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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Lettere al Direttore - Abruzzo

I giusti incentivi per il Mmg

di Massimo Calisi
Gentile Direttore,
per quanto riguarda il capitolo dell’incentivo per il collaboratore di studio previsto dal ACN, legato all’aumento del carico assistenziale del medico sono opportune alcune sottolineature. Questo capitolo economico di incentivo non è accessibile a tutti i medici di medicina generale, per via di "tetti" ASL e regionali, altri medici non possono accedervi per motivi logistici oppure per modus operandi i medici non possono farsi affiancare da segretari per le prescrizioni mediche. Inoltre in ACN non sono definiti i compiti del collaboratore di studio medico e il medico dovrebbe derivarli dalle norme vigenti disponibili, in specie il Codice deontologico, il Codice penale ed il GDPR (General Data Protection Regulation) ovvero la normativa di Privacy.
 
Se ne desume così che il medico dovrebbe autorizzare il collaboratore di studio ad accedere al gestionale/schedario solo ai dati personali comuni identificativi (come stabilisce l’OMCeO di Firenze) e non ai dati sensibili sanitari. Ovvero il collaboratore nello studio medico non dovrebbe partecipare né leggere scrivere preimpostare stampare nessuna ricetta né sua sponte né in supervisione medica.
 
Al contrario, se al collaboratore si permette l’accesso anche ai dati sensibili rendendolo partecipe di notizie coperte tra l’altro da segreto professionale, possono sorgere inconvenienti di non poco conto. Giuridicamente il collaboratore di studio medico non è equiparato a nessuna professione sanitaria ma è un semplice lavoratore d’uno studio medico privato, a differenza dell’impiegato del SSN quest’ultimo lavoratore di servizio pubblico/statale, incaricato dalla Asl stessa per la gestione dei dati sensibili sanitari degli assistiti e gravato dal segreto d’ufficio.
 
Inoltre né l’infermiere né altri profili sanitari possono avere delega per attività mediche di ricettazione e prescrizione medica nemmeno in preimpostazione e supervisione; il medico non può delegare la propria attività medica, la quale è sempre diretta sul paziente, neanche ad altri medici nè in preimpostazione e supervisione né a medici in formazione.
 
Quindi l'aumentato carico di lavoro dovrebbe avere anche altre strade e altra tipologia di incentivi per i medici di medicina generale e per i pediatri di libera scelta, per operare in deontologia con attività medica diretta al paziente senza deleghe come da norma. Incentivi per esempio per un aumento di orario minimo di studio, l’unica maniera semplice per affrontare l’aumentato carico clinico e burocratico in medicina.
 
Dott. Massimo Calisi
Medico di medicina generale a Pescara, segretario regionale FISMU Abruzzo
20 novembre 2019
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