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Liguria. È polemica sui Pronto soccorso. Per la Cgil sono al collasso. Per l’assessore Viale il sistema ha retto

A cavallo delle festività molte cronache locali hanno parlato di intasamenti e lunghe attese. Oggi riunioneDipartimenti Interaziendali Regionali del sistema dell'emergenza-urgenza per fare il punto. Ma è polemica soprattutto da parte della Cgil che oggi parla di caos che si poteva evitare. Risponde l’assessore: “Parlare di catastrofe è fuori luogo”.

03 GEN - “La Cgil aveva lanciato l’allarme già all’inizio dell’autunno quando ancora si sarebbe potuti intervenire con strumenti preventivi”, lo scrivono oggi Maurizio Pozzobon e Maria Pia Scandolo della Cgil ligure, commentando le cronache cittadine che da giorni segnalano disagio ai pronto soccorso liguri.
 
E la colpa sembrerebbe essere del picco influenzale. Un numero di casi troppo elevati secondo i due esponenti del sindacato che criticano quella che a loro avviso è stata una previsione di acquisti di vaccini troppo bassa da parte della Regione che avrebbe reso possibile vaccinare solo la metà della popolazione.
 
“In questo quadro, e con la situazione attuale sotto gli occhi di tutti, è grave che alcune risorse dei Lea non siano state utilizzate per questi scopi, ma per finanziare una sovrastruttura inutile come Alisa. La Regione avrebbe potuto, come da anni richiesto dal sindacato, sia migliorare l’offerta vaccinale sia attivare strutture territoriali in grado di drenare gli accessi impropri al pronto soccorso. Niente è stato fatto”, concludono i due sindacalisti.
 
E proprio presso Alisa, la nuova Azienda sanitaria della Liguria che nel 2016 ha preso il posto della vecchia Ars, si è svolta oggi una riunione dei DIAR - Dipartimenti Interaziendali Regionali del sistema dell'emergenza-urgenza per fare il punto sulla situazione nei Pronto soccorso.
 
Alla riunione hanno partecipato, oltre all'assessore alla sanità e vicepresidente della Regione  Sonia Viale e al commissario straordinario di Alisa Walter Locatelli, i direttori sanitari Stefano Ferlito (Asl 1), Michele Orlandini (Asl 4), Maria Antonietta Banchero (Asl 5), Sergio Vigna (Alisa), Giovanni La Valle (Irccs Ospedale Policlinco San Martino), Giuliano Lo Pinto (Ospedali Galliera) e Silvio Del Buono (Istituto Giannina Gaslini).
 
Presenti inoltre i direttori generali del Galliera Adriano Lagostena e della Asl 3 Luigi Bottaro, il responsabile per le emergenze del San Martino Angelo Grattarola e il segretario della Federazione dei medici di famiglia Andrea Stimamiglio. Per Asl 2 era presente Luca Corti
 
"E' appropriato usare Il termine 'emergenza' per definire la situazione ai pronto soccorso durante le festività: abbiamo avuto un picco di accessi dovuto all'arrivo in anticipo dell'influenza in coincidenza con le polmoniti, ma il sistema ha retto e parlare di 'catastrofe' è completamente fuori luogo", ha commentato Viale.
 
"Tutti i codici più gravi, rossi e gialli, sono stati affrontati nei tempi previsti dalla legge. I codici verdi, non in pericolo di vita, hanno aspettato meno di quattro ore. Per i codici bianchi, cioè chi viene all'Ospedale per mal di stomaco o mal di testa, i tempi sono stati naturalmente più alti. Abbiamo inoltre risolto il problema della permanenza in barella, con il 15% in meno al San Martino e il 26% in meno a Villa Scassi", ha concluso Viale. 
Da quanto si appfrende, la Asl 1 ha trattato circa 300 pazienti al giorno, di cui il 20% da fuori regione. Percentuale che sale al 30% per la Asl 2, che ha anche osservato un aumento dei pazienti anziani. Notevoli gli afflussi nell'area metropolitana genovese, dove da oggi sono stati attivati altri 15 posti letto per acuti dopo che i primi 14 previsti dal piano straordinario sono stati tutti occupati. La Asl 4 ha visto un aumento del 5% degli accessi, mentre nella Asl 5, dove la situazione non e' critica, sono state 1.082 le visite domiciliari della Guardia Medica nell'ultima settimana di dicembre. 

 
"Il sistema ha risposto in modo ordinato all'emergenza", sottolinea il commissario di Alisa Locatelli. "Alcune criticità restano, ma stiamo per raggiungere l'obiettivo di un tempo d'attesa massimo in barella di 8 ore, 12 ore nel periodo notturno, e contiamo di aumentare la copertura vaccinale anti-influenzale per arrivare alla soglia nazionale del 60% nelle categorie a rischio". 

03 gennaio 2018
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