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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Scienza e Farmaci - Emilia Romagna

Nuovi laboratori per Tecnopolo “Rita Levi-Montalcini” di Bologna

immagine 15 gennaio - La struttura potrà godere di nuovi laboratori e strumentazione sempre più all’avanguardia per la ricerca nel campo delle malattie neurodegenerative. Tutti i proventi dell’attività scientifica, svolta in collaborazione con le aziende farmaceutiche, vengono reinvestiti per finanziare i filoni di ricerca di base necessari a sviluppare i farmaci di domani
Nuovo traguardo per la Ricerca in Emilia-Romagna. È stato infatti inaugurato l’ampliamento del Tecnopolo di Bologna “Rita Levi-Montalcini”, con sede in provincia, a Ozzano dell’Emilia. Con una superficie di 750 metri quadri, la struttura potrà godere di nuovi laboratori e strumentazione sempre più all’avanguardia per la ricerca nel campo delle malattie neurodegenerative.

La gestione del Tecnopolo è da sempre affidata alla Fondazione Iret: ente di ricerca scientifica indipendente e nonprofit, guidato dalle docenti universitarie - allieve e collaboratrici per 15 anni di Rita Levi Montalcini - Laura Calzà e Luciana Giardino, rispettivamente Direttore Scientifico e Presidente della Fondazione.

In questo polo medico-scientifico d’avanguardia, inaugurato nel 2012, in sinergia con l’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna, lavorano 15 giovani ricercatori che studiano le malattie degenerative e lesioni del sistema nervoso centrale, con lo scopo di individuare nuove strategie per contrastarne l’avanzamento, ripararne i danni, individuare le cause per prevenirne l’insorgenza.

In quello che si configura come un settore di ricerca fondamentale, Fondazione Iret ha compiuto in questi anni importanti passi avanti. Sulla malattia di Alzheimer, ad esempio, Iret lavora sulle fasi precliniche della patologia, individuando i segnali di allarme precoce. La Fondazione, inoltre, crea e gestisce modelli di malattia che consentono alle aziende farmaceutiche di sperimentare nuove possibili cure in modo rapido e accessibile. Tutti i proventi dell’attività scientifica, svolta in collaborazione con le aziende farmaceutiche, vengono reinvestiti per finanziare i filoni di ricerca di base necessari a sviluppare i farmaci di domani.
15 gennaio 2020
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