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Lombardia. La denuncia di Greenpeace Italia: “Acque ad uso potabile contaminate da Pfas”

Greenpeace Italia ha elaborato una mappa delle sostanze chimiche artificiali altamente persistenti negli acquedotti lombardi. Maglia nera  alla provincia di Lodi. A Milano poco meno di un campione su tre è  risultato contaminato. "Chiediamo al governo, al Parlamento e ai ministeri competenti di assumersi le proprie responsabilità approvando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas in tutta Italia".

18 MAG -

"Anche nelle acque lombarde destinate al consumo umano sono presenti Pfas (composti poli e perfluoroalchilici), sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali".

A denunciarlo una nuova indagine di Greenpeace Italia realizzata grazie a numerose richieste di accesso agli atti (Foia) indirizzate a tutte le Ats (Agenzia di Tutela della Salute) e agli enti gestori delle acque potabili lombarde. Su circa 4 mila campioni analizzati dagli enti preposti tra il 2018 e il 2022, circa il 19% del totale (pari a 738 campioni) è risultato positivo alla presenza di Pfas.

"Vi sono casi in cui la contaminazione è a livello di acqua di captazione e altri in cui è specificato che si tratta di acqua immessa nella rete post trattamento; purtroppo, nella maggior parte dei casi gli enti non hanno specificato quando i campioni si riferissero ad acqua di pozzo e quando a quella che esce dal rubinetto di casa. Inoltre, l’inquinamento rischia di essere molto sottostimato, se si considera che le analisi condotte finora sono parziali e non capillari", spiega Greenpeace.

I dati nelle diverse province lombarde

Le province con la più elevata percentuale di campioni contaminati sono stati nell’ordine:
- Lodi, con l’84,8% positivo alla presenza di PFAS;
- Bergamo e Como, rispettivamente con il 60,6% e il 41,2%.
- Milano, con un quinto delle analisi positive. Tuttavia, in termini assoluti, la provincia di Milano, dove si registra il numero più elevato di analisi effettuate, ha il triste primato del maggior numero di campioni in cui sono stati rilevati PFAS (ben 201);
- Brescia, con 149 campioni positivi.
- Bergamo, con 129 campioni positivi.

La mappa consente di verificare quanti campioni di acqua a uso potabile non rispettano i valori limite più cautelativi vigenti o proposti in altre nazioni come la Danimarca o gli Stati Uniti. "Osservando i risultati, si nota come parte dell’acqua della Lombardia sarebbe considerata non potabile secondo i nuovi parametri proposti negli Stati Uniti (il 13,1%) o quelli vigenti in Danimarca (il 13,4%)".

I dati a Milano e nelle città lombarde
Per quanto riguarda le città, emergono particolari criticità nei comuni di Crema (CR), Crespiatica (LO), Pontirolo Nuovo (BG), Rescaldina (MI) e nella zona di Cantù-Mariano Comense (CO).

Risultati "inquietanti" sono emersi infine nella città di Milano, dove quasi un campione su tre è risultato contaminato. Per questo, ha spiegato Greenpeace, "pubblicheremo presto un approfondimento sulla situazione a Milano, con una mappatura delle zone più contaminate, dettagli sui quartieri del capoluogo lombardo e le rispettive concentrazioni di Pfas".

"Alla Regione Lombardia chiediamo di individuare tutte le fonti inquinanti, al fine di bloccare l’inquinamento all’origine e riconvertire le produzioni industriali che ancora utilizzano queste sostanze. È necessario inoltre varare un piano di monitoraggio regionale sulla presenza di Pfas nelle acque potabili, rendendo disponibili alla collettività gli esiti delle analisi, e garantire il diritto della cittadinanza a disporre di acqua pulita e non contaminata.
Seppure allarmanti, le contaminazioni riscontrate in Lombardia sono quasi ovunque di gran lunga inferiori a quelle registrate in Veneto nel 2013. L’emergenza Pfas richiede una risposta nazionale in Italia.

Per questo, chiediamo al governo, al Parlamento e ai ministeri competenti di assumersi le proprie responsabilità approvando in tempi brevi una legge che vieti l’uso e la produzione di tutti i Pfas in tutta Italia, insieme all’adozione di adeguati provvedimenti di bonifica e all’individuazione dei responsabili dell’inquinamento", conclude Greenpeace.



18 maggio 2023
© Riproduzione riservata

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