Lavoro e Professioni
Rinnovo Ccnl comparto sanità. Nursing Up: “Senza risorse aggiuntive nessun cambio di rotta”
“L’ARAN parla di un aumento del 5,78% per la generalità dei dipendenti, che per alcune categorie, ma solo per alcune, come gli operatori di pronto soccorso, è destinato ad aumentare per effetto di indennità speciali previste per legge. Secondo l’ARAN, inoltre, se nel “calderone” si includono anche le risorse speciali, cioè quelle destinate solo ad alcune categorie di dipendenti, allora si arriverà ad una media di circa il 7%. Peccato che questa edulcorata ipotesi sia per noi irricevibile, poiché è sotto gli occhi di tutti che le risorse speciali andranno ad aumentare solo gli stipendi degli specifici interessati (es. operatori di pronto soccorso) e non quelli degli altri”.
Così Antonio De Palma, Presidente nazionale del Nursing Up che chiede al Governo, ed alle Regioni, il Nursing chiede che vengano individuate le risorse aggiuntive necessarie per valorizzare le professioni sanitarie: almeno 653 milioni di Euro per le professioni sanitarie, delle quali 453 per il raddoppio delle indennità di specificità infermieristica, e sua estensione alle ostetriche, e per l’indennità di operatività dei servizi, e 200 milioni per le ulteriori indennità degli altri sanitari.
Come ampiamente annunciato e previsto, spiega una nota, gli aumenti mensili inseriti all’interno di questo nuovo contratto, comunicati questa mattina da parte dell’Aran ai sindacati presenti alle trattative, si sono rivelati assolutamente insufficienti: Area Elevata Qualificazione: € 193,90; Area Professionisti Salute: € 135,00; Area Assistenti: € 127,00; Area Operatori: € 120,00; Personale Di Supporto: € 115,00.
In generale, spiega il sindacato, gli aumenti proposti oggi, non compensano nemmeno lontanamente il tasso reale di inflazione. Si pensi, ad esempio, che per i professionisti sanitari (quelli che non operano in pronto soccorso o in reparti destinatari di indennità particolari) è previsto un aumento di € 135 al mese, dai quali tuttavia va detratta l’indennità di vacanza contrattuale già corrisposta a tutti i pubblici dipendenti da dicembre 2023. Il risultato è che l’aumento attuale, di fatto, aggiuntivo rispetto a quanto i dipendenti dell’area professionisti sanitari già percepiscono, passerà da € 135 a poco più di € 54.
Inoltre, il meccanismo proposto da ARAN per l’incremento del tabellare con quota secca, da Nursing Up prontamente contestato, porterà ad una penalizzazione dei dipendenti con maggior numero di anni di servizio, che percepiranno fino a € 16 in meno rispetto agli altri. Peraltro, in barba a una concreta e fattiva valorizzazione delle professioni sanitarie, Nursing Up ha anche contestato, al tavolo, che la differenza di aumento mensile dello stipendio fondamentale proposto ai sindacati tra un infermiere, un’ostetrica, un fisioterapista e un operatore dell’area sottostante (quella degli assistenti) è di miseri € 8 al mese: “Con queste cifre, è addirittura possibile ipotizzare che, se oggi esistesse già un assistente infermiere, verosimilmente collocato nell’area degli assistenti, la differenza di aumento tra il suo stipendio e quello di un infermiere sarebbe di soli € 8 al mese, o al massimo € 15, se la contrattazione decidesse di inserirlo nell’area degli operatori”.
“Questo è davvero il momento di svegliarsi - conclude De Palma - non possiamo certo accettare di veder maturare un contratto che rischia di passare sopra le nostre aspettative e che finirebbe con il ledere i nostri sacrosanti diritti di valorizzazione, fin troppo a lungo disattesi”.