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QS Edizioni - sabato 30 marzo 2024

Lettere al Direttore

Piramide della ricerca, incubatore di precari senza prospettiva e colabrodo di know-how pubblico

di Associazione dei Ricercatori in Sanità
30 giugno -

Gentile Direttore,
dopo le diverse iniziative dei mesi scorsi svoltesi in numerose città d'Italia (Roma, Napoli, Milano, Bologna, Messina, per citarne alcune), i lavoratori della ricerca sanitaria pubblica provenienti da tutta Italia hanno partecipato ad una manifestazione sotto il Ministero della Salute per chiedere di porre fine ai vergognosi paradossi degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici e Istituti Zooprofilattici Sperimentali.

Lo scorso 28 Giugno si è infatti svolto a Roma il primo presidio nazionale #ricerchiamostabilmente, promosso e organizzato da Fp CGIL, per chiedere l'assunzione a tempo indeterminato dei lavoratori precari storici della ricerca sanitaria pubblica, la definizione delle dotazioni organiche della ricerca e l'istituzione del ruolo della dirigenza.

La Piramide della Ricerca voluta dal Ministero della Salute si è rivelata quanto ARSI aveva ampiamente previsto già nel 2019 su Quotidiano Sanità: un incubatore di lavoratori precari senza prospettive e un colabrodo di know-how pubblico. L’applicazione delle stessa, istituita con la Legge 205/2017, a personale precario storico della ricerca sanitaria di fatto perpetua l’abuso di contratti a termine di tali professionisti. I ricercatori sanitari e i collaboratori di supporto alla ricerca acquisiscono, infatti, un ulteriore contratto a termine di 5+5 anni dopo decenni di precariato atipico (co.co.co., borse di studio, partite iva).

L’attrattività della Piramide della Ricerca è stata tale da aver attirato dell’estero ben 0 cervelli migrati e fatto fuggire oltre il 25% di lavoratori storici altamente specializzati, formatisi con soldi pubblici. Ad oggi i 1290 lavoratori rimasti, con una media nazionale di anzianità precaria con il Ministero della Salute di oltre 10 anni (range: 6-33 anni), hanno accumulato 12900 anni di precariato con la Pubblica Amministrazione.

Numeri che mettono i brividi, colmi di malattie e ferie non pagate, tfr non accumulati, congedi parentali non riconosciuti etc. e che risulta veramente difficile conciliare con la Direttiva Europea 1999/70, recepita dallo Stato italiano tramite gli atti legislativi che definiscono una durata massima dei rapporti di lavoro a tempo determinato pari a 36 mesi. Trent’anni di precariato risultano essere, quindi, una eccezione inaccettabile.

Che sia inaccettabile lo hanno compreso anche tutti i partiti politici che, trasversalmente, hanno cercato di porre rimedio a tale abuso presentando numerosi emendamenti alla Legge di Bilancio e al Ddl Riordino Irccs. Emendamenti bocciati, parrebbe dal MEF, per non meglio precisati motivi di bilancio nonostante una disponibilità economica sufficiente anch’essa definita nella 205/2017. Un ulteriore ODG corale del 25/05/2022 è stato sottoscritto da parte dell’intera Commissione Affari Sociali della Camera per impegnare il Governo a risolvere questa indegna condizione lavorativa ‘alla prima occasione favorevole - anche in sede di esame della prossima Legge di Bilancio - attraverso una proposta normativa volta allo stanziamento di risorse per consentire la stabilizzazione del personale ricercatore e il personale di supporto alla ricerca sanitaria degli Irccs e Izs pubblici italiani’. Sembra averlo compreso anche il Ministero della Salute che, in occasione di una recente intervista su rete nazionale al sottosegretario Andrea Costa, ha dichiarato che è ‘una situazione che certamente andremo a sanare… stiamo predisponendo l’iter per arrivare alla stabilizzazione… è un tema sul tavolo del Ministero al quale intendiamo dare una risposta in tempi rapidi. Credo sia giusto dare a questi ricercatori una prospettiva e una certezza’’ (TG2 Italia, del 30/05/2022).

In occasione del Presidio Fp CGIL #ricerchiamostabilmente, una delegazione CGIL composta dal Coordinatore Nazionale Fp CGIL IRCCS e 3 ricercatrici storiche precarie, è stata ricevuta dalla delegazione ministeriale composta dal Vice Capo di Gabinetto Dr. Alessandro Milonis, dalla Direttrice dell’Ufficio 2 presso la Direzione Generale della Ricerca e Innovazione in Sanità dr.ssa Novella Luciani, dal Dr Luigi Patacchia, Dirigente Medico alla Segreteria particolare del Ministro e dalla Dr.ssa Alessandra de Sandro, dirigente veterinario della segreteria generale del Ministero.

Un impegno da parte del Ministero della Salute perché vengano percorse tutte le strade possibili perché una norma in favore della stabilizzazione venga inserita negli articoli della Legge di Bilancio: questo il risultato dell’incontro. Un appuntamento per fine agosto/inizio settembre per discutere di soluzioni concrete e sciogliere ogni nodo, politico o economico che sia ed individuare eventuali attori politici che ostacolino la nostra stabilizzazione, visto che il Ministero della Salute, a parole, risulta favorevole. Il Ministero della Salute si è anche impegnato ad inserire nei decreti che seguiranno alla Legge Delega Riordino Irccs, unitamente alla rimodulazione della durata del percorso piramide (lettera n, ora al vaglio del Senato), delle norme - non meglio precisate - che possano migliorare i passaggi fra ricerca ed assistenza per permettere a chi ha titolo PhD di poter partecipare a concorsi dove viene richiesta specializzazione. Infine, il Ministero si è dichiarato supportivo relativamente alla necessità delle dotazioni organiche della ricerca quale elemento fondamentale per la conferma del titolo Irccs.

Siamo fiduciosi che Ministeri, Governo, MEF, Conferenza Stato Regioni condividano la necessità di lavorare ora su soluzioni concrete per la prossima Legge di Bilancio. Lo scaricabarile dei buoni propositi senza risultati concreti ci costringerebbe alla tanto magra quanto necessaria consolazione di scioperi e del ricorso in massa alle vie legali. Nuovamente, come già avvenuto con la sentenza Beraudi di Bologna e tante altre, soldi pubblici andrebbero a pagare rimborsi per abusi contrattuali piuttosto che essere investiti nella valorizzazione del personale storico che da decenni presta servizio presso Irccs-IZS pubblici.

ARSI - Associazione Ricercatori in Sanità - Italia

30 giugno 2022
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