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Liste d’attesa. Fontana (Lombardia): “La situazione gradualmente migliora ma si risolva nodo dei medici di famiglia”

"Gli accessi ai pronto soccorso raggiungono percentuali di inappropriatezza di codici bianchi ingiustificabili e inaccettabili. Per cui bisogna anche in questo caso intervenire per evitare di sprecare risorse, energie e denaro. Questi interventi devono essere risolti nelle Case di comunità e bisogna fare in modo che siano più frequentate e che siano più presenti i medici di medicina generale".

27 MAR -

La situazione delle liste d'attesa "sta gradualmente migliorando. Purtroppo più aumentiamo l'offerta più aumenta la domanda. Una questione sulla quale bisogna essere attenti e cercare di capire perché si verificano queste cose. Noi abbiamo delle risposte, ma è un discorso che va fatto complessivamente. Gli accessi ai pronto soccorso raggiungono percentuali di inappropriatezza di codici bianchi ingiustificabili e inaccettabili. Per cui bisogna anche in questo caso intervenire per evitare di sprecare risorse, energie e denaro. Questi interventi devono essere risolti nelle Case di comunità e bisogna fare in modo che siano più frequentate e che siano più presenti i medici di medicina generale che possono acquistare una funzione fondamentale per il funzionamento della nostra sanità".

Lo ha evidenziato il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, commentando a margine di un evento a Palazzo Lombardia a Milano il richiamo del ministro della Salute Orazio Schillaci sulla necessità che le Regioni applichino al meglio le norme sulle liste d'attesa.

Per Fontana una delle chiavi sono i medici di medicina generale. "Noi crediamo veramente molto nel fatto che una loro maggiore presenza e partecipazione possa contribuire a risolvere in maniera sostanziale i problemi della nostra sanità", ha sottolineato.

Sul ricorso della Lombardia al Tar del Lazio contro il Governo per la retroattività dei nuovi criteri di ripartizione per il payback farmaceutico: "La Regione Lombardia lo ha detto in tutti modi ai colleghi delle altre Regioni e al Governo, che noi avremmo accettato una riduzione della quota parte destinata a Regione Lombardia a partire dall'anno 2025, cioè dall'anno in corso. Loro vogliono applicare una norma retroattiva, vogliono applicarla dall'anno passato, e non mi risulta che nella Costituzione italiana sia previsto di adottare provvedimenti retroattivi". Così vengono "tolti altri milioni di euro in modo scorretto".


"E' una questione di principio - ha spiegato - che noi abbiamo voluto mettere sul tavolo e che intendiamo rispettare. Infine ricordo che, siccome si dice che la Lombardia ha tanti soldi e quindi la sanità in Lombardia funziona perché ci sono un sacco di soldi, questa è un'altra leggenda metropolitana completamente sbagliata. Guardando ai dati della distribuzione pro capite del Fondo sanitario nazionale, Regione per Regione, vedete che, a fronte di una quota media di 2.146 euro" a livello nazionale, "la Regione Lombardia prende 2.129 quindi ogni lombardo prende 16,99 euro in meno rispetto a quella che è la quota media nazionale. In più ci vogliono togliere altri 130 milioni di euro in modo assolutamente scorretto e mi pare fosse giusto che la Regione Lombardia facesse ricorso, nei confronti di questa iniquità".

"Il ministro Schillaci ha fatto benissimo" a richiamare le Regioni sulle liste d'attesa "e sa benissimo che il decreto legge approvato alcuni mesi fa a livello nazionale nasce dall'esperienza di Regione Lombardia. Credo di poter dire che siamo una Regione che sta indicando la strada anche a tutti gli altri e quindi le critiche del ministro Schillaci non credo che fossero rivolte alla Regione Lombardia", ha aggiunto l'assessore lombardo al Welfare, Guido Bertolaso-. Siamo la prima e unica Regione che ha fatto partire il Cup unico per pubblico e privato per risolvere il problema delle liste di attesa. Siamo appena partiti e quindi non abbiamo ancora i risultati definitivi, ma siamo d'esempio per tutto il resto d'Italia".

"Siamo - ha concluso Bertolaso - l'unica Regione che sta firmando un protocollo con i Nas, che hanno il compito di andare a fare le verifiche nelle Regioni anche su quelle che sono le attività sulle liste di attesa. Credo quindi di poter dire che siamo una Regione che sta indicando la strada anche a tutti gli altri. Le critiche del ministro - ha ribadito - non credo che fossero rivolte alla Regione Lombardia".



27 marzo 2025
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