toggle menu
QS Edizioni - giovedì 28 marzo 2024

Lettere al Direttore - Calabria

In Calabria la situazione è critica e il covid preoccupa. Regione e commissario aprano il confronto

di Domenico Minniti
Gentile Direttore,
non passa giorno, in Calabria, senza che Media e Social Networks non facciano rimbalzare segnalazioni di gravissime carenze assistenziali nel settore dell’Emergenza Urgenza. Solo nell’ultima settimana abbiamo letto di pesanti disagi al Pronto Soccorso dell’Ospedale “Annunziata” di Cosenza - uno degli Ospedali Hub della Calabria - dove la falcidie di Medici obbliga i pochi superstiti a turni massacranti. Gravi carenze di Medici Anestesisti Rianimatori e di unità di sangue all’Ospedale Spoke di Polistena provocano il blocco dell’attività chirurgica, ed analoga grave carenza dei nostri preziosi Specialisti insiste su tutti gli ospedali dell’ASP di Cosenza, dal Tirreno allo Ionio, passando per  il Pollino.
 
Per quest’ultima criticità come AAROI-EMAC abbiamo chiesto, giorni fa, un incontro urgente al Commissario Straordinario, portandone peraltro a conoscenza il Prefetto della città Bruzia. Siamo ancora in attesa di riscontro..

La demedicalizzazione forzata di molte ambulanze del 118 nella Provincia di Catanzaro riduce la qualità della risposta sanitaria. Ed ancora, le segnalazioni sulla grave situazione al Pronto Soccorso di quel che resta dell’Ospedale Spoke di Locri, chiudono questo piccolo ma non certamente esaustivo elenco di difficoltà del nostro Sistema Sanitario Regionale.

Più genericamente, molti dei Pronto Soccorso della regione devono ricorrere a medici non specialisti pur di non sospendere la loro preziosa attività.

Potremmo continuare, ma rischierei di essere monotono e di esaurire il budget delle cinquemila battute a mia disposizione.

Non si tratta di criticità di poco conto se si pensa che stiamo parlando del Sistema di Emergenza Urgenza, cioè di quella parte strategicamente indispensabile e non vicariabile della Medicina dal cui rapido ed efficace approccio diagnostico e terapeutico dipendono la vita o la morte dei pazienti che richiedono assistenza per le patologie tempo-dipendenti.

Ma davanti a questa debacle di sistema, pur non potendo prevedere nessuno di noi l’andamento dell’infezione che preoccupa tutti e soprattutto in vista di una possibile risalita del numero di contagi da Sars Cov-2, non possiamo, non senza un minimo di inquietudine, domandarci, noi Medici anestesisti rianimatori in primis, ma il cittadino utente a seguire, in cosa siano stati tradotti tutti i proclami contenuti nei Decreti Legge via via succedutisi durante la fase di acuzie del Covid-19.

Sapere, ad esempio, quanti di quei famosi 280 posti letto di terapia intensiva siano stati attivati – la domanda è pleonastica, la risposta è, ovviamente, nessuno – quanti di quei milioni di euro stanziati dal governo per la nostra regione siano stati utilizzati per premiare gli “eroi”, quanti per assumere ancorché a tempo determinato personale per far fronte all’emergenza, quanti per mezzi, apparecchiature, dispositivi medici, strutture.

Dove sono le terapie intensive postoperatorie che, come già più volte suggerito, rappresentano l’unica soluzione intelligente, il mezzo più versatile ed efficace per far fronte a maxi-emergenze o catastrofi di qualsivoglia natura, pronte come sono ad essere rapidamente convertite ed immediatamente operative in caso di necessità?

A che punto sono pianificazione e programmazione, atteso che ottobre è alle porte e la paventata recrudescenza autunnale dei contagi, se reale, ci metterebbe inevitabilmente in ginocchio? Certo, può darsi che le stesse variabili che han fatto si che fossimo sostanzialmente graziati in primavera, scienza o mera casualità da cui dipendessero, potrebbero continuare a proteggerci.

Ma sono variabili a noi sconosciute e, dunque, non governabili. E non sappiamo se quello che drammaticamente ha colpito il resto del mondo, non possa, in qualche modo, raggiungerci tra qualche tempo provocando gli stessi danni sulla popolazione.

Ed in quel caso, chi dovrà farsi carico della responsabilità morale, civile e penale di ciò che dovesse accadere, atteso che a tutt’oggi, gli organi regionali istituzionalmente preposti sono risultati dormienti?

Struttura Commissariale e Dipartimento Tutela della Salute: se ci siete, provate a battere un colpo.

Domenico Minniti
Presidente AAROI EMAC Calabria
Associazione Italiana Medici Anestesisti Rianimatori Emergenza ed Area Critica
14 settembre 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata