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Riforma 118. Serve un modello integrato

28 SET - Gentile Direttore,
la Carta di Riva scaturita dal Secondo Congresso Nazionale dell’Emergenza Urgenza ha inevitabilmente acceso gli animi e le polemiche. Tuttavia bisognerebbe da parte di tutti uscire un attimo dall’agone politico e considerare che, anche grazie al PNRR, i prossimi anni offrono straordinarie opportunità di innovazione e sviluppo in diversi campi della vita umana tra cui il settore della salute e, il successo, nell’ottimizzare tali possibilità di sviluppo, sarà dettato dal grado di prontezza strategica che il complesso sistema in cui si articola il SSN sarà in grado di mostrare ad ogni livello.

In questa direzione sicuramente è necessaria una riforma del sistema dell’emergenza extra ospedaliera, ma dobbiamo chiederci quale sistema vogliamo per il futuro? Un sistema integrato, innovativo e che sia in grado di relazionarsi e confrontarsi/competere a livello internazionale, o un modello organizzativo gestionale ancora strettamente legato a un numero “telefonico” e a poche figure professionali?

L’area relativa all’urgenza/emergenza rappresenta uno dei nodi più critici della programmazione sanitaria e si configura come una delle più importanti variabili sulle quali è misurata la qualità dell’intero servizio sanitario. È necessario, pertanto, distinguere una reale urgenza o emergenza, da episodi che non lo sono, ma al contempo, fornire adeguati ed uniformi servizi di continuità assistenziale e cure non urgenti, a cui tutti possano equamente accedere, affinché l’area dell’emergenza/urgenza non si configuri quale unico “luogo” di risposta ad ogni bisogno di salute espresso dalla popolazione, quando questo non riesce a trovare adeguato soddisfacimento nel territorio.

Dobbiamo volere un modello integrato, in cui il Numero Unico di Emergenza Europeo 112 sia il “butta dentro/butta fuori” delle richieste di aiuto, perciò anche qui dovremmo chiederci che ruolo e quale strutturazione dare a tale servizio, dove i servizi di continuità assistenziale e assistenza socio sanitaria siano integrati nelle possibili risposte offerte dal sistema di soccorso sanitario, dove l’intero meccanismo di risposta non si basi sulla dicotomia della figura medico-infermiere e quale contraltare la presenza di una figura indefinita “autista soccorritore”.

Abbiamo bisogno che le proposte di riforma concepiscano un modello di preparazione e risposta che parta dallo sviluppo della cultura dell’emergenza, dove siano presenti multidisciplinarietà e multi professionalità, dove sia valorizzato il ruolo del volontariato effettivo come risorsa di resilienza e di cittadinanza attiva, dove il soccorritore sia una figura definita a livello omogeneo e nazionale a prescindere dallo svolgere tale ruolo gratuitamente e volontaristicamente o alle dipendenze di enti pubblici, privati no profit o profittevoli.

Infine, abbiamo bisogno che i riformatori ascoltino i giovani, futuri protagonisti come utenti e professionisti del sistema di domani, per costruire assieme a loro e a chi attualmente invece è foriero di esperienza di lunga data il Sistema negli anni a venire.
 
Alessio Cortiana

Presidente Ass. Pubblica Assistenza Milanese ODV


28 settembre 2021
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