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Non c’è solo il Covid. Far ripartire la prevenzione cardiologica

di Alessandro Parolari

29 SET - Gentile direttore,
oggi, 29 settembre, si celebra la “Giornata Mondiale del Cuore”, appuntamento utile, innanzitutto, per ricordare a tutti noi l’importanza della ricerca scientifica contro le malattie cardiovascolari. Parliamo infatti di patologie che rappresentano, in Italia così come in tutti i Paesi occidentali, la principale causa di morte: ogni anno si contano in generale 18 milioni di decessi, di cui più di 9 milioni dovuti all’infarto ed alla malattia coronarica (più di 230 mila casi in Italia). Un triste primato che resiste, nonostante i drammatici numeri causati dalla pandemia da Covid-19.

Oggi più che mai, quindi, la prevenzione cardiologica è fondamentale per salvare vite umane, anche perché nell’ultimo anno e mezzo la diffusione globale del Coronavirus ha portato ad una riduzione delle attività chirurgiche tra il 50% e l’85%, mentre la cardiochirurgia, nel nostro Paese, ha fatto registrare un decremento del 55% degli interventi (si sono ridotti gli interventi valvolari, i bypass coronarici e la chirurgia dell’aorta). E sul fronte della diagnostica cardiovascolare si è rilevata una riduzione del 75% circa degli ecocardiogrammi transesofagei e delle diagnostiche per cardiopatia ischemica.
La mancata attività di diagnostica preventiva - causata dall’emergenza sanitaria - ha portato anche ad un ulteriore incremento del 20% della mortalità cardiovascolare e di quella in generale, dato che si è appurata, in questi mesi, la chiara interazione tra Covid e pregresse patologie cardiovascolari come fattore particolarmente pericoloso e letale.

Tutto ciò è accaduto anche perché i tempi di accesso e di trattamento delle emergenze sanitarie come, ad esempio, quelli per l’infarto si sono allungati a causa della pandemia sia per la paura dei pazienti di contrarre il virus presso le strutture sanitarie ma anche per il sovraccarico di chiamate al 118. Così come si è prolungato il tempo che intercorre tra l’ingresso in ospedale e l’esecuzione dell’angioplastica coronarica; ed anche qui contribuiscono i tempi per il necessario screening Covid a cui deve sottoporsi ciascun paziente prima di accedere alle strutture sanitarie.

È stato appurato, inoltre, che il Covid può aggravare pre-esistenti condizioni cardiache, e che l’infezione è sicuramente in grado di aumentare la mortalità oppure di avere un decorso più aggressivo nei pazienti cardiotrapiantati (si parla di una mortalità raddoppiata rispetto alla popolazione generale), nei pazienti affetti da cardiopatie congenite ed in quelli cardiopatici. In generale, è noto come tutti i pazienti affetti da cardiopatie (e per questo basta essere ipertesi) abbiano un rischio aumentano di problemi e morte una volta contratta l’infezione da Covid-19. Il Covid, infine, può aumentare di molto, se in fase attiva sintomatica, i rischi e le complicazioni di ogni terapia invasiva, chirurgica e transcatetere, che non sia procastinabile a dopo la guarigione dal Covid stesso.

È quindi necessario puntare sulla ricerca scientifica. Per quanto ci riguarda, la nuova campagna di sensibilizzazione a sostegno del progetto “Il Covid passa, ma il cuore non dimentica. Salviamo ogni battito”, mira al reperimento di risorse economiche da utilizzare in diversi progetti specifici (www.cuoredomani.org, si può anche donare via sms o telefonata da numero fisso al 45537). Oltre che per completare l’assegnazione di 10 borse di studio del valore 15.000 euro ciascuna - obiettivo in parte già raggiunto - la Fondazione “Cuore Domani” promuove una raccolta fondi per altre 3 borse di studio del valore di 20.000 euro ciascuna per temi specifici riguardanti: lo studio dell’impatto della pandemia da Covid-19 sui pazienti affetti da problemi che necessitino di terapia cardiochirurgiche standard oppure transcatetere. Inoltre, secondo scopo sarà quello di finanziare un progetto di rilettura critica dei Trials randomizzati, relativi alle Tavi (impianto valvolare aortico transcatetere), per giungere a prescrizioni indipendenti non viziate dai conflitti di interessi insiti nelle sponsorizzazioni dei produttori.

Una sfida impegnativa, ma non impossibile. E il sostegno sempre crescente, verso i nostri progetti, che registriamo da più parti, ci spinge a proseguire con sempre maggiore convinzione su questa strada. In un percorso che vedrà al nostro fianco, ad esempio, anche il Consorzio del Parmigiano Reggiano, che – notizia di poche ore fa – ha deciso di condividere, con Fondazione “Cuore Domani”, l’impegno sul fronte della prevenzione e della ricerca, tanto da sponsorizzare sin da subito borse di studio. La speranza è che si possa continuare sempre più ad investire per arrivare un giorno a debellare, o ridurre al minimo, gli effetti delle malattie cardiovascolari.
 
Prof. Alessandro Parolari
Presidente Fondazione “Cuore Domani”

29 settembre 2021
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