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QS Edizioni - domenica 16 novembre 2025

Lavoro e Professioni

Sciopero della medicina generale proclamato dallo Snami per il 5 novembre

immagine 8 ottobre - Annunciato negli scorsi giorni e ufficializzato oggi con una lettera del presidente Angelo Testa a Governo e Regioni. La protesta contro “il ruolo unico, che equivale alla fine della medicina territoriale£ e “la mancanza di programmazione e di specializzazione universitaria” e per chiedere “la tutela della maternità e della genitorialità, ossia una professione umana”, la “deburocratizzazione” e una “digitalizzazione sostenibile”. IL DOCUMENTO
Il 5 novembre i medici di medicina generale dello Snami incroceranno le braccia. Il presidente del sindacato, Angelo Testa, conferma infatti la protesta annunciata negli scorsi giorni e in una lettera al Governo e alla Regione ne spiega le ragioni.

Lo sciopero è contro “il ruolo unico”, che “equivale alla fine della medicina territoriale”. Il medico di famiglia, scrive Testa nella lettera, “sta diventando un semplice ingranaggio amministrativo, dipendente del sistema ma con tutti gli svantaggi della convenzione, così si cancella l’autonomia professionale e si spezza il rapporto di fiducia che lega il medico al paziente da generazioni. La Medicina Generale non può essere ridotta a una funzione aziendale: è una missione di prossimità, libertà e responsabilità personale verso la comunità”.

Il sindacato contesta poi la mancanza di programmazione e di specializzazione universitaria: “Da anni manca una visione formativa e organizzativa per la Medicina Generale. I corsi regionali restano fermi, senza riconoscimento universitario, senza sbocchi e senza attrattività. Il risultato? Ambulatori svuotati, medici stanchi, territori scoperti. È indispensabile una programmazione seria, che investa sulle nuove generazioni e riconosca la Medicina Generale come specializzazione clinica di base del Servizio Sanitario Nazionale”.

Lo Snami chiede, invece, la tutela della maternità e della genitorialità, “ossia una professione umana”, visto che oggi “la professione non offre tutele adeguate alla maternità, la paternità ed alle esigenze familiari. Chiediamo regole più giuste, congedi reali, sostituzioni garantite e strumenti di flessibilità che permettano ai medici — donne e uomini — di diventare genitori senza rinunciare alla propria vocazione. E' necessario tutelare la genitorialità, la parità di genere e le disabilità, perché una professione sostenibile è una professione che può durare nel tempo”.

E poi deburocratizzazione e digitalizzazione sostenibile: “La tecnologia deve essere uno strumento al servizio della cura, non una barriera tra medico e paziente. Oggi siamo ostaggio di disservizi informatici, codici, referti cartacei e pratiche burocratiche inutili che sottraggono tempo alla visita, all’ascolto e alla prevenzione. Serve una digitalizzazione intelligente e interoperabile, non un labirinto burocratico che toglie dignità al lavoro del medico e genera sfiducia nei cittadini”.

Altre giornate di sciopero, fa sapere Testa, “saranno proclamate a seguire in assenza di adeguati correttivi”.
8 ottobre 2025
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