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Liguria. La Asl1 ricorre alle cooperative, Anaao: “È un suicidio assistito dell’offerta di cure”

Dura presa di poszione contraia del sindacato: “Le cooperative assicurano la copertura dei turni con il personale disponibile, senza che nessuno badi troppo alla sua professionalità e tantomeno alle sue condizioni psicofisiche. Occorre investire sui professionisti che sono nel sistema. E su quelli destinati ad entrarci (specializzandi reclutabili in base al Decreto Calabria), se non si vuole alimentare l’esodo dei medici dipendenti. Non ci fermeremo”.

31 AGO - “La decisione della Asl1 della Regione Liguria di esternalizzare il lavoro medico del Servizio Salute Mentale e di Ginecologia ed Ostetricia ricorrendo all’utilizzo di una cooperativa, è da rigettare senza tentennamenti” dichiarano Raffaele Aloi, Segretario Anaao Assomed Liguria e Pierino Di Silverio, Segretario Nazionale dell’Associazione.

“Non solo per un costo che appare spropositato (coperto con fondi propri?), di cui si occuperà la Corte dei Conti, ma anche perché il provvedimento, il primo in Liguria, solleva più di una perplessità. E insieme con il blocco delle attività chirurgiche programmate, annunciato dalla AOU San Martino, che trasforma il più grande ospedale della Regione in un enorme Pronto Soccorso, a scapito delle liste di attesa dei cittadini e dell’attività professionale di molti medici, la dice lunga sullo stato della sanità in Liguria. Sul quale la campagna elettorale semplicemente sorvola”, proseguono in una nota.

“Le cooperative – affermano i rappresentati Anaao - sono società di intermediazione di servizi che assicurano, in sanità, la copertura dei turni con il personale disponibile, senza che nessuno badi troppo alla sua professionalità e tantomeno alle sue condizioni psicofisiche. Non è dato, infatti, sapere da quanti turni lavorativi è reduce chi prende servizio, né se ha rispettato il periodo di riposo imposto dalle leggi vigenti a tutela della sicurezza dei pazienti, tantomeno da dove viene e se si è sottoposto a viaggi massacranti. Senza contare che entra, magari una tantum, con il metodo della toccata e fuga, in organizzazioni che non conosce, di cui ignora procedure, tecniche e modalità di lavoro in gruppo. Se queste soluzioni estemporanee, dal vago sapore elettorale, tranquillizzano il management, non possono lasciare sereno chi ha la responsabilità diretta delle unità operative, rispondendone e vigilando, né chi all’ospedale ricorre in momenti delicati della propria vita”.

“Esternalizzare il lavoro in sanità è un suicidio assistito dell’offerta di cure. Invece di mettere in piedi un sistema di cure integrato tra territorio ed ospedale, si legittima il lavoro a cottimo, lo svilimento della professione medica, la prestazione professionale usa e getta, confondendo la necessità di un medico che cura con quella di un medico che fa la guardia ad un posto letto”, insistono Aloi e Di Silverio.

“La tutela della salute non può essere devoluta a società interinali, la cui legittimità nel sistema sanitario è tutta da dimostrare - affermano -. Se questa appare la ricetta più facile non è certo quella giusta. Occorre investire sui professionisti che oggi sono nel sistema, e lo tengono in piedi, con sofferenza e sacrifici, ad onta di retribuzioni irrisorie e progressioni di carriere per molti inesistenti. E su quelli destinati ad entrarci (specializzandi reclutabili in base al Decreto Calabria), per valorizzare il loro ruolo, anche attraverso opportune incentivazioni. Se le Aziende hanno fondi è bene che li utilizzino per incentivare il lavoro dei medici che oggi garantiscono, anche in condizioni divenute pessime, la esigibilità del diritto alla salute dei cittadini, sebbene quotidianamente sottoposti a vessazioni e stress”.

Spiegano i sindacalisti: “Altre soluzioni non sono possibili se non si vuole alimentare l’esodo dei medici dipendenti, anche grazie ad un inaccettabile ed umiliante dumping salariale con chi opera nelle cooperative. La carenza di medici specialisti è reale, diffusa su tutto il territorio nazionale, anche se la Liguria registra perdite in misura maggiore della media, ma occorre cercare soluzioni condivise con chi ogni giorno vive in corsia, come prevede il Contratto di lavoro”.

“La delibera della ASL1, insieme con quella della AOU San Martino, si inserisce a pieno titolo in un sistema al collasso e in via di privatizzazione. Il tutto nel silenzio della politica, che sulla sanità spende solo qualche tweet demagogico in campagna elettorale, lontana dallo stato di emergenza in cui, non da ora, è sprofondato il servizio pubblico. Se non lo comprende, non si capisce come possa chiedere fiducia e voto a cittadini che vedono messa a rischio la tutela della loro salute”.

Anaao Assomed “contrasterà in tutte le sedi, e nelle modalità opportune, ogni tentativo di svilire il ruolo e il lavoro dei medici dipendenti e di limitare il diritto alla salute dei cittadini. Non ci fermeremo”.

31 agosto 2022
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