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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Regioni e Asl - Friuli Venezia Giulia

Polemiche sul corso di abilitazione per l’emergenza territoriale. Insorgono specializzandi e Aaroi Emac

di Endrius Salvalaggio
immagine 25 luglio - L’Azienda regionale coordinamento per la salute (Arcs) avvia un corso che, in 478 ore, creerà figure professionali mediche con abilitazione all’esercizio della medicina d’emergenza territoriale regionale. Contrari gli specializzandi e gli anestesisti. “Tali iniziative rischiano di minare la solidità dell’intero percorso formativo medico specialistico che viene - in un qualche modo che ci permettiamo di definire approssimativo - sorpassato”, scrivono 107 medici in formazione in una lettera. Aaroi Emac: “Ci rifiuteremo di insegnare”
Sono oltre 100 gli specializzandi fra le università di Udine e Trieste che stanno protestando contro l’iniziativa dell’Azienda Regionale Coordinamento per la Salute per la Regione FVG (ARCS) che, da qualche settimana, ha lanciato e aperto le iscrizioni per un “Corso regionale teorico-pratico per il conseguimento dell’idoneità all’esercizio dell’attività di emergenza sanitaria territoriale” che inizierà il prossimo 26 ottobre, sarà strutturato in 3 moduli per un totale di 478 ore, e avrà l’obiettivo di creare figure professionali mediche con abilitazione all’esercizio della medicina d’emergenza territoriale regionale.

Una iniziativa che ha incontrato tuttavia la contrarietà di 107 medici in formazione specialistica delle relative scuole di specializzazione in Medicina d’Emergenza-Urgenza (MEU) e di Anestesia, Rianimazione e Terapia Intensiva del Dolore (ARTID) e dell'Aaroi Emac. Gli specializzandi contestano anzitutto il fatto che l’attivazione di corsi abilitanti siano aperti a qualsiasi laureato in medicina e chirurgia anche senza alcuna esperienza professionale, né competenze; la sola cosa richiesta è unicamente la laurea magistrale. “Tali iniziative - scrivono i 107 medici in una nota - rischiano di minare la solidità dell’intero percorso formativo medico specialistico che viene - in un qualche modo che ci permettiamo di definire approssimativo - sorpassato (o quantomeno un tentativo di sorpassarlo, pare a noi). Riteniamo tali iniziative detrimenti in primis per il paziente, per noi specializzandi e per i professionisti del settore poi e, infine, per gli stessi ipotetici ‘corsisti’”.

Pur riconoscendo la buona fede di chi svolgerà il corso di abilitazione regionale teorico pratico per l’esercizio dell’attività medica di emergenza sanitaria territoriale, gli stessi medici in formazione di Udine e Trieste spiegano che la medicina d’emergenza, tanto più quella territoriale, ha visto un’evoluzione esponenziale negli ultimi anni, tanto che vi è l’istituzione di scuola ad hoc di specializzazione in medicina d’emergenza - urgenza e, non a caso, con la sempre più stretta collaborazione con la disciplina di anestesia e rianimazione. 

“Nel campo della medicina d’emergenza, data la mole di competenze specifiche – continuano i 107 specializzandi firmatari della nota, indirizzata ai massimi organi regionali – questo settore dell’emergenza territoriale si è da sempre appoggiato e cresciuto poi, grazie alle specifiche competenze ed esperienze di numerosi medici anestesisti – rianimatori che applicano molto spesso nel proprio ambito procedure salva-vita complesse, acquisite durante anni di lavoro sul campo a contatto con chi è in situazioni cliniche critiche. A questo punto vale la pena sottolineare che le 500 ore che prevede il corso di abilitazione non è per nulla paragonabile né sovrapponibile al percorso formativo, delle scuole di specializzazione MEU e ARTID”.

A scendere in campo anche il sindacato degli anestesisti e rianimatori Aaroi Emac FVG, per voce del presidente Alberto Peratoner, che ricorda come questo corso, che prevede per lo più molte nozioni teoriche e poca pratica, una volta superato vedrà personale svolgere il proprio servizio medico nelle ambulanze del 118 e/o auto mediche. “Per Aaroi Emac FVG, questa pratica dell’abilitazione in sole 500 ore, potrebbe essere addirittura rischiosa per pazienti, per questo motivo, crediamo che a svolgere questo servizio per l’emergenza territoriale debba essere un ruolo riservato a dei soli specialisti e, non a dei medici abilitati. Per l’appunto, avvisiamo sin da ora che ad ottobre quando ci chiameranno ad insegnare ai corsisti noi non lo faremo, anzi ci rifiuteremo dal farlo”.

Endrius Salvalaggio
25 luglio 2022
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