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QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Lettere al Direttore - Basilicata

Quanto fatto in due anni di pandemia vale davvero 75 euro lordi mensili?

di Pasqualina Sarli
Gentile Direttore,
ci hanno chiamato eroi.Ci hanno dedicato copertine intere, prime pagine sui giornali. Le foto dei nostri volti stanchi hanno girato il mondo. La memoria è però a breve termine. Oggi nessuno si ricorda più di noi. Gli onori sono finiti, il compenso che ci spettava per il lavoro svolto in emergenza, chissà in quale altra categoria di lavoratori é migrato.

Dimenticavo, il mio nome è Pasqualina, e già un anno fa vi scrivevo. Vi esternavo le mie paure di coordinatore infermieristico in prima linea in un reparto Covid. Vi scrivevo delle mie preoccupazioni e angosce e dopo un anno, purtroppo, poco è cambiato. La pandemia, di fatto, é ancor a tale. L'emergenza non è affatto finita e io, in qualità di coordinatrice di un reparto Covid, mi trovo tutti i giorni a fronteggiare questa emergenza a dover convivere, non solo con i pazienti che, purtroppo, sono ancora troppi e tra questi ci sono anche persone che per scelta hanno rifiutato il vaccino e quindi hanno contribuito all’aumento delle ospedalizzazioni, ma mi trovo anche a dover gestire un reparto con carenza di personale.

Non solo! Il personale presente ha tutta una storia sulle spalle che certo non va a vantaggio del lavoro da svolgere. Provate a calarvi voi nei panni di un infermiere che per un anno è stato costretto a lavorare bardato con dispositivi di protezione individuale! Chi ha dovuto fare i turni massacranti, allontanare i propri affetti per paura di contagiarli, chi ha dovuto metabolizzare la morte di un paziente e poi tornare a casa e far finta di niente.

La ricompensa? Una proposta di rinnovo del contratto di lavoro infermieristico: 75 € lordi mensili. Ma davvero si può pensare che 75 € lordi in più mensili ci motiveranno a fare meglio il nostro lavoro? O forse che questa proposta di aumento ci aiuterà a curare le ferite che abbiamo ancora aperte? La nostra è una professione che si fa per passione e con amore e quando questo amore finisce è giusto lasciare. Cosí come tanti colleghi stanno facendo, proprio perché questo amore per la professione non viene riconosciuto e ora è anche mortificato:  dalle istituzioni che troppo spesso dimenticano che nel mondo del lavoro esiste anche la nostra categoria che va motivata, tutelata e gratificata, dall’opinione pubblica che ti mette sul piedistallo e subito dopo ti getta nel sacco dell’indifferenziata.

Pensate che io, noi infermieri, stiamo esagerando? No, siamo solo stanchi! Molto stanchi e anche un pò arrabbiati.

Pasqualina Sarli
Coordinatore Infermieristico Aor San Carlo Di Potenza SIC di Malattie Infettive ormai COVID
12 gennaio 2022
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