

In Campania si registrano anche 18 assistiti per ciascun professionista, in contrapposizione a quanto sostenuto dalle evidenze scientifiche che raccomandano massimo sei per ciascun infermiere. Oltre questi numeri la qualità assistenziale scema. Fino a intervenire in termini di esiti di salute negativi per i pazienti. I due Policlinici possono dare una grande mano nell’adeguare la qualità della sanità campana agli standard europei, perché dispongono di tutte le professionalità e le strutture per poterlo farlo. Quindi dotare il Policlinico federiciano del servizio di emergenza urgenza è oggi una questione di civiltà, di qualità assistenziale e di attenzione verso i cittadini campani.

Formazione - La pandemia ci ha insegnato come tutti i professionisti della sanità debbano essere preparati ad affrontare l’emergenza. Questo rappresenta il primo obiettivo per tutti coloro che gestiscono formazione in Sanità.  In questa partita dai contorni oscuri è in gioco la formazione dei futuri medici, dei futuri infermieri e dei futuri professionisti della sanità.

Il Consiglio della Scuola di Medicina e Chirurgia della Federico II ha deliberato la necessità dell’attivazione del pronto soccorso presso il Policlinico per rispondere alle esigenze di formazione indispensabili per la sostenibilità dei corsi di laurea di area sanitaria, di medici e infermieri in particolare, e per le scuole di specializzazione. E noi infermieri sosterremo fino in fondo questa posizione. Perché una formazione di alto profilo è dirimente per la qualità delle cure e dell’assistenza sanitaria.  E’ necessario formare i futuri professionisti della salute avendo nello zaino un importante bagaglio di pratica nei reparti di emergenza urgenza.

Occupazione - Prima ancora che scoppiasse la pandemia da Covid-19 abbiamo segnalato, come Ordine delle professioni infermieristiche di Napoli, ai vertici della Regione Campania l’insostenibilità di un sistema sanitario regionale dimagrito di oltre novemila infermieri a causa del decennale blocco del turn over.  Con l’apertura dei pronto soccorso in entrambi i Policlinici si potrebbe dare un ulteriore impulso all’occupazione di medici e infermieri che oggi ingolfano le graduatorie del precariato o sono costretti ad emigrare. 

La Regione Campania ha riservato già i fondi nell’ambito dell’emergenza Covid-19. La lezione della pandemia è stata chiara, le strutture di ricovero avranno senso se sapranno rispondere all’emergenza con una dotazione organica adeguata. Non è possibile concepire per gli anni a venire un Policlinico Universitario senza pronto soccorso. In passato la Scuola di Medicina della Federico II è stata criticata per la mancata partecipazione all’emergenza con il vicino Cardarelli che scoppiava.

Adesso è chiaro a tutti che la volontà degli Universitari è invece quella della piena partecipazione alla rete delle emergenze urgenze. Spetta ora alla politica fare i passi necessari per la sua realizzazione.

Teresa Rea
Presidente Opi Napoli


03 giugno 2021
© Riproduzione riservata

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