toggle menu
QS Edizioni - giovedì 18 aprile 2024

Regioni e Asl - Lazio

Coronavirus. Dal Gemelli due iniziative per dare supporto psicologico a medici e infermieri

immagine 23 marzo - È fondamentale che medici e infermieri, oltre a essere protetti adeguatamente dal contagio, siano anche tutelati nel loro equilibrio psichico.
Dagli psichiatri e psicologi del Policlinico Universitario arriva anche un decalogo per gli operatori sanitari impegnati nell’emergenza contro il Coronavirus per potenziare i meccanismi di resilienza.
Sono due i progetti messi in campo dalla Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs per dare supporto psicologico agli operatori sanitari impegnati nella lotta contro il Coronavirus. “Resilienza Covid19” è un progetto ideato da psichiatri e da psicologi del Gemelli per dare supporto a tutti gli operatori sanitari italiani, attraverso una linea telefonica dedicata (attiva 7 giorni su 7 dalle 9 alle 18) o via email. “Non sei solo” è invece il progetto ideato dal Servizio di Psicologia Clinica del Gemelli per supportare il personale sanitario del Policlinico, impegnato nell’emergenza Covid19.

È da queste considerazioni che nasce il progetto “Resilienza Covid19”, coordinato da Luigi Janiri e d Gabriele Sani, Uoc di Psichiatria, e da Simonetta Ferretti, Servizio di Psicologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, con l’obiettivo di dare sostegno a tutti gli operatori sanitari italiani impegnati a fronteggiare l’emergenza Covid-19.

A questo proposito è stata attivata una linea telefonica dedicata (+39 342 3242015), attiva 7 giorni su 7, dalle 9 alle 18, l’email resilienzaCovid19@policlinicogemelli.it e un questionario volto alla misurazione del grado di stress che sta vivendo la popolazione degli operatori sanitari italiani, che può essere compilato cliccando qui: http://bit.ly/ResilienzaCovid19.

“La resilienza – spiega i Gabriele Sani - è la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi. Viene definita ‘una magia ordinaria’ e fonda su basi biologiche, sostenute dai sistemi di adattamento e sopravvivenza dell’uomo, che possono essere specificatamente potenziati con interventi dedicati. Il progetto ‘Resilienza Covid19’ prevede la possibilità per gli operatori sanitari di un supporto telefonico immediato, che può essere ripetuto nel tempo, ma anche di percorsi di psicoterapia breve telematica o gruppi di sostegno telematico, per chi avesse bisogno di un intervento più strutturato”.
 
“Non sei solo”: un servizio di supporto psicologico dedicato agli operatori sanitari del Policlinico Universitario A. Gemelli
Il Servizio di Psicologia Clinica della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS scende in campo a sostegno dei propri operatori sanitari impegnati a fronteggiare Covid19, attivando una linea telefonica e una email dedicate al supporto psicologico. Obiettivo del servizio è di supportare psicologicamente le figure sanitarie, cercando anche di prevenire forme di stress post-traumatico.
“Gli operatori sanitari - commenta la dottoressa Simonetta Ferretti - in particolare quelli impegnati nei reparti dedicati all’emergenza da Covid-19 all’interno del Gemelli, sono e saranno ulteriormente sottoposti nelle prossime settimane a un elevato carico di lavoro e di stress psicofisico. Medici e infermieri sono chiamati a guidare il processo di assistenza, accogliendo le proprie emozioni senza al contempo identificarsi con esse. Fatica fisica, dolore emotivo, la necessità di lavorare spesso al limite delle proprie forze, mettono gli operatori a dura prova. In situazioni come queste, subentrano spesso meccanismi difensivi (dissociazione, negazione) che aiutano a mantenere il distacco emotivo dalla sofferenza, con l’obiettivo non consapevole di restare integri e di autorizzarsi a non fermarsi”.

“Quando ci troviamo di fronte a un forte stress – prosegue la neuropsicologa e psicoterapeuta del Gemelli professoressa Daniela Chieffo - mettiamo in atto delle risposte che possono comportare irritabilità, iper-attivazione, aggressività verbale, disturbi del sonno e della concentrazione; si tratta di comportamenti normali e legittimi che tuttavia, se non adeguatamente riconosciuti e gestiti, possono peggiorare nel tempo. Occuparci di noi stessi e di come stiamo non ci impedirà di provare stress, ma potrà aiutarci a ridurlo, contenerlo e limitarne gli effetti, permettendoci di affrontare al meglio l’emergenza che stiamo vivendo”.
 
Decalogo per operatori sanitari impegnati nell’emergenza Covid19 (come potenziare i meccanismi di resilienza) #resilienzainospedale
- Saper chiedere aiuto per poter dare aiuto. Questa grave emergenza sanitaria espone gli operatori in prima linea ad un alto rischio di burnout che può portare a stati di sopraffazione, irritabilità, depersonalizzazione, apatia. Si arriva a questo punto senza accorgersene. Chiedete aiuto per tempo.
 
- Mantenere una vita sana. Nei momenti di grave emergenza, quando siamo chiamati ad uno sforzo straordinario, si corre il rischio di mettere in secondo piano la propria salute. Provate a mantenere uno stile di vita salutare. Conservate le vostre ore di sonno abituali, prestate un’attenzione particolare all’alimentazione. Cercate di proteggervi, per quanto è possibile, con i dispositivi e le procedure dedicate. Ancor prima che di eroi, abbiamo bisogno di medici, infermieri, operatori sanitari.
 
- Combattere l’alienazione. Le persone a noi care sono un’importante risorsa in questi momenti. Mantenete le vostre comunicazioni affettive. Parlate spesso con le persone a cui siete legati, condividete i vostri stati d’animo, le paure, le difficoltà. Non parlate solo di COVID-19, provate a parlare anche d’altro.
 
- Evitare l’onnipotenza. Le nostre professioni, accumunate dal desiderio di dare aiuto, possono a volte essere accompagnate dal rischio di sentirsi invincibili. Ricordatevi che non siamo chiamati a salvare tutte le vite umane, siamo chiamati a dare il nostro contributo professionale, a volte purtroppo commettendo inevitabilmente errori.
 
- Non sentirsi in colpa. In situazioni di elevato stress può accadere di sentirsi meno lucidi. Ricordatevi che se le persone muoiono intorno a voi non è colpa vostra. State facendo e avete fatto tutto il possibile.
 
- Rimanere in comunicazione con i colleghi. La comunicazione le persone con le quali lavoriamo è fondamentale per evitare il burnout. Scambiatevi informazioni, costruite insieme strategie di intervento, comunicate le vostre emozioni, fate squadra.
 
- Gestire le emozioni inaspettate. In situazioni ad alto carico stressante è normale venire in contato con emozioni forti e inaspettate quali rabbia o aggressività. Potresti pensare “stanno tirando fuori il peggio di me”. Cercate di gestire queste emozioni, pensando che sono comuni in momenti critici, e se avete bisogno chiedete aiuto.
 
- Informarsi correttamente. In questi giorni è assai difficile distinguere l’informazione scientifica dal rumore di fondo delle notizie non attendibili. In quanto operatori sanitari è nostro dovere orientare l’informazione, in particolar modo in un momento in cui non ci sono linee guida e spesso si ha l’impressione di “navigare senza bussola”. Documentatevi, per quanto il tempo ve lo conceda. Fate corretta informazione.
 
- Trovare uno spazio personale e del tempo per qualcosa di diverso dall’assistenza. In tali situazioni, l’emergenza e la routine che ci accompagna sembrano assorbire tutti gli spazi, compreso quello personale. Per quanto possibile, provate a mantenere un tempo ed uno spazio per voi. Staccate quando è necessario.
 
- Continuare a pensare ai vostri progetti futuri. Non è la prima volta che l’essere umano si trova ad affrontare una situazione simile. È già accaduto in passato. Terminata l’emergenza ci riapproprieremo dei nostri progetti in sospeso, anche lavorativi, dei nostri ruoli professionali e delle cose che amiamo. Proviamo ad avere fiducia nel futuro, insieme ne usciremo.
23 marzo 2020
© QS Edizioni - Riproduzione riservata