toggle menu
QS Edizioni - venerdì 29 marzo 2024

Lavoro e Professioni

Disturbi muscolo scheletrici: la sanità uno dei comparti più a rischio

di Domenico Della Porta
immagine 13 novembre - Di norma non hanno una sola causa: spesso sono provocati da una combinazione di diversi fattori. Tra le cause fisiche e i fattori di rischio riconducibili all'organizzazione del lavoro si annoverano: la movimentazione di carichi, specialmente quando si ruota o si piega la schiena; movimenti ripetitivi o che richiedono uno sforzo; l'assunzione di posture scorrette o statiche; vibrazioni, scarsa illuminazione o lavoro in ambienti freddi; ritmi intensi di lavoro; il mantenimento prolungato della stessa posizione in piedi o seduta.
La sanità è uno dei comparti lavorativi più a rischio tra quelli in cui si registrano danni a livello dei distretti muscolo scheletrici. E’ quanto affermato dal Comitato degli ispettori del lavoro senior (SLIC) afferente alla Commissione Europea, a margine della presentazione della campagna promozionale nel triennio 2020 – 2022 si concentrerà sul tema: "Migliore applicazione dei requisiti volti a prevenire l'esposizione a fattori di rischio che causano disturbi muscoloscheletrici (DMS)".
 
Il programma contribuirà alla sensibilizzazione, alla condivisione delle conoscenze e allo scambio di informazioni, pratiche ed esperienze. Lo scopo finale della campagna è di contribuire a migliorare l'applicazione e le attività da parte degli ispettori del lavoro nell'area degli MSD. La campagna si concentrerà in particolare sui nuovi rischi professionali (ad esempio relativi alla digitalizzazione e alla robotica) e ai rischi riscontrati in settori specifici.
 
Per quanto riguarda SLIC, una campagna precedente (2008-2009) ha affrontato MSD e rischi ergonomici legati alla movimentazione manuale dei carichi. Inoltre, alla 74a sessione plenaria di SLIC a Sofia, il Comitato ha espresso il desiderio di continuare a lavorare sull'argomento. Pertanto, e in piena coerenza con la prossima campagna UE-OSHA, nonché con le priorità e gli obiettivi chiave identificati nella comunicazione sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro dell'UE e nel quadro strategico dell'UE in materia di SSL, la campagna SLIC 2020-2022 affronterà il tema della prevenzione dei DMS connessi al lavoro.
 
I risultati attesi del presente invito a presentare proposte sono le migliori possibilità per gli ispettori nazionali del lavoro di identificare i rischi relativi agli MSD, nonché migliori possibilità per gli ispettori nazionali del lavoro di esercitare le proprie funzioni per quanto riguarda l'applicazione della pertinente legislazione dell'UE. Questa azione si tradurrà in una cooperazione rafforzata tra ispettori del lavoro e altri attori nel campo della prevenzione degli MSD, nonché un'applicazione migliore e più equivalente della legislazione UE in materia di SSL in tutta l'UE, anche attraverso l'individuazione delle sfide e delle esigenze per migliorare l'applicazione degli MSD, nonché proposte su come affrontarle. I disturbi muscoloscheletrici rappresentano uno dei disturbi più comuni legati al lavoro e affliggono milioni di lavoratori europei per un costo quantificato in miliardi di euro a carico dei datori di lavoro.
 
La lotta ai DMS non solo contribuisce a migliorare la vita dei lavoratori, ma è anche una scelta molto sensata per le imprese. In genere i disturbi muscoloscheletrici (DMS) interessano la schiena, il collo, le spalle e gli arti superiori, ma possono anche colpire gli arti inferiori. Indicano qualsiasi lesione o patologia alle articolazioni o ad altri tessuti.  I problemi di salute vanno da malesseri e dolori di lieve entità sino a problemi più seri che costringono ad assentarsi dal lavoro e possono richiedere cure mediche. Nei casi cronici più gravi, possono addirittura portare alla disabilità e all'abbandono forzato del posto di lavoro. I due gruppi principali di DMS sono costituiti dai dolori/disturbi alla schiena e dai disturbi degli arti superiori legati all'attività lavorativa (conosciuti comunemente "disturbi da stress fisici ripetuti"). La maggior parte dei DMS legati all'attività lavorativa si sviluppano nel tempo.
 
Di norma non hanno una sola causa: spesso sono provocati da una combinazione di diversi fattori. Tra le cause fisiche e i fattori di rischio riconducibili all'organizzazione del lavoro si annoverano: la movimentazione di carichi, specialmente quando si ruota o si piega la schiena; movimenti ripetitivi o che richiedono uno sforzo; l'assunzione di posture scorrette o statiche; vibrazioni, scarsa illuminazione o lavoro in ambienti freddi; ritmi intensi di lavoro; il mantenimento prolungato della stessa posizione in piedi o seduta. Crescono, poi, le prove che dimostrano un collegamento dei DMS con i fattori di rischio psicosociali (soprattutto se individuati in concomitanza con i rischi fisici), tra cui: una domanda di lavoro elevata o una scarsa autonomia; una scarsa soddisfazione sul lavoro. Le azioni di prevenzioni potrebbero includere modifiche riguardanti: gli spazi di lavoro, adeguandoli al fine di migliorare le posture lavorative; le attrezzature, assicurando che siano ergonomiche e adatte ai compiti da svolgere; i lavoratori, migliorando la loro consapevolezza dei rischi e impartendo una formazione su buoni metodi di lavoro; i compiti, cambiando metodi o strumenti di lavoro; la gestione, pianificando il lavoro in modo da evitare mansioni ripetitive o prolungate con posture scorrette, programmando pause, la rotazione delle funzioni o la riassegnazione del lavoro; i fattori organizzativi, sviluppando una politica in materia di DMS.
 
Anche il monitoraggio e la promozione della salute, il riadattamento e il reinserimento dei lavoratori che ancora soffrono di DMS vanno considerate nell'approccio di gestione di tali disturbi. In una utilissima guida dell’INAIL, pubblicata pochi anni fa, ma ancora disponibile sul web, viene suggerito come organizzare adeguatamente il lavoro di movimentazione manuale dei carichi durante la giornata. Partendo dall’Allegato XXXIII del D.Lgs. 81/08 si indicano le norme tecniche cui far riferimento per la valutazione del rischio e l’individuazione delle misure di prevenzione. La norma UNI ISO 11228-1, relativa al sollevamento e trasporto manuale di carichi, consente di calcolare un indice di rischio che tiene conto delle condizioni reali, considerando tutti i fattori eventualmente presenti in una determinata attività lavorativa, e di ricavare il peso massimo movimentabile.
 
Nello specifico tale norma suggerisce di utilizzare, come pesi massimi in condizioni ideali, 25 kg per i maschi e 15 Kg per le femmine, se si vuol salvaguardare la salute del 90% della popolazione adulta sana. Va evidenziato quindi che per la stessa norma tecnica non è sufficiente fare riferimento ai valori sopra indicati, ma è necessario calcolare il valore di peso massimo movimentabile nelle effettive condizioni lavorative, tenendo conto di una serie di parametri quali ad es. la postura assunta, la frequenza e la durata del sollevamento.
 
Infatti, tali fattori potrebbero risultare critici e abbassare il valore del peso massimo movimentabile in condizioni ideali. Per quanto riguarda le lavoratrici durante il periodo di gravidanza e per i successivi 7 mesi, la legislazione italiana prevede che esse non possano essere adibite al trasporto e al sollevamento di pesi. Durante tale periodo le lavoratrici devono essere impiegate in altre mansioni. Alcune regole per organizzare il lavoro possono essere:
- evitare di concentrare in brevi periodi tutte le attività di movimentazione: ciò può portare a ritmi troppo elevati o all’esecuzione di movimenti bruschi;
- diluire i periodi di lavoro con movimentazione manuale durante la giornata alternandoli, possibilmente almeno ogni ora, con altri lavori leggeri: ciò consente di ridurre la frequenza di sollevamento e di usufruire di periodi di ”recupero”.
Ulteriore intervento preventivo è quello che ciascun lavoratore adotti comportamenti e stili di vita più salutari in particolare svolgendo attività fisica (esercizi di rilassamento, stiramento e rinforzo muscolare).
 
 
Domenico Della Porta
Docente Medicina del Lavoro, Facoltà di Giurisprudenza Università Uninettuno - Roma
13 novembre 2019
© QS Edizioni - Riproduzione riservata