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QS Edizioni - sabato 19 luglio 2025

Cronache

Stati Generali della Prevenzione. Schillaci: “Un italiano su 5 non sa che gli screening sono gratuiti. Ripartire con fondi e consapevolezza”. Meloni: “Prevenzione è il miglior farmaco”

immagine 16 giugno - La kermesse oggi e domani alla Stazione marittima dove si potranno anche effettuare esami preventivi. Il ministro: “Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento”
“Come ricorda sempre il presidente Mattarella, dobbiamo tutti, e già adesso, contribuire ad abbattere ogni disuguaglianza e garantire pari opportunità di salute a tutti i cittadini, ovunque essi vivano, qualunque sia il loro reddito, livello di istruzione o contesto sociale. Noi vogliamo un servizio sanitario nazionale che sia eccellente su tutto il territorio. E la prevenzione non può e non deve fare eccezione”. Lo ha sottolineato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, nel suo discorso di benvenuto alla prima edizione degli Stati Generali della Prevenzione a Napoli, in occasione del quale anche la premier Giorgia Meloni ha inviato un messaggio di saluti e in cui era presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.


“Rivolgo un sentito ringraziamento al Presidente della Repubblica - ha sottolineato il ministro Schillaci - La sua presenza oggi ci onora, conferisce un valore ancora più alto all’iniziativa, e conferma la valenza strategica nazionale che la prevenzione riveste nella tutela della salute. Ringrazio la città di Napoli che ci ospita. Abbiamo voluto lanciare questo forte appello alla prevenzione dalla più grande città del Sud, per dare un segnale di attenzione e di impegno nel superare divari, nell’accesso alle cure e alla prevenzione, purtroppo ancora esistenti tra Nord, Centro e Sud, anche per valorizzare le tante eccellenze sanitarie che ci sono nel Mezzogiorno. Gli Stati generali della Prevenzione non sono un punto d'arrivo, ma di partenza. Un laboratorio di idee e di alleanze perché la salute è un impegno collettivo: per questo oggi e domani lavoreremo per rilanciare la prevenzione a tutti i livelli. Anche con il coinvolgimento dei cittadini che all’interno del Villaggio della prevenzione potranno fare visite e screening ed essere attivamente informati per diventare protagonisti della propria salute. Scegliere la prevenzione significa scegliere il futuro. La salute è l’unico diritto che la nostra Costituzione definisce fondamentale e l’Italia vanta un sistema sanitario tra i più solidi e solidali del mondo. È un patrimonio che siamo impegnati a conservare e a rafforzare per le generazioni di oggi e di domani”.

Secondo il ministro, però, “questo richiede un nuovo approccio che valorizzi maggiormente la prevenzione per vivere più a lungo in buona salute e per assicurare sostenibilità al nostro sistema sanitario, in un’ottica di modernità, mantenendo però saldi i principi di universalità, equità e uguaglianza.
L’evoluzione demografica ed epidemiologica indica chiaramente che serve un cambio di paradigma. La popolazione è sempre più anziana e già oggi drena gran parte delle risorse per l’assistenza sanitaria; l’innovazione viaggia a ritmo serrato anche in ambito sanitario con costi spesso elevati. Non possiamo pensare, dunque, che il nostro servizio sanitario nazionale possa continuare a essere sostenibile, in futuro, se non si riduce il carico di malattie e di disabilità con una decisa spinta alla prevenzione. Dobbiamo investire di più. Oggi solo il 5% del fondo sanitario nazionale è destinato alle attività di prevenzione. Vogliamo aumentare questa percentuale e in questa direzione va anche il lavoro che stiamo portando avanti con il Mef, grazie alle nuove regole di bilancio europee, affinché la spesa per la prevenzione sia considerata a tutti gli effetti un investimento. È evidente che fare leva sulla prevenzione significa, nel lungo termine, ridurre i costi dell’assistenza e liberare risorse da investire in innovazione e ricerca che, grazie agli enormi progressi compiuti, permette di curare malattie un tempo ritenute incurabili. Però non è solo questione di risorse. La prevenzione non è uno slogan: racchiude azioni che contribuiscono a ridurre l’insorgenza di patologie. E queste azioni si traducono, in primo luogo, nell’adesione a stili di vita corretti e agli screening oncologici. È bene ricordare che il nostro servizio sanitario offre opportunità di prevenzione non sempre sfruttate a pieno”.


Per esempio, ha sottolineato Schillaci “penso alle malattie oncologiche. Il 40% dei tumori si può prevenire agendo sui fattori di rischio e aderendo ai programmi gratuiti di screening del servizio sanitario pubblico. I dati dell’Osservatorio nazionale sugli screening dicono che è migliorata l’attività di invito alla popolazione target per tutti i programmi – con incrementi anche al Sud - con quasi 16 milioni di persone invitate nel 2023. Tuttavia, poco meno della metà ha eseguito un test. Mi limito ad alcuni numeri:
- screening cervice uterina: adesione al 41%, con valori più bassi al Sud e Isole (31%) rispetto al Nord (52%) e al Centro (38%).
- screening mammografico: ha aderito all’invito il 55% delle donne con un differenziale di 15 punti percentuali tra l’area del Nord e quella del Sud.
- screening colorettale: registra purtroppo un’adesione solo intorno al 34%. Anche in questo caso maggiore al nord, intermedia al Centro e inferiore nel Sud e Isole (20%). Eppure, è un test non invasivo che può intercettare possibili patologie oncologiche come il tumore al colonretto che purtroppo negli ultimi anni ha visto aumentare le diagnosi nelle fasce di età più giovani. In linea con le raccomandazioni europee, stiamo lavorando per ampliare i programmi di screening, penso al cancro del polmone. Su questo, è già attiva la Rete italiana per lo screening polmonare che abbiamo rifinanziato anche con la legge di bilancio 2025 per il proseguimento del programma che finora ha consentito di effettuare quasi 10mila esami con Tomografia Computerizzata. E stiamo pensando anche allo screening per il cancro della prostata. È necessario rafforzare tutte le attività di coinvolgimento dei cittadini. Dobbiamo intercettare le paure, superare i pregiudizi. Ognuno di noi deve sentirsi parte attiva del proprio percorso di salute. Per questo abbiamo chiesto all’Istituto Piepoli di sondare un campione rappresentativo di popolazione interessata dai programmi di screening. Il primo dato che mi ha colpito è che 1 su 5, soprattutto al Sud, non sa che sono gratuiti”.

Tra chi ha ricevuto l’invito, “una quota importante di persone ha deciso di non fare il test: circa 1 su 5. E sceglie di non farlo soprattutto perché non ha avuto tempo o ritiene di stare bene e, in assenza di disturbi, preferisce non sottoporsi allo screening. In tanti, indicano esplicitamente un po' di pigrizia.
È qui che dobbiamo moltiplicare gli sforzi e aumentare la consapevolezza nei cittadini che bisogna prendersi cura di sé anche quando si è in salute.
Anche sul fronte degli stili di vita, si può e si deve fare di più. Penso – lo abbiamo visto anche nella presentazione del professor Mantovani - all’alimentazione corretta e all’attività fisica che sono importanti determinanti di salute e contribuiscono a contrastare l’insorgenza di patologie, anche oncologiche. I dati della sorveglianza dell’Istituto superiore di sanità indicano che in Italia 4 adulti su 10 sono in sovrappeso o obesi. Alcune Regioni del Sud continuano a detenere il triste primato per quota più alta di persone in eccesso ponderale. E c’è un problema di obesità infantile che non dobbiamo sottovalutare: il 19% dei bambini è in sovrappeso e gli obesi sono quasi il 10%. L’obesità porta con sé patologie croniche e il primo dovere, verso se stessi e verso la collettività, è quello di seguire un modello alimentare corretto così come dedicare tempo adeguato all’attività fisica. Gli italiani sono per lo più sedentari (24%) o parzialmente attivi (28%) con un gradiente geografico ancora una volta a sfavore delle Regioni meridionali. Appare ancora troppo bassa anche l’attenzione degli operatori sanitari al problema della scarsa attività fisica, anche nei confronti di persone in eccesso di peso o con patologie croniche. Ecco perché non dobbiamo allentare la presa: dobbiamo continuare a sensibilizzare, a dare voce alla prevenzione e a farlo in modo corale. In questo senso è essenziale il contributo degli operatori sanitari, delle istituzioni, delle associazioni, anche dei mezzi di comunicazione.

Le scuole, in particolare, sono uno dei target centrali del Piano nazionale della prevenzione: il 34% dei progetti messi in campo dalle Regioni, riguardano gli stili di vita, e quasi tutte le Regioni hanno attivato attività di comunicazione e formazione nelle scuole rivolte agli studenti, agli insegnanti e alle famiglie per promuovere la salute attraverso gli stili di vita corretti. Il nuovo Piano nazionale della Prevenzione, che stiamo definendo e per il quale sarà prezioso il contributo delle Regioni, si arricchirà di nuovi strumenti legati agli investimenti, che abbiamo avviato in questi anni, per lo sviluppo della sanità digitale e dell’assistenza territoriale nonché sulla crescente ottica One Health. Ma la prevenzione oggi ha anche un volto nuovo: quello della ricerca e dell’innovazione.

L'intelligenza artificiale sta rivoluzionando l'early detection, consentendo diagnosi più precoci e personalizzate. La sfida è fare in modo che l’innovazione sia accessibile a tutti, eticamente guidata, integrata nei percorsi sanitari. Come ripeto sempre, la tecnologia non può sostituire il medico, le sue competenze e la capacità di relazione e di ascolto. L’innovazione sta già dimostrando di essere un supporto importante e per questo abbiamo dedicato una sessione degli Stati generali all’evoluzione digitale della sanità, in un’ottica di prevenzione. Con un focus sul National Health Prevention Hub con il quale vogliamo trasformare la prevenzione in Italia in un sistema moderno.

È già in fase di sviluppo un progetto basato sull’uso dei dati, un sistema integrato di Data Management, progettato per raccogliere e analizzare automaticamente grandi volumi di dati sanitari, anche con il supporto dell’intelligenza artificiale, per intercettare i bisogni di prevenzione della popolazione. Vogliamo realizzare il primo ecosistema digitale One Health per comprendere meglio le interazioni tra i determinanti di salute e orientare in modo mirato le azioni di screening e prevenzione. Fin dall’inizio del mio mandato ho creduto con forza che la prevenzione è il migliore investimento che possiamo fare per la nostra Nazione ed è il motivo per cui oggi siamo qui, insieme a tutti gli attori con i quali possiamo fare la differenza. Da Napoli vogliamo stringere un Patto tra istituzioni e cittadini: con la prevenzione ognuno di noi compie una scelta di salute per se stesso, di generosità verso la collettività e di sostenibilità del nostro servizio sanitario. Come ricordiamo nella campagna che abbiamo lanciato oggi - per la quale ringrazio la disponibilità del Napoli Calcio e del suo Capitano Di Lorenzo - la nostra salute è veramente la partita più importante”.
16 giugno 2025
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