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Eliminare la contenzione. L’esperienza dell’Ats Brianza sull’efficacia di un programma nelle case di riposo

Il progetto “ATS Brianza libera da contenzione” ha visto la luce nel 2018. Quest’anno il progetto ha riguardato due strutture, RSA Piccolo Cottolengo di Don Orione di Seregno (MB) e RSA Luigi e Regina Sironi Onlus di Oggiono (LC) che sono state coinvolte in un percorso di formazione accreditato Ecm sia residenziale che sul campo, al quale hanno partecipato circa 80 operatori. Parallelamente, sono stati effettuati incontri con i familiari degli ospiti per coinvolgerli

12 DIC - L’Agenzia di Tutela della Salute (ATS) della Brianza nasce nel 2016 a seguito della riorganizzazione del servizio socio sanitario regionale della Regione Lombardia, in applicazione della legge n. 23/2015 “Evoluzione del sistema sociosanitario lombardo: modifiche al Titolo I e l Titolo II della legge regionale del 30 dicembre 2009 n. 33”. Tale legge, all’art. 6, individua tra le funzioni di ATS “il governo del percorso di presa in carico della perso­na in tutta la rete dei servizi sanitari, sociosanitari e sociali” (comma b), “il governo e promozione dei programmi di educa­zione alla salute, prevenzione, assistenza, cura e riabilitazione”, e “la vigilanza e controllo sulle strutture e sulle unità d’of­ferta sanitarie, sociosanitarie e sociali, come previsto dall’articolo 10 del d.lgs. 502/1992”.
 
L’ATS Brianza si sviluppa nelle province di Monza e Lecco, ha una popolazione residente di 1.211.000 abitanti, dei quali il 18,5% con più di 65 anni (11, 4% con più di 75 anni). Sul territorio di ATS Brianza sono presenti 68 Residenze Sanitarie Assistenziali (RSA), per un totale di 6041 posti letti autorizzati. Nel 2018 sono state assistite complessivamente 5335 persone.

La contenzione fisica è definita in letteratura come “qualsiasi azione, procedura o mezzo applicato o adiacente al corpo, che la persona non può controllare o rimuovere facilmente e che impedisce la libertà di movimento atta ad assumere una posizione di scelta e/o l’accesso al proprio corpo”. La contenzione è stata al centro di numerosi studi e pubblicazioni negli ultimi anni, analizzata di volta in volta nelle sue diverse sfaccettature ed implicazioni: clinico-assistenziali, etico-deontologiche, giuridiche.
 
Il Comitato Nazionale di Bioetica (CNB) nel documento del 2015 “La contenzione: aspetti bioetici” “ribadisce la necessità del superamento della contenzione, nell’ambito della promozione di una cultura della cura rispettosa dei diritti e della dignità delle persone, in specie le più vulnerabili; condanna l’attuale applicazione estensiva della contenzione, che da assolutamente eccezionale si è troppo spesso tramutata in una prassi a carattere routinario”.
 
Il CNB raccomanda di “incrementare la ricerca sulla contenzione in rapporto all’organizzazione e alla cultura dei servizi, particolarmente per ciò che riguarda gli anziani e le anziane che sono i soggetti più inermi di fronte alle pratiche coercitive; di “avviare un attento monitoraggio del fenomeno” che “presuppone un’attenzione continua alla prassi quotidiana”; infine di “predisporre programmi finalizzati al superamento della contenzione nell’ambito della promozione di una cultura generale della cura rispettosa dei diritti, agendo sui modelli organizzativi dei servizi e sulla formazione del personale”. Negli ospedali e nelle strutture residenziali per anziani l’impiego dei mezzi di contenzione è spesso motivato con la necessità di proteggere le persone fragili, evitare le cadute e controllare i disturbi del comportamento. Studi nazionali ed internazionali, e alcune esperienze virtuose anche italiane (Trieste, Padova, Bologna, Golgi- Abbiategrasso, Vendrogno-Lecco) hanno già dimostrato che la contenzione fisica può essere superata, anche nel rispetto dei diritti di libertà e di autodeterminazione, garantiti dalla Costituzione Italiana (artt. 13 e 32).

Il progetto “ATS Brianza libera da contenzione” ha visto la luce nel 2018, quando è stato costituito il Gruppo di Lavoro (GdL), formato da operatori di ATS provenienti da diverse Unità Operative/Dipartimenti. L’attuale Direzione Strategica ha condiviso finalità e obiettivi, sia formalizzando il percorso con la delibera n. 184 del 16 marzo 2019, sia finanziando adeguatamente le fasi di attuazione dello stesso. Il progetto, pluriennale, mira a “rendere libero” il territorio della ATS Brianza dalla contenzione a partire dalle strutture residenziali per anziani, per poi coinvolgere tutti i contesti di cura. Alla luce dell’esperienza di Trieste che il GdL ha avuto l’occasione di conoscere direttamente è stato stimato un tempo medio di realizzazione del progetto di circa dieci anni.
 
Quest’anno il progetto ha riguardato due strutture, RSA Piccolo Cottolengo di Don Orione di Seregno (MB) e RSA Luigi e Regina Sironi Onlus di Oggiono (LC) che sono state coinvolte in un percorso di formazione accreditato ECM sia residenziale (un evento di 8 ore) che sul campo (4 incontri di 4 ore ciascuno in ciascuna RSA), al quale hanno partecipato circa 80 operatori. Durante la formazione sul campo gli esperti e le singole équipe hanno analizzato i casi più complessi, per i quali la rimozione della contenzione alimentava timori e preoccupazioni, per condividere strategie alternative per assistere senza contenere.
 
Parallelamente alla formazione degli operatori sono stati effettuati incontri con i familiari degli ospiti per informarli e coinvolgerli. Attraverso la creazione di una sezione dedicata al progetto nel sito istituzionale, la diffusione attraverso i social media, comunicati stampa e articoli si sono informate e coinvolte le comunità locali e tutti gli stakeholder.

Sono state condotte due indagini di prevalenza, all’inizio (T0) e alla fine del percorso formativo (T1), i cui risultati sono stati oggetto di presentazione e discussione nel corso di un convegno tenutosi a Desio (MB) il 4 dicembre, che ha visto la partecipazione di molti direttori e operatori delle RSA, di rappresentanti del territorio (Comuni, Sindacati) e di strutture sanitarie per acuti.

I risultati, illustrati nell’immagine, dimostrano che un progetto condiviso e sostenuto da tutti i livelli dell’organizzazione, basato sulla formazione, la discussione di casi in équipe rende possibile ridurre la contenzione.
 

 
Per l’anno 2020 il progetto verrà ulteriormente rifinanziato da ATS Brianza, e prevede di coinvolgere almeno otto RSA, nonché di incrementare azioni di sensibilizzazione rivolte al territorio sul tema della tutela dei diritti delle persone fragili.
 
Alessandra Casè, Paola Decò, Andrea Fascendini, Paola Gobbi, Emanuela Guarisco, Donato Offredi
Gruppo di lavoro “ATS Brianza libera da contenzione”, Monza


Ermellina Zanetti
APRIRE NETWORK, Brescia

12 dicembre 2019
© Riproduzione riservata

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