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QS Edizioni - venerdì 19 aprile 2024

Governo e Parlamento

Berlusconi a Panorama: “Legalizzare cannabis sarebbe un grave errore”. E sul fine vita: “Stato dovrebbe aiutare a vivere, non a morire”

immagine 10 maggio - "Esiste un uso ricreativo delle 'droghe leggere' che sarebbe sbagliato criminalizzare. Ma consentirne la vendita, trasformarne l'uso in un comportamento socialmente accettato, mi sembra un grave errore, culturale prima che giuridico". Così il presidente di Forza Italia nell'anticipazione dell'intervista rilasciata al settimanale Panorama. E sul fine vita: "Affidare la morte allo Stato è l’estremo tentativo di una cultura illuminista e materialista di esorcizzarla".
Legalizzare la cannabis trasformando "l'uso di droga in un comportamento socialmente accettato ed accettabile, mi sembra un grave errore, culturale prima che giuridico". Il presidente di Forza Italia, Silvio Berlusconi, boccia senza appello qualsiasi ipotesi legislativa in questa direzione in una anticipazione dell'intervista rilasciata a Panorama che sarà in edicola giovedì.
 
"La droga, anche quella leggera, è il contrario della libertà, e - spiega - aggiungo della dignità della persona. Lo so, in apparenza sembrerebbe un ragionamento liberale, quello secondo il quale ognuno più fare quello che vuole, e quindi se una persona vuole drogarsi è una sua scelta personale, nella quale lo Stato non dovrebbe entrare. Ma è un ragionamento superficiale. La droga, anche la cosiddetta droga leggera non soltanto fa male alla salute, ma porta ad una perdita di coscienza, di consapevolezza e quindi di libertà".
 
"Lo stato liberale - prosegue - non è affatto uno stato che permette ai cittadini di disporre del proprio corpo in maniera assoluta. Non permette per esempio la vendita di organi a scopo di lucro, oppure vincola la vendita di molti farmaci che potrebbero essere pericolosi per la salute ad una ricetta medica che dimostri che siano adatti al paziente. Poi certo occorre essere realistici. So bene che l'uso della cannabis è molto diffuso fra i giovani, e che senza dubbio la gran parte dei consumatori non sono né criminali, né tossicodipendenti, né aspiranti tali. Esiste un uso ricreativo delle cosiddette 'droghe leggere' che sarebbe sbagliato drammatizzare o criminalizzare. Ma consentirne la vendita, trasformare l'uso di droga in un comportamento socialmente accettato ed accettabile, mi sembra un grave errore, culturale prima che giuridico".
 
"Che messaggio vogliamo dare alle giovani generazioni? Quello di assumersi delle responsabilità o quello di stordirsi con la droga e - aggiungo - con l'alcool, il cui abuso fra i giovani è purtroppo altrettanto diffuso?".
 
Intervenendo poi sul fine vita Berlusconi ha spiegato: "Amo la vita, fino al punto di fare fatica a comprendere chi voglia rinunciarvi. Io credo che lo sforzo che lo Stato dovrebbe compiere sia quello di aiutare a vivere, non di aiutare a morire, naturalmente nel rispetto della libertà di ciascuno. Da cristiano credo che la speranza sia una grande virtù, che la vita abbia un significato e un valore sempre e comunque. Da liberale vorrei che lo Stato si fermasse sulla soglia di scelte delicate e complicatissime”.
 
“Vorrei che la decisione sui trattamenti ai quali dev’essere sottoposto un malato fosse affidata all’interessato se cosciente, ai suoi cari se incosciente, in stretta collaborazione con la professionalità e l’etica dei medici. Non vorrei essere un paziente né un medico vincolato a un’espressione di volontà formulata in condizioni completamente diverse, magari molti anni prima, e senza conoscere la situazione specifica del momento, le opportunità di cura, di trattamento del dolore, di accompagnamento sereno nella malattia o verso la morte. Credo che affidare la morte allo Stato sia l’estremo tentativo di una cultura illuminista e materialista di esorcizzarla e non accettarla come parte della vita, di ridurre a norma quella che è una naturale conclusione, da affrontare se possibile con serenità. Anche perché, come diceva un filosofo greco, non ha senso temere la morte: quando c’è lei, non ci sono più io. Ovvero - aggiungo da cristiano - ci sono ancora, ma in una prospettiva che va al di là della morte, la supera e la sconfigge", conclude il presidente di Forza Italia.
10 maggio 2017
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