IA. Aulisio (School of Medicine di Cleveland): “Empatia, compassione ed empowerment distintivi della componente umana”
Ospite questa mattina di Asst Lariana, il direttore del Dipartimento di Bioetica della School of Medicine di Cleveland ha parlato di Intelligenza Artificiale, che non potrà sostituire l’uomo ma facilitando parte del suo lavoro, lascerà più tempo per la componente umana. Mazzei (DS Asst Lariana): “Non si può prescindere da un senso dell’etica”. Picozzi (Asst Lariana): “E’ parte integrante e non accessoria della pratica clinica”.
10 GIU - “Qual è la nostra responsabilità come persone che lavorano nel settore sanitario? La medicina continuerà ad essere una pratica umana? L'intelligenza artificiale è una grande opportunità in questo momento di trasformazione e, andando avanti negli anni, la bioetica sarà sempre più preponderante nella formazione dei futuri professionisti al fine di poter rispondere alla spinosa questione delle scelte da compiere per allungare la vita dei pazienti nei casi più delicati, anche attraverso lo strumento dell'osservazione clinica, ma da portare nel confronto reticolare al fine di giungere ad un giudizio di valore condiviso. Ricordando che, sempre rispetto all'AI, l'empatia e la compassione, nonché l'empowerment rimangono la cifra distintiva della componente umana, ed è in questo che la componente umana ci può salvare”. Così il professor
Mark Aulisio, direttore del Dipartimento di Bioetica della School of Medicine di Cleveland, ospite questa mattina di ASST Lariana per l'incontro “The Goals of Medicine Today” all'ospedale Sant'Anna a San Fermo della Battaglia (Co).
Intelligenza Artificiale ma anche sperimentazione, nell’intervento di Aulisio: “Come comunità scientifica e medica - ha detto - abbiamo il dovere di vigilare e fissare dei limiti su cosa sia accettabile o meno. Per fare questo dovrebbe esserci una legge in merito, in quanto al momento il confine risulta piuttosto sfocato. Attualmente negli Usa con poche centinaia di dollari le persone possono fare esperimenti genetici. Il nostro compito come professionisti sanitari è quello di impedire che le persone vadano troppo in là con la sperimentazione”.
"Empatia e compassione sono due aspetti fondamentali cui si interessa la maggior parte delle persone, lo dimostrano numerosi studi universitari. Per questo il prendersi cura è la parte umana da enfatizzare e rimane di fondamentale importanza, e per i medici e i clinici del futuro sarà sempre più essenziale dedicarsi a questo aspetto anche grazie al fatto che l'AI sta già funzionando come facilitatore in quanto riduce gli esami non necessari e in tal modo aumenterà sempre di più il tempo di cura. Ci vorrà formazione e addestramento se compiamo questa trasformazione”.
“Le nostre organizzazioni non possono prescindere da un senso dell’etica - ha sottolineato il direttore sanitario di Asst Lariana
Brunella Mazzei, introducendo l’incontro - Tanto più importante oggi a fronte dei cambiamenti in atto nella società e nel mondo del lavoro anche per l’introduzione prepotente dell’intelligenza artificiale. Basti pensare al tema dell’ibernazione e al sogno dell’immortalità, strettamente interconnessi ad aspetti economici”.
Di questo è convinto anche Mario Picozzi, direttore della struttura di Bioetica Clinica di Asst Lariana, professore associato al Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria, direttore del Centro di Ricerca in Etica clinica e della Scuola di Specializzazione in Medicina legale, membro corrispondente della Pontificia Accademia per la Vita, vice-presidente del gruppo interdisciplinare “Bioetica e consulenza etica” e membro del Comitato direttivo dell’European of Clinical Ethics Network. “Vi sono attività che richiedono una competenza medica ma le cui finalità potrebbero non essere consone agli scopi della medicina”, ha dichiarato. “Ad esempio: fino a che punto le modificazioni del corpo, che necessitano di competenze mediche, rientrano nelle finalità di cura? Fino a che punto le richieste riguardanti l'inizio vita e il fine vita, che anche qui presuppongono competenze mediche, sono congrue con la cura? E chi decide cosa sia congruo? E ancora come oggi le nuove tecnologie modificano le finalità della medicina?”. Per Picozzi occorre evitare che la cura diventi unicamente un atto tecnico: “L'etica è parte integrante e non accessoria della pratica clinica”.
10 giugno 2025
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