toggle menu
QS Edizioni - giovedì 18 aprile 2024

Governo e Parlamento

Patto per la Salute. Ecco le controproposte del Mef su piani di rientro e commissariamenti

di Giovanni Rodriquez
immagine 21 novembre - Con l’1% di disavanzo scatta il piano e poi misure più stringenti per uscire dal controllo statale. Tra le misure proposte per uscire dal commissariamento, minimo 3 anni di equilibrio economico e senza utilizzare manovra fiscali aggiuntive. Inoltre si propongono limiti all'accesso ai fondi per gli obiettivi di piano dopo verifica da parte del Comitato Lea. Regioni e Salute si sono riservate di studiare le carte ma a sbrogliare la matassa saranno Gualtieri, Speranza e Bonaccini che si incontreranno nei prossimi giorni.
Uno dei principali nodi da sciogliere, se non l'ultimo, nell'ambito delle trattative sul nuovo Patto per la salute è la revisione delle norme per piani di rientro e commissariamenti. Il Mef sul punto è sempre stato contrario a quanto contenuto anche nell'ultima bozza che abbiamo pubblicato ieri. Così, ieri i tecnici di Via XX Settembre sono passati al contrattacco e hanno presentato Salute e Regioni in una riiunione tecnica a Lungotevere Ripa una 'controproposta' che Quotidiano Sanità ha potuto visionare.
 
L'impianto generale, a un primo sguardo potrebbe sembrare molto simile a quello della bozza, ma in realtà la proposta dei tecnici del Mef lascia trasparire la voglia di non mollare la presa sul controllo della sanità regionale. Il pericolo per il Mef è sempre lo stesso: ritrovarsi senza strumenti di fronte a possibili nuovi disavanzi regionali. 
Il primo punto della proposta Mef prevede che in via sperimentale per gli anni 2020 e 2021, l'accesso alla quota annuale di 500 milioni di obiettivi di piano venga di fatto 'vincolata' ad una positiva valutazione da parte del Comitato Lea basata sul Nuovo sistema di garanzia Lea che entrerà in vigore l'anno prossimo inerente la qualità, appropriatezza ed efficienza dei servizi sanitari regionali dando evidenza delle criticità eventualmente presenti con riferimento proprio all’erogazione dei Lea. Sulla base un monitoraggio, da effettuarsi entro il 31 maggio dell’anno successivo a quello di riferimento, in caso di valutazione completamente positiva la Regione avrà accesso a tale quota di obiettivi di piano.
 
La Regione potrà inoltre avere accesso alla quota di obiettivi di piano anche in caso di situazioni di sufficienza nei 3 macro-livelli (territorio-ospedale-prevenzione), ma con segnalazione delle eventuali carenze rilevanti da qualificare come impegni.
 
Dove, però, si rilevino gravi criticità in uno o due macro-livello di assistenza, il Comitato Lea dovrà invitare la Regione inadempiente a presentare entro 30 giorni un piano di risoluzione delle criticità riscontrate con il dettaglio degli interventi da porre in essere" in un arco temporale coerente con la complessità dei problemi da risolvere". Questo piano, denominato “Intervento di potenziamento dei Lea”, verrà poi valutato nei successivi 30 giorni dal Comitato Lea. In caso di mancata presentazione del piano da parte della Regione o di non adeguatezza dello stesso sulla base delle valutazioni del Comitato Lea, il Ministro della salute, anche avvalendosi degli Enti vigilati, previa diffida ad adempiere alla regione entro i successivi 15 giorni e ove persista l’inadempimento, provvede entro i successivi 30 giorni a predisporre un piano e a sottoporlo all’approvazione del Comitato Lea.
 
La valutazione da parte del Comitato Lea dovrà in ogni caso avvenire entro il termine utile a consentire la chiusura della valutazione complessiva degli adempimenti annuali entro il 30 settembre dell’anno successivo a quello di riferimento. La valutazione positiva da parte del Comitato Lea del piano di potenziamento dei Lea comporterà il riconoscimento di adempimento con impegno a realizzare le attività previste dal piano nell’ambito del sistema premiale e la Regione avrà accesso alla quota di obiettivi di piano.
 
Il Comitato Lea avrà inoltre il compito di verificare la progressiva attuazione del Piano di potenziamento dei Lea disponendo per stati di avanzamento il riconoscimento della quota degli obiettivi di piano. In caso di parziale o completa non attuazione del piano di potenziamento dei Lea la Regione verrà giudicata inadempiente ai fini dell’accesso alla quota degli obiettivi di piano e alla quota premiale.
 
L'impianto in questo caso è simile ai desiderata di Regioni e Salute ma il Mef poi sottolinea che per le Regioni già sottoposte a piano di rientro, "il piano di potenziamento dei Lea dovrà integrare gli obiettivi previsti nel programma operativo di prosecuzione del piano di rientro". Insomma, un ulteriore controllo che si affiancherebbe al Piano di rientro.
 
Qualora, infine, si registri una valutazione insufficiente in tutti e tre i macro-livelli la Regione verrà giudicata inadempiente ai fini dell’accesso alla quota degli obiettivi di piano e alla quota premiale e sarà tenuta alla elaborazione di un programma operativo di riorganizzazione, di riqualificazione o di potenziamento del Servizio sanitario regionale.
 
Quanto alla soglia minima di erogazione dei Lea, si propone il livello del 60% stabilita per gli indicatori “core” del NSG (Nuovo sistema di garanzia) per i tre livelli di assistenza (prevenzione, ospedaliera e distrettuale). In caso di non raggiungimento di tale soglia per i tre livelli di assistenza, la Regione interessata sarà tenuta a presentare entro il 10 giugno dell’anno successivo a quello di riferimento della valutazione un piano di rientro di durata non superiore a 3 anni, che contenga sia le misure di riequilibrio del profilo erogativo dei livelli essenziali di assistenza.
 
Inoltre, il Mef propone di ridurre anche la percentuale di disavanzo entro cui scatterebbe il piano di rientro. Dal 5% attuale si passerebbe all'1%.
 
Infine, per sancire la fine dei commissariamenti si propongono i seguenti requisiti che sono parecchio stringenti:

- minimo 3 anni di equilibrio economico senza utilizzo di manovra fiscale aggiuntiva a preventivo e a consuntivo a garanzia del risanamento strutturale;
- azzeramento della necessità di utilizzo a preventivo della manovra fiscale regionale per l’equilibrio del servizio sanitario regionale; 
- nelle more dell’entrata in vigore del NSG (Nuovo Sistema di Garanzia) e fino al 2020, punteggio maggiore di 160 nell’anno precedente all’anno di verifica; - a seguito dell’entrata in vigore del NSG (prevista il 1/1/2020), a partire dall’anno 2021, il rispetto della soglia minima di sufficienza (60%) stabilita per gli indicatori “core” del NSG per i tre livelli di assistenza (prevenzione, ospedaliera e distrettuale) nell’anno precedente alla verifica ovvero il rispetto della soglia minima di sufficienza (60%) per gli indicatori “core” del NSG in due livelli di assistenza nel biennio precedente all’anno di verifica;
- rispetto pieno di tutti i punti del mandato commissariale;
- rispetto pieno di tutti gli obiettivi del Piano di rientro/ Programma operativo;
- risoluzione di tutte le inadempienze pregresse; 
- rispetto regolare degli adempimenti in corso di verifica;
- rispetto di eventuali ulteriori indicazioni impartite dai Tavoli di monitoraggio.
 
In ogni caso, la prossima settimana si riunirà il tavolo politico con i ministri di Economia e Salute, rispettivamente Roberto Gualtieri e Roberto Speranza, insieme al presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini, per tentare di sciogliere questo ultimo 'nodo' e provare a chiudere un accordo che dovrà essere raggiunto entro il prossimo 31 dicembre. 
 
Giovanni Rodriquez
21 novembre 2019
© QS Edizioni - Riproduzione riservata